La terza Commissione (Attività produttive, Ambiente, territorio) del Consiglio regionale della Basilicata, presieduta da Piergiorgio Quarto (Fratelli d’Italia) ha audito l’assessore Fanelli sul disegno di legge “Norme di disciplina, tutela e valorizzazione della pastorizia e della transumanza presidii del territorio lucano”.
“L’idea del disegno di legge – ha detto Fanelli – nasce dopo confronto con le associazioni datoriali per mettere in campo alcune azioni in questo settore che vive difficoltà ma è estremamente importante. Obiettivo mettere al centro l’allevatore pastore e la transumanza riconoscendone il ruolo e valorizzandoli. E’ solo l’inizio di un percorso, prevediamo la collaborazione con le pubbliche amministrazioni e la creazione di un elenco dei pastori presìdio. Dopo potremo indirizzare misure del programma di sviluppo rurale. Con il disegno di legge dunque la Regione Basilicata intende riconoscere e tutelare la pastorizia e l’allevamento estensivo, praticati allo stato brado e semibrado nonché in forma transumante, come patrimonio regionale. Tali attività rappresentano un presìdio permanente ed insostituibile sull’intero territorio regionale, soprattutto nelle aree naturali protette, nelle aree di montagna, interne e svantaggiate, svolgendo una funzione strategica per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle produzioni agroalimentari. La Regione intende riconoscere il ruolo del pastore presìdio del territorio, figura già esistente nel contesto socio economico rurale, e che ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile, è l’imprenditore agricolo singolo o associato che esercita l’attività agricola e che pratica l’allevamento estensivo allo stato brado, semibrado o in forma transumante. L’obiettivo è quello di riconoscere e rafforzare il ruolo sociale anzidetto ed all’attuazione si potrà provvedere con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Sull’argomento è intervenuto il consigliere Braia.
Rinviato invece, prevedendo una seduta congiunta con la seconda commissione per consentire l’audizione degli Uffici, l’atto amministrativo “Sessione Comunitaria del Consiglio del Consiglio Regionale ex art. 6 della Legge Regionale n. 31/2009 – Relazione annuale in materia comunitaria – Anno 2021 -Presa d’atto”.
Sull’argomento è intervenuto il consigliere Braia.
La commissione ha quindi approvato alla unanimità l’articolo uno della proposta di legge d’iniziativa del consigliere Baldassarre, con il quale viene apportato un aggiornamento al testo normativo sulle comunità Arberesche.
La proposta aggiunge il Comune di San Chirico Nuovo tra i Comuni oggetto di tutela delle Comunità Arbereshe in Basilicata, in quanto “San Chirico Nuovo – si legge nella relazione – già Casale di Tolve insieme ai paesi di Barile, Brindisi di Montagna, Maschito, Ginestra, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, San Giorgio Lucano, fu destinazione delle circa 8000 persone che vennero, distribuite tra Sicilia, Calabria e Basilicata quando i Turchi, nel 1534, stavano per rioccupare la Murea di Carlo V, impossibilitato a continuarne la difesa, li fece evacuare. Da allora numerosi nuclei familiari giunsero a ripopolare anche San Chirico dove le nuove popolazioni si mischiarono a quelle già presenti, inglobandole, condividendone idee, costumi, lingua e religione”.
Sull’argomento è intervenuto, oltre al presidente Quarto, il consigliere Braia.
Hanno partecipato ai lavori della commissione, oltre al presidente Quarto, i consiglieri Carlucci (M5s), Acito e Bellettieri (FI), Sileo e Aliandro (Lega), Trerotola (Prospettive lucane) e Braia (IV).