Raffaello de Ruggieri, già Sindaco di Matera ha inviato una nota in cui esprime alcune cconsiderazioni in merito al sostegno finanziario di 40 milioni di euro erogato dalla Regione Basilicata in favore del Comune di Potenza. Di seguito la nota integrale.
Registro l’aspro livello di contestazione verso la politica “francescana” del governo regionale in quanto con diabolica perseveranza il “pio albergo” di Via Verrastro tenta di colmare il baratro finanziario in cui giace il Comune di Potenza.Siamo di fronte alla vischiosità di fameliche sabbie mobili che trangugiano gli oboli della carità istituzionale.
Non posso richiamare la saggezza popolare secondo cui “il medico pietoso fa la piaga verminosa” e, non avendo ruoli per contestare le soluzioni in atto, non è mio compito condurre una critica “politica” a questa difficile situazione gestionale.
Da cittadino lucano prendo atto che in un modesto arco temporale la Regione Basilicata ha foraggiato e foraggerà il Comune capoluogo di oltre 73 milioni di euro, consapevole della esistenza di ulteriori falle da rattoppare.
In antitesi al “crescendo Rossiniano” di provvedimenti “salva Potenza”, il Comune di Matera offre, salvo accidenti degli ultimi tempi, una situazione di gran lunga migliore.
Una puntuale ricerca della LUISS, commissionata dal Governo Conte, ha monitorato nel biennio 2019-2020la efficienza, la integrità e la trasparenza amministrativa dei 109 capoluoghi di provincia italiani, apprezzando il Comune di Matera “come il più virtuoso del Sud perché ha espresso una capacità amministrativa e una gestione di bilancio al punto di ottenere una valutazione in classe di rating “very good”, rappresentando nel panorama italiano un Comune “benchmark” (modello di riferimento) e collocandosi al secondo posto della graduatoria nazionale”. Una pagella di tutto rispetto che fa onore alla Basilicata e ai suoi cittadini.
Di fronte a tale risultato mi guardo bene dal pretendere per la mia città pari “aiuti” finanziari.
Mi sento soltanto autorizzato a chiedere al Governo regionale il rispetto del ruolo e della dignità acquisiti da Matera, rispetto e dignità spesso mortificati da prevaricanti scelte regionali.
Per le esposte considerazioni e a compensazione della munifica prodigalità della Regione,per la città di Matera rivendico:
- Il ripristino dei seguenti uffici regionali,da tempo immemorabile insediati in Matera ed incoerentemente trasferiti,totalmente o parzialmente,nella sede centrale:
– Sistemi culturali e turistici e cooperazione internazionale
– Programmi euro-mediterranei
– Demanio marittimo
– Ufficio territoriale e patrimonio
– Erogazioni comunitarie in agricoltura
– Produzioni vegetali;
2)la conferma dello spirito fondante lo statuto della Lucana Film Commission che ha scelto Matera come sua sede legale e come sua unicas ede operativa.Per inaccettabili convenienze logistiche,nonostante ufficiali diffide, la sede operativa è stata da sempre ubicata “clandestinamente” in Potenza;di recente,con una modifica statutaria,è stata legittimata tale situazione, ratificando l’insolenza dello scippo compiuto;
3)un programma di salvaguardia e di valorizzazione della Biblioteca Provinciale “Tommaso Stigliani”. Il Comune di Matera si privò, in favore della Provincia, dell’imponente edificio storico dell’ex convento dell’Annunziata riconoscendo il ruolo culturale e sociale di tale presidio, posto nel cuore della città. Doveva essere e dovrà essere un luogo di studio, di ricerca, di lavoro culturale e di aggregazione sociale, divenendo uno dei capisaldi di una rete regionale fatta da biblioteche, archivi, musei, centri di documentazione, ecc. Tale organismo, destinato per la sua centralità anche alla animazione culturale, non può rappresentare per la Regione una fastidiosa zavorra, oggetto di continue, umilianti attese o di più melliflue buone intenzioni. Oltre all’assunzione del necessario personale, la Biblioteca dovrà essere messa nella condizione economica e scientifica di esprimere e di esaltare il ruolo naturale di collante sociale e di diffusore culturale;
4) l’accelerazione della“metamorfosi” della Fondazione Matera-Basilicata 2019 perché, partendo dal concetto che cultura è produzione creativa, l’ente diventi “materia prima” per alimentare le nuove catene di valore rappresentate dalla cultura in tutte le sue molteplici forme.
Azzerare l’istituzione senza un progetto alternativo, definito e condiviso, mi pare un azzardo. Forti del “brand” di “Matera Capitale” il rilanciato ente dovrà difendere la natura di diffusore dei valori della cittadinanza culturale e divenire una cerniera culturale tra il Mediterraneo e l’Europa, una ambasciata mediterranea dell’arte, innescando alleanze per contaminare i due mondi oggi distanti. Da Matera, infatti, deve ripartire il messaggio perché l’Europa riammetta nel suo cuore anche il ritmo del Sud, l’energia e la storia del Mediterraneo, per bloccare l’attuale nostra marginalizzazione, imposta dalla dominante “modernità” settentrionale e atlantica.
Il rivestito soggetto dovrà anche esprimere la cultura dell’impresa, consapevole di essere divenuto autorevole pietra di paragone e di essere inserita in un mercato globale, cioè in un contesto competitivo, nel quale vanno sviluppate e rafforzate le “eccellenze”, le sole che possono garantire la tenuta del ruolo e del successo raggiunti con il comunitario lavoro culturale.
Non si potrà ignorare, comunque, che Matera e la Basilicata, sino al 2033, sono detentori del titolo di Capitale Europea della Cultura, per cui è su tale coerenza che dovrà costruirsi l’aggiornata missione dell’ente, per riproporre il significato sociale del lavoro culturale quale lievito di nuova società. Il binario da costruire è stato indicato dalla commissione ECOC, poggiando sul valore della co-creatività, del protagonismo dei cittadini, della cultura come incubatore di energie da seminare all’interno e da diffondere all’esterno, della feconda contaminazione con i sentieri contemporanei della cultura mediterranea ed europea. Per Matera e per la Basilicata dovrà essere un processo di cambiamento per riannodare i fili della innovazione dentro una prospettiva evolutiva e vincente della città e della regione. Sarà la costruzione di uno “Stige” culturale, originale e distintivo, che avrà bisogno, quindi, di un collaudato, competente e radicato tessitore, in grado di governare simile rivoluzione;
5) la rottura dello storico isolamento della città di Matera, inserendo tra le priorità regionali il proseguimento della tratta ferrata Ferrandina – Matera sino a Bari. Tale scelta, da favorire con un incisivo rapporto con il Ministero dei Trasporti e con la Rete Ferroviaria Italiana, mira a realizzareil raccordo strategico con l’Adriatico delle linee tirreniche e joniche, nonché la congiunzione di Matera, città culturale, turistica e di produzione manufatturiera, alla stazione centrale di Bari.
Infatti le FAL non garantiscono più il collegamento diretto con Bari essendo, per scelta pugliese, divenute ordinaria metropolitana intercomunale, da Bari a Gravina in Puglia. Le 14 fermate della tratta denunciano il servizio territoriale e non extra regionale di tale tragitto che vede Matera come una protesi indebita perché fuori dalla coerenza del circuito barese.
Raggiungere Bari con la Ferrovia dello Stato sarà l’occasione per rientrare dopo 165 anni nella rete nazionale della mobilità, per affrancarsi, finalmente,dalla presenza di una ferroviaria a scartamento ridotto e per liberare la programmata mobilità urbana su ferro (metrotranvia dei Sassi) da pericolose interferenze;
6)l’inserimento nelle linee programmatiche e finanziarie del Ministero per il Sud e la Coesione territoriale della transcollinare Murgia – Pollino,quale essenziale asse trasversale regionale che unisce Matera al Lagonegreseattraversando la Val Basento, la Val d’Agri e la Valle del Sinni.
Il numero dei morti per incidente stradale nel tratto Matera – Ferrandina è l’eloquente prova del carico di traffico della strada, della sua pericolosità e della sua inadeguatezza.
In un momento di “vacche grasse” per il Mezzogiorno il problema finanziario non è proponibile; così come non si può seguire la linea del “rattoppo”, della “parzialità” e dell’emergenza proposta qualche ora fa dal Comune di Matera. Ancora una volta si governa con l’affanno del “quotidiano” e non già con la visione di un necessario, obbligato “futuro”.
Vorrei ricordare l’attualità dell’insegnamento Oraziano del “carpe diem”! Se tali interventi strategici e costosi non vengono attivati nel presente periodo caratterizzato dalle risorse PNRR e FSC, la nuova stradapotrà forse intravedere la sua proposizione a fine secolo. L’attimo fuggente ci è stato suggerito dalla Ministra Carfagna la quale in Parlamento (12 gennaio 2022) ha dichiarato di possedere un volume finanziario di 63,2 miliardi di euro rinvenienti dal fondo di sviluppo e coesione, di destinare parte di dette somme agli interventi di “ mobilità stradale” non finanziati dal PNRR e di autorizzare gli appalti dei relativi lavori anche con il semplice progetto di fattibilità tecnico- economiche (progetto preliminare). In presenza di tali ufficiali attestazioni, poiché il primo tronco della Transcollinare Murgia – Pollino ha il progetto preliminare dall’area di Iesce all’innesto con la ex S.S. 380 (bivio per Metaponto) ed è una strada non finanziata dal PNRR, senza stracciarsi le vesti per una povertà non esistente, occorre solo intraprendere una contrattazione “politica” e “morale” con il Governo Nazionale e con il Governo Regionale, mettendo sul piatto l’autorevolezza della reputazione internazionale della città, il raccordo est-ovest di una vasta area meridionale, il collegamento tra i siti lucani della qualità turistica (Matera, terme, Pollino, Maratea), l’unione stradale moderna e veloce tra Matera e Potenza!
La Transcollinare, come è regola nelle regioni settentrionali, dovrà essere a quattro corsie, per raggiungere Lagonegro ed il Pollino in tempi decenti! Altroché rattoppi, figli di un mortifero pessimismo di governo!
Sommessamente va ricordato che la Regione Basilicata, per scelta “strategica”(sic!), hainserito nelle risorse del PNRR il collegamento Salerno – Potenza – Bari, itinerario che salta ilMaterano, che allarga la forbice comunicativa tra Potenza e Matera e che assorbirà risorse pesantissime per “bucare” il valico di Pazzano (m. 851 di altezza);
7) il riconoscimento convinto dell’investitura di Matera a “città sapiens”, per trasformare la cultura in valore economico, attuando la cultura d’impresa e realizzando le imprese per la cultura.
Matera da città attraente deve divenire città attrattiva per gli investimenti produttivi e per le conseguenti ricadute occupazionali, puntando sulle industrie “pensanti”.
Una ricerca compiuta dall’ANIMI, dall’ARGE, dal CNIM e dallo SVIMEZ, consegnata al Presidente Draghi, riconosce l’eccezionale “funzione Matera al baricentro del Mezzogiorno continentale”, e definisce la città dei Sassi come “autentica innovazione umana in cui dovrà consolidarsi organicamente la sua vocazione all’innovazione civile, culturale, scientifica, tecnologica, produttiva, divenendo focus attrattore e diffusore delle nuove culture di un Ecosistema o ZES della Cultura e dell’innovazione digitale”.
La Regione Basilicata, con tenacia e convinzione,deveimpegnarsi nella costruzione di un tale “ecosistema” per far atterrare in Basilicata, soprattutto dall’esterno, imprese culturali e creative.
Si tratta di attivare “manifatture della conoscenza”, segnate dalla innovazione tecnologica e da modelli industriali di produzione dei contenuti culturali, destinati a creare lavoro. Lo spirito di tale pulsione creativa si tradurràin ricerca scientifica;in servizi creativi;nella commercializzazione dei prodotti nei settori trainanti dell’audiovisivo, dei multimedia, dei videogiochi;nel cinema di nuova frontiera;nell’editoria;nella moda;nel design;nell’artigianato artistico;nelle arti applicate;nella comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale attraverso le nuove tecnologie della realtà virtuale e della realtà aumentata.
Il predisposto studio di fattibilità tecnico-economico e l’articolata legge nazionale istitutiva delle ZES della cultura, da un anno consegnati alla Regione lucana, prevedono,oltre al credito d’imposta al 100% e alla semplificazione delle procedure amministrative, i seguenti peculiari vantaggi competitivi: la presenza,nel compendio produttivo,dell’Istituto Tecnico Superiore per le Industrie culturali e creative e del turismo (ITS),destinato alla formazione dei tirocinanti e alla formazione permanente dei lavoratori attivi;la sede dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA), dove si “producono” i professionisti del futuro; un asilo nido ed una scuola materna per i genitori lavoratori impegnati nella ZES; l’ubicazione di tale ecosistema nel dismesso Pastificio Padula, la cui rifunzionalizzazione, legata ad una progettazione di qualità, diverrà un ulteriore vantaggio competitivo, perché esprimere lavoro in una bella fabbrica diviene valore aggiunto nella scelta dell’investimento.
Il Mezzogiorno d’Italia, attraverso il progetto lucano, assumerà la primogenitura in Italia ed in Europa delle zone economiche speciali della cultura.
8) la necessità di confronti costantie propositivi per sanare la gracile salute dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, sconfitto quotidianamente dalle prestazioni dell’Ospedale privato “Miulli” di Acquaviva delle Fonti,per aggredire la debolezza progressiva del Dipartimento delle Culture Euromediterranee(DICEM) dell’Università materana la cui sede, è bene ricordare, è stata ultimata e resa fruibile grazie ad un impegno finanziario diretto di 3,8 milioni di euro erogati dal Comune di Matera (l’attiguo fabbricato, destinato allo studentato, è da 25 anniun rudere indistinto!) eper adeguare la sede materana dell’APT alla dimensione esplosiva della economia turistica che interessa la città dei Sassi e di rimbalzo l’intera regione.
Vorrei ricordare ai miei concittadini il monito di Bertolt Brecht nella sua opera “Galileo Galilei”: “vedo la vostra divina pazienza, ma la vostra divina furia dov’è?”
Quodscripsi, scripsi!