Sarà il giornalista e conduttore radiofonico di Rai Radiouno, Ruggero Po, a intervistare il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, nel corso di un incontro pubblico in programma domenica 1 febbraio alle ore 10.30, al cinema Comunale, in piazza Vittorio Veneto.
All’incontro, organizzato per presentare alla cittadinanza il resoconto di 5 anni di amministrazione comunale, interverranno anche Michele Emiliano, già sindaco di Bari, e Paolo Verri, direttore di Matera 2019. In proposito ecco il contributo inviato alla nostra redazione dall’avvocato materano Pierluigi Diso.
Sarà il Sindaco Adduce a rendere conto in modo preciso e dettagliato domenica prossima degli ultimi cinque anni di governo cittadino, prettamente a guida PD. Ma più che al sindaco, è alla governance che dovrà affiancare il nuovo primo cittadino che occorre porre mano, anzi attenzione. La sfida è ormai pronta tra i nuovi candidati a sindaco della città dei Sassi e l’appuntamento elettorale alle porte è abbastanza impegnativo se si vuole infiammare il dibattito politico con progetti e dossier da attuare per la città. Ma la prima riflessione va posta sull’attività interna del PD, al complesso delle iniziative con le quali il PD si prepara ad affrontare la nuova campagna elettorale per il sindaco della Città dei Sassi, nonchè il difficile rapporto con le altre forze politiche ed il proprio specifico compito consiliare e governativo della città già svolto e quello che vuole svolgere per Matera. Intendo riferirmi ad una presa di coscienza della propria ragion d’essere, che affini negli iscritti, ma soprattutto nei giovani – almeno in quei pochi che vogliono oggi affacciarsi sulla scena politica –, il senso della propria specifica responsabilità nella comunità cittadina. Occorre certo che il PD cittadino porti in modo autonomo la sua attenzione su tutti i problemi che la realtà di Matera propone, per inquadrarli in una visione organica e preparare le soluzioni più conformi alla intuizione politica ed agli ideali cattolici e del socialismo che animano il partito stesso. Perché la futura governance cittadina ed il gruppo comunale possano agire efficacemente, con grande impegno di qui al 2019 ed oltre, bisogna che il partito dal quale traggono ispirazione, dal quale ricevono un mandato fiduciario viva per primo una propria vita con una robusta struttura organizzativa, che non soffochi il nuovo, i giovani e le donne. Occorre che il partito conduca una seria attività di studio applicata alla realtà sociale, liberi la comune tensione ideale che sorregge l’esercizio, talvolta tumultuoso e affannoso del “potere”, con una costante e persuasiva comunicazione con l’opinione pubblica, che il PD deve prima illuminare e poi orientare. Occorre svolgere innanzitutto uniti la politica cittadina, senza “spifferi”, cercando di essere il più seri possibile, nel rispetto delle regole, e tamponare così la diffidenza anche degli stessi elettori democratici. Questo difficile lavoro va svolto con serietà, curando la formazione degli iscritti e la preparazione specifica attraverso i movimenti, i giovani, le donne, eccitando l’attività di studio e la presenza nella vita attiva della città, spiegando opera di chiarificazione e propaganda. E’ quindi oggi conveniente soffermarsi un istante a considerare ciò che di buono la presenza del PD in Consiglio comunale ha fatto, oppure esaminare l’operato delle sue varie anime lì sedute. Occorre soffermarsi sulle difficili vicende nelle quali il PD si è trovato ad essere protagonista, nel contatto impegnativo con le altre forze politiche, con le liste civiche che hanno abbondato in Consiglio comunale, quasi che la minestra fosse senza sale e pepe. Lì il PD ha dovuto conciliare le ragioni della sua forza, una forza che ha una indubbia funzione nella vita politica cittadina. Certo il PD, se vuole continuare ad essere forza di governo cittadino, deve essere innanzitutto unito, deve ascoltare le voci che lo animano e che hanno peso elettorale, cioè numerico, di voti; deve prestare attenzione al discorso politico, alle intuizioni altrui, a tutti gli elementi, da qualsiasi parte proposti, che alimentano il dibattito politico. Occorre che la forza dei numeri non diventi un privilegio che porta certamente alla solitudine, alla sconfitta elettorale, ma è bene ascoltare e comprendere le posizioni altrui, instaurare un dialogo politico nutrito di rispetto, serietà, di democratica tolleranza. Come ebbe a dire Renzi a Bari qualche anno fa, il PD è un carro sul quale non si sale, ma lo si spinge. Quella è la forza di un partito moderno e democratico. Una robusta struttura organizzativa è dunque finalizzata in modo crescente ad un discorso politico sempre più difficile, ma anche sempre più costruttivo. Ciò chiede una libera discussione all’interno che contribuisca ad alimentare un’esperienza democratica sempre più consapevole e seria. Cioè una esperienza democratica già in atto nel nostro Paese, nella quale hanno sempre minore verità ed efficacia le suggestioni irrazionali, le brusche posizioni ed ogni elemento incompatibile con la maturità e la ragionevolezza di meditate scelte personali. Ecco quindi l’appello alla ragione, all’intelligenza, alla libertà come coefficienti indispensabili di autentica democrazia che deve muovere e condurre ad assumere una posizione politica unitaria grandi masse e ceti diversi.
Pierluigi Diso