Nomina presidente Parco regionale del Vulture, intervento di Tucciariello (Centro Studi Leone XIII). Di seguito la nota integrale.
Il Parco del Vulture, istituito con legge regionale nel novembre 2017, ha lo scopo di conservare e di tutelare il patrimonio boschivo ed ambientale in genere in ogni sua componente e di promuovere e sviluppare attività economiche compatibili con il territorio. E tutto questo ridotto in estrema sintesi (la legge è spiegata in circa 40 pagine) favorisce uno straordinario volano di sviluppo culturale e socioeconomico in generale. In pratica, nel Vulture c’è lavoro per tutti perché ci sono le condizioni per invertire la tendenza in atto che impoverisce il territorio e favorisce emarginazione ed emigrazione. E quindi siamo in presenza di due opposti: a) alti indici di disoccupazione, di impoverimento delle attività economiche, di emigrazione giovanile ed intellettuale; b) straordinarie possibilità di sviluppo culturale, sociale ed economico attraverso un uso sostenibile del territorio e delle sue vocazioni. Vien da ricordare, a questo punto, che in regione vi sono due eccezionali situazioni particolarmente emergenti rispetto alle altre: abbiamo il petrolio,bacino che assicura il 60 per cento del greggio in Italia e abbiamo la Fiat, azienda tecnologicamente avanzata tra le prime in Europa. Con queste due situazioni fuori dalcomune che garantiscono straordinarie ricchezze per l’intera regione, negli ultimi 25 anni la classe politica regionale di sinistra ci ha trascinati così in basso, evidentemente per incapacità di gestione delle risorse del territorio.
In questi giorni si sta discutendo sui nomi di chi dirigerà il cantiere del Vulture, cioè il Parco, che è praticamente un cantiere giacché la legge istitutiva del Parco è stata approvata con gli scopi or ora evidenziati. E ci sono i nomi di 5 sindaci della zona. Il presidente Bardi, che noi lo scorso anno abbiamo votato perché avviasse un radicale cambiamento, dovrà scegliere tra questi. Sì perché loro, i nove sindaci del Parco, si sono riuniti ed hanno convenuto che loro stessi medesimi hanno tutte le carte in regola per aprire il cantiere Parco e dirigerlo per portarlo, in un tempo ragionevolmente definito, nelle condizioni di assicurare benessere ambientale e benessere economico. Sono sindaci di comuni qui intorno, non è difficile allora verificare ciò che sono stati in grado di produrre all’interno del territorio comunale. Basta una ricognizione veloce veloce. Osserviamo, tuttavia, che sarà un gran bene se si precisasse che il Parco dovrà diventare: 1) luogo di spesa per circa 300 mila euro l’anno e fare qualcosina qua e là, e allora va bene anche il primo cittadino del più piccolo comune della zona; 2) luogo di sviluppo sostenibile per capacità attrattive e centralità di interessi economici dell’area, e allora ci vuole un manager creativo dalle elevate capacità culturali ed imprenditoriali che nel giro di qualche anno non solo pareggia il conto delle spese investite ma capace di essere soggetto di altri investimenti e più che modello, paradigma. Si può fare. Noi ne discuteremo in un incontro pubblico a breve con i nostri esperti e proveremo a dare soluzioni possibili. Leggi regionali sbagliate in tutto o in parte si cambiano. Il presidente Bardi ne avrà tutta intera la responsabilità delle decisioni.