“È strano ricordare in questi giorni di dibattito sofferto sull’autonomia differenziata delle regioni italiane, un anniversario, come quello di oggi qui a Paterno, che proprio per il suo spirito di comunità coesa, ci fa capire quanto sia importante garantire eguali diritti a tutti senza far prevalere le ragioni del più forte anche economicamente sul più debole.
50 anni della vostra autonomia sono per noi dell’Ente Provincia, il lievito che fa crescere un territorio in maniera equilibrata ed eguale.
Non è casuale che con l’avvento della Costituzione Repubblicana (1° Gennaio1948), trovarono attuazione istanze autonomistiche, fino a quel momento sconosciute.
In particolare, nell’art. 5 della Costituzione., norma sentinella che caratterizza il nostro ordinamento come sistema fondato sulle autonomie locali, viene affermato il principio del decentramento dei poteri e, dunque la promozione ed il riconoscimento delle autonomie locali.
Dall’esame della norma, emerge il criterio attuativo del decentramento amministrativo e l’adeguamento della legislazione dello Stato alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
L’autonomia che caratterizza ciascun ente, in particolare gli enti locali, è rinvenibile nella sussistenza di due ben precisi poteri: la potestà di darsi un proprio assetto normativo e la potestà di indirizzo politico-amministrativo.
L’autonomia statutaria conferita dalla Costituzione e dalla legge ordinaria a Regioni, Province, Comuni e Comunità Locali, indica la potestà di emanare il rispettivo statuto/atto normativo contenente le norme fondamentali sull’organizzazione, l’assetto strutturale ed il funzionamento dell’ente.
Ecco perché nel celebrare la Vostra autonomia, esaltiamo i valori dell’essere tutti protagonisti dello sviluppo della
Nostra provincia, che qui rappresento, e della nostra regione partendo proprio dai piccoli comuni e dalle piccole comunità.
Era questo l’obiettivo del vostro Comitato per l’Autonomia che fu un comitato trasversale di lotta, di proposta e anche di raccordo con i rappresentanti politici di diverse estrazioni che diedero il proprio contributo, tramite iniziative legislative, per il raggiungimento dell’Autonomia stessa.
Mi piace ricordare qui il Dottor Cunetta, Maico Fortunato, Francesco Blasi, Battista, il prof Petracca, il dottor Sangiorgio, l’ingegnere Emilio Rossi, il parroco Don Antonio Cuntò. Promotori del Comitato e animatori di una civile richiesta di autonomia.
Poi importante fu l’apporto anche di Gabriele Di Mauro che ricorderei per il suo attaccamento a questi luoghi che recentemente ci ha lasciati.
Il 4 maggio 1973 con la firma del decreto da parte dell’allora presidente Verrastro (legge n. 8) si ratificò l’esito della consultazione popolare referendaria che sancì la vittoria del Sì e la conseguente erezione di Paterno da frazione di Marsico Nuovo a Comune autonomo.
Una storia che continua ancora oggi da prendere come esempio di battaglie civili e sociali nel solco del dialogo e del confronto che mi auguro serva come monito per la politica regionale e nazionale di cui abbiamo tanto bisogno.”