Angela Franchini, Presidente dell’associazione Antiusura “Sviluppo e legalità”, in una nota esprime alcune riflessioni in occasione della giornata internazionale della donna. Di seguito la nota integrale.
Da un’indagine statistica pubblicata sul Corriere della sera si evince che solo 53 donne su cento lavorano e, solo, una su cinque, è titolare di un conto corrente bancario. Nel 2025 dopo anni di lotte per la parità delle donne, vi è ancora una grande disparità soprattutto a livello lavorativo ed economico. Questo scenario che vede la figura femminile più debole dal punto di vista economico costituisce l’anticamera della violenza economica di cui molte donne sono vittime anche all’interno del contesto familiare. La Presidente dell’associazione antiusura, avv. Angela Franchini, nel giorno della festa della donna, vuole evidenziare una problematica sociale di cui si parla molto poco perchè poco conosciuta. Si tratta di un tipo di violenza di non facile dimostrazione, proprio come l’usura, perché subdola e colpisce molto spesso nel silenzio delle mura domestiche soprattutto le donne che non lavorano per cui sono succubi economicamente del marito o del compagno che detiene il potere economico all’interno della coppia o della famiglia. La dottrina e la giurisprudenza fanno fatica ad elaborare il concetto di violenza economica che viene fatto rientrare nella più ampia nozione di violenza domestica. Il riconoscimento della violenza economica quale forma di sopraffazione la ritroviamo nella Convenzione di Instanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza delle donne. Nonostante ciò risulta ancora difficile da individuare, perché culturalmente radicata e accettata talvolta anche dalle stesse donne che accettano controlli sulla gestione del denaro, molto spesso perché non percettrici di reddito. La violenza economica il più delle volte si manifesta attraverso il controllo economico ovvero quando l’autore della violenza limita o impedisce l’uso delle risorse finanziarie della vittima e il suo potere decisionale, per esempio negandole l’accesso a un conto corrente o obbligandola a chiedere l’autorizzazione per le spese monitorando costantemente i suoi acquisti. Vediamo che, tra le donne che denunciano abusi, una su tre, ha reddito zero perché la dipendenza economica può diventare un ostacolo insormontabile che impedisce di recidere una storia tossica. Purtroppo ancora nel 2025 manca una presa di coscienza sulla gravità del problema. Non avere un lavoro e quindi un reddito impedisce una vita sana e dignitosa per cui l’associazione antiusura “Sviluppo e legalità “ sostiene e promuove campagne di sensibilizzazione su queste problematiche e diffonde anche nelle scuole l’importanza dell’educazione finanziaria che insegna le competenze di base utili a gestire il denaro e far comprendere l’importanza dell’indipendenza economica che rappresenta un passo fondamentale per l’emancipazione economica personale e sociale e che deve essere il volano per promuovere l’indipendenza femminile.