8 marzo, Nunzia Antezza: riflessioni su donna e politica. Di seguito la nota inviata da Nunzia Antezza, Coordinatrice cittadina Matera e componente segreteria regionale Italia Viva.
“Come donna e madre lavoratrice, impegnata anche in politica, parlare oggi del tema “Donne e Politica” è quanto mai urgente e attuale: dai dati sul divario di genere, la nostra società, anche quella lucana, è ancora distante dall’obiettivo della parità in tutti i campi, compreso quello dell’agire politico e dell’amministrare. La politica ha il dovere di saper cogliere il momento attuale, che vede per la prima volta una donna Presidente del Consiglio, una Segretaria di Partito o, ancora, una Presidente della Corte Costituzionale e, notizia recentissima, una donna, tra l’altro lucana, eletta Presidente della Cassazione. Serve allora solo un impegno a riconoscere il profondo cambiamento culturale in atto, per arrivare ad una svolta sostanziale anche in Basilicata.
Occorre, a mio avviso, avere uno sguardo lungimirante e un pensiero più coraggioso, le donne in politica e nelle più alte cariche sono già al centro del dibattito pubblico e non più solo oggetto di slogan. Serve la sensibilità necessaria a cambiare davvero le cose nel nostro sistema democratico; è tempo di costruire in questa direzione, sulla base di idee e valori condivisi in discontinuità rispetto al passato, una prospettiva programmatica, che nella sostanza possa gravitare attorno all’universo femminile, inteso come centro gravitazionale di progetti, intuizioni e concretezza nella fattibilità e operatività. Una scelta quasi “esistenziale” in una regione che annovera, in oltre 50 anni di storia, una sola Presidente del Consiglio Regionale donna, la già senatrice Maria Antezza, mai nessun Presidente di Provincia né a Potenza né a Matera e, men che meno, una Presidente di Regione. Solo qualche Assessora – possiamo ricordare – e qualche Consigliera Regionale, sempre in numero di gran lunga inferiore rispetto alla presenza prevalentemente maschile.
La discontinuità, rispetto al passato, credo sia la dimensione necessaria per interpretare quanto sta accadendo a livello nazionale, per aggiustare la rotta, per lasciare spazio alla vera dimensione della parità e delle pari opportunità anche qui nella nostra terra: gli errori vanno corretti, i miglioramenti vanno sempre inseguiti e le opportunità vanno colte, per raggiungere il doveroso riconoscimento dei diritti fondamentali di ogni persona. Dobbiamo avere la capacità di aggregare le diversità e le sensibilità diverse, riportare a sintesi, farle diventare ricchezza e trasformarle in opportunità. Gli interpreti della politica devono accettare questa sfida e la fatica del confronto per poter produrre equità, parità e pari opportunità. Riflettiamo sulla differenza tra diritto e privilegio: l’esercizio di un diritto deve garantire una possibilità di riscatto per tutti e tutte, non deve diventare l’occasione per creare nicchie di convenienza. Includere al posto di discriminare, pari opportunità quale punto di partenza, nei partiti, nel lavoro, nella famiglia, ecc…
Una comunità socialmente responsabile è una comunità che si vuole bene, che attiva i circuiti dell’agire solidale, che rispetta le differenze. Noi donne vogliamo dare un nostro contributo non come distinte, ma come momento centrale, propulsivo e di proposta della società. Donne che possono essere le protagoniste di una nuova stagione di buon governo del Paese e delle comunità locali, come dimostrano le recenti elezioni, con la convinzione che tutti e tutte possono concorrere a svolgere funzioni di rilancio della politica e nell’amministrazione della cosa pubblica. La voglia di riscatto delle cittadine e dei cittadini passa anche da questa voglia, che si percepisce quando si sta tra la gente, di rompere il cerchio chiuso dei vecchi rituali per introdurre nell’agone pubblico nuove energie e nuovi protagonismi.
Un cammino da fare insieme con determinazione, lealtà e complicità, promuovendo ovunque il contributo, mai banale, delle donne alla costruzione del benessere sociale, delle istituzioni, della democrazia. Perché ciò che fa vera la democrazia, diceva uno statista francese, non è tanto riconoscere i pari, quanto crearli.
Se è una donna a entrare in politica è la donna che cambia, ma se sono più donne a entrare in politica è la politica che cambia. E quindi la comunità tutta ne beneficia.”