Pio Abiusi, presidente dell’Associazione Ambiente e Legalità in una nota chiede che si garantisca massima trasparenza per la gestione della crisi idrica che coinvolge 30 Comuni lucani. Di seguito la nota integrale.
Il Freedom of information act (FOIA) prevede un indiscriminato e libero accesso a tutte le informazioni della pubblica amministrazione ed è necessario anche per prevenire la corruzione.
In Italia il concetto di trasparenza è stato somministrato in pillole dalla legge 241/90 che garantiva l’accesso agli atti con notevoli restrizioni si è giunti finalmente al decreto legge 33/13 definito come riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.
Talvolta i militari all’insegna dalla riservatezza che pure ci deve essere per garantire la sicurezza dello Stato prendono lucciole per lanterne; la Basilicata si tenta di gestirla, semmai all’acqua di rose, come una caserma, i dirigenti di importazione che non sono stati militari scimmiottano. Non può essere altrimenti, mica ci si può comportare in maniera difforme da chi ti dà il pane ed il ricco companatico anche se non meritato,semmai!
Quando sorsero problemi ambientali e mi riferisco all’inquinamento della falde acquifere da parte di Fenice ed allo sversamento di petrolio nelle falde sottostanti il COVA, all’epoca la dirigenza regionale che non era inquadrata militarmente e convocò tavoli della trasparenza chiedendo il tempestivo intervento dell’ISPRA e dell’ISS che assistettero le strutture regionali. Tralasciamo il tavolo della trasparenza dell’Itrec perchè è un fatto consolidato cosi come la dismissione del sito.
Ogni atto prodotto dai tavoli della trasparenza è stato pubblicato nei modi ritenuti più opportuni
Per la rilevanza degli eventi anche dal aspetto sanitario lo sversamento di greggio dai serbatoi del Cova ha comportato l’istituzione di un apposito logo dove è pubblicato ogni atto.
Per grazia ricevuta? No! Conoscenza della materia da parte di quei dirigenti regionali spesso vilipesi ma che la materia conoscevano; oggi tutto questo non è assicurato!
L’art.40 del predetto decreto legge 33/2013 obbliga a pubblicare i dati ambientali e sono le disposizioni di maggior tutela previste dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195. che recepisce
la convenzione di Aarhus sottoscritta anche dall’Italia fin dal 30 Ottobre 2001. La Convenzione parte dall’idea che un maggiore coinvolgimento e una più forte sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei problemi di tipo ambientale conduce ad un miglioramento della protezione dell’ambiente, essa ha inteso contribuire a salvaguardare il diritto di ogni individuo, delle generazioni attuali e di quelle future, di vivere in un ambiente atto ad assicurare la loro salute ed il loro benessere.
La convenzione prevede 3 aree di intervento:
-assicurare l’accesso del pubblico alle informazioni sull’ambiente detenute dalle autorità pubbliche;
-favorire la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali che influiscono sull’ambiente;
-estendere le condizioni per l’accesso alla giustizia in materia ambientale.
Sono principi ai quali occorre ottemperare.
Il Presidente Bardi è stato nominato Commissario per la gestione della crisi idrica, di sicuro il Governo ha emesso un apposito decreto che lo nomina.
Il decreto di nomina va pubblicato!
Le riunioni assembleari sono riconducibili alle conferenze dei servizi vanno quindi verbalizzate e sottoscritte dal Commissario e dall’Aiutante di Campo che ha funzioni di Segretario.
I verbali così composti vanno pubblicati!
Verbalizzare è un atto che ha una rilevanza giuridica sostanziale, dopo di ciò tutti gli atti prodotti ad iniziare dai verbali relativi ai monitoraggi vanno pubblicati e sottoscritti. Arpa usa sottoscrivere i report dei monitoraggi ed abbisognano di quella relazione che Arpab normalmente fa nei suoi sopralluoghi; Acquedotto Lucano viene dalla scuola del Generale?
Non è significativo che Acquedotto Lucano proceda a monitorare le acque del Basento perchè lo fa Arpab mentre quello che deve monitorare e rendere pubblici sono i report relativi all’acqua in uscita dall’impianto di potabilizzazione, vanno pubblicati tutti i valori monitorati e saranno preceduti da una relazione che illustra il processo di potabilizzazione, il potabilizzatore che alcune famiglie acquistano è fornito di manuale illustrativo anche quello pubblico dovrà averlo. L’acqua in bottiglia della quale i cittadini in questi giorni fanno larghissimo uso nei comuni serviti dall’acqua del Basento hanno apposita etichetta perchè il processo di potabilizzazione che viene fatto a Masseria Romaniello con le sue risultanze non deve essere pubblico?
I monitoraggi di Arpa dell’acqua prelevata dal Basento e quelli in uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello a cura di AL vanno pubblicati con annesse relazioni sottoscritte.