Prosegue e si evolve l’Accordo per la gestione delle risorse idriche tra la Regione Basilicata, la Regione Puglia ed il Ministero dei Lavori Pubblici.
I presidenti Marcello Pittella e Michele Emiliano e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Claudio De Vincenti, hanno sottoscritto ieri a Roma il documento, valido fino a tutto il 2030, definito nelle moredella eventuale stipula di un più ampio accordo fra le regioni del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale.
Il primo Accordo di Programma sottoscritto dalla Regione Basilicata, Regione Puglia e dal Ministero dei Lavori Pubblici (ora Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), risale al 1999 e regolamentava i processi di pianificazione e gestione delle risorse idriche condivise tra le due regioni. In base a questo documento la Regione Basilicata si è impegnata ad utilizzare i proventi
della componente ambientale della tariffa dell’acqua per la programmazione e l’attuazione di interventi finalizzati alla tutela quali-quantitativa della risorsa idrica. Facendo proprio il principio che vede la pianificazione condivisa come strategica per l’ottimizzazione dell’uso della risorsa e per consentire risparmi disponendo di reti di monitoraggio sempre efficienti per la valutazione dello
stato quali-quantitativo della risorsa.
L’Accordo del 1999, scaduto il 31 dicembre 2015, ha consentito fino ad oggi una utile, efficace e condivisa gestione delle risorse idriche consentendo ai due territori di superare eventi di crisi ed emergenza idrica. Si è ispirato ai principi alla base della Direttiva europea 2000/60/CE che istituisce un quadro di riferimento per l’azione comunitaria in materia di acque ai fini della tutela e gestione delle risorse idriche. E individua la necessità di pianificare la gestione delle risorse idriche tenendo conto del principio del recupero completo dei costi dei servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse (Full CostRecovery).
Il successivo DPCM del 20 luglio 2012 ha poi individuato le funzioni del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico in materia di servizi idrici e definito i criteri per la definizione del costo ambientale e della risorsa anche in proporzione al grado di inquinamento derivante dall’impiego e ai costi a carico della collettività attuando il principio del recupero integrale del costo del servizio e del principio del «chi inquina paga».
Finalità principali dell’Accordo sottoscritto nella giornata di ieri sono: il rafforzamento della pianificazione e gestione comune delle risorse idriche; l’attivazione di più agili strumenti di coordinamento; la più puntuale definizione della tariffa dell’acqua all’ingrosso; la salvaguardia della fascia ionica lucana, interessata da arretramento costiero e della falda carsica pugliese, interessata da fenomeni di salinizzazione; il completamento degli schemi idrici tra Basilicata e Puglia e delle opere incompiute.
Per l’attuazione dell’Accordo è stato istituito un Comitato di Coordinamento presieduto dalla Regione Basilicata, mentre le Autorità di Bacino di Puglia e Basilicata costituiscono le strutture tecniche operative del Comitato e, in tale veste, potranno essere destinatarie di specifici finanziamenti. Struttura di supporto amministrativo del Comitato di Coordinamento sarà l’Autorità di Bacino della Basilicata. Al Comitato di Coordinamento sono demandate le seguenti attività: approvazione dei programmi annuali di utilizzazione; definizione della tariffa all’ingrosso; individuazione degli obiettivi gestionali e infrastrutturali.
L’attuazione dell’Accordo è demandata alla Segreteria Tecnica, composta dal segretario Generale dell’Autorità di Bacino della Basilicata, con funzione di coordinamento e dal segretario Generale dell’Autorità di Bacino della Puglia. Presso la Segreteria Tecnica potranno essere costituiti gruppi di lavoro con tecnici altamente specializzati designati dalla Amministrazioni firmatarie. La Presidenza del Consiglio, in accordo con le due Regioni, può utilizzare le società in-house dello Stato per collaborare con la Segreteria Tecnica senza oneri per le Regioni.
Nel documento è stata inoltre definita l’organizzazione della gestione dell’acqua all’ingrosso. Per lo scopo sarà costituita una società partecipata dall’Amministrazione Centrale e dalle Regioni sottoscrittrici. Tale società, il cui statuto dovrà consentire l’eventuale partecipazione di altre Regioni, dovrà essere operativa entro il 31 dicembre 2016 e gestire l’acqua all’ingrosso a partire dal 1 gennaio 2017, anche avvalendosi eventualmente degli attuali gestori del Servizio Idrico Integrato delle Regioni sottoscrittrici.
Per procedere al completamento della liquidazione dell’EIPLI, che si dovrà attuare entro fine 2016, e al trasferimento delle funzioni dell’Ente, la Presidenza del Consiglio nominerà un nuovo Commissario “ad acta”.
Per quanto riguarda la tariffa dell’acqua all’ingrosso – che tiene conto della componente industriale e di quella ambientale – è definita ed aggiornata dal Comitato di Coordinamento sulla base di linee guida stabilite in materia dal
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La tariffa si basa anche su specifiche valutazioni anche in merito alla salvaguardia dei valori sociali e ambientali attribuibili alle attività agricole sul territorio delle due Regioni, conseguendo anche ulteriori differenziazioni al variare del settore d’uso a cui è destinata la risorsa.
I proventi della tariffa dell’acqua all’ingrosso sono utilizzati, in applicazione dei
provvedimenti del Comitato di Coordinamento, per l’attuazione delle azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo.
L’approvazione del bilancio consolidato 2015 dell’Acquedotto Pugliese che, secondo quanto riferiscono oggi gli organi di informazione, presenta un utile netto pari a 15 milioni di euro, ricavi per 519 milioni di euro e Margine Operativo Lordo (MOL) per 175 milioni di euro, è una buona notizia a patto che sblocchi la vecchia pendenza del debito che la Regione Puglia deve, da anni, alla nostra Regione per una cifra che oscillerebbe intorno ai 75 milioni di euro. E’ quanto afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) che aggiunge: anche in quest’estate per gli agricoltori specie del Metapontino si preannuncia una stagione irrigua difficile e soprattutto all’insegna dell’incertezza per le note difficoltà e carenze dei Consorzi di Bonifica che hanno bisogno di nuovi investimenti. E’ il paradosso dell’uso delle risorse idriche lucane che, come è giusto che sia, nello spirito di cooperazione, producono benefici all’agricoltura e all’industria della Puglia, ma – dice Castelluccio – non altrettanto all’agricoltura e all’industria della Basilicata per i costi ancora troppo alti e l’inadeguatezza di condotte ed impianti irrigui. Se a questo si aggiunge il contenzioso tra le due Regioni – che doveva essere risolto dal lontano dicembre 2015 con la firma del protocollo di intesa tra acquedotto lucano e quello pugliese per attivare, si diceva all’epoca, stabili relazioni industriali, come sancì la presenza alla cerimonia di firma del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e di quello Lucano, Marcello Pittella – la situazione è ancora più intollerabile ed insostenibile da parte del mondo agricolo del Metapontino che paga il prezzo più alto. Ed è il caso di ricordare che quell’intesa prevedeva anche il rinnovo dell’accordo sul costo all’ingrosso dell’acqua di cui si è persa traccia perdurando un costo decisamente ridotto.
Il vice presidente del CR inoltre evidenzia che si è sempre in attesa che l’Egrib, l’Ente di governo per i rifiuti e le risorse idriche della Basilicata, considerato dal Presidente Pittella come la “madre” di tutte le riforme di governance, con l’obiettivo di mettere ordine nella ragnatela di enti che si occupano e sprecano a vario titolo nei due comparti, manifesti la sua presenza e chiarisca una volta per tutte se Acqua spa ed Eipli abbiano ancora un ruolo sul nostro territorio e quale rapporto da instaurare con il costituendo Consorzio unico di Bonifica. Qualcuno – conclude Castelluccio – lo spieghi a quei titolari di piccole imprese non solo agricole che si vedono arrivare in azienda bollette tra i 15 e i 20mila euro l’anno perconsumo acqua”.
“L’acqua invasata nei bacini idrici lucani e’ una risorsa assai strategica per lo sviluppo della Basilicata e della Puglia. L’intesa annunciata dai presidenti delle due Regioni, che rinnova l’accordo del 1999, stipulato dai governatori Filippo Bubbico e Raffaele Fitto, esige una rigorosa verifica per stimarne gli effetti, le realizzazioni e le criticità. Dalla valutazione dell’entità delle royalties dell’acqua, alla finalizzazione del loro impiego, allo stato di salute dei bacini e delle opere idrauliche, al completamento dei schemi idrici”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor). “Molte restano le criticità che andranno approfondite: dallo stato dei corsi idrici, spesso oggetto di esondazioni in questi anni, all’erosione delle coste ioniche, che ha raggiunto livelli allarmanti, fino all’impiego delle risorse finanziarie ricavate dalle compensazioni ambientali non sempre destinate a curare l’assetto del territorio e la sua manutenzione; allo smaltimento della debitoria accumulata dall’Eipli. Da ultimo l’equilibrio di una governance del nuovo ente pubblico partecipato da governo e regioni che assumerà le competenze e gli assetti patrimoniali dell’Eipli. Apriremo una discussione in Parlamento con il Governo per indirizzare un processo che assume una delicatezza ed un profilo di primario interesse per gli assetti economici e territoriali della Basilicata e della Puglia ed avrà conseguenze rilevanti sui bilanci del aziende agricole lucane e pugliesi”.
Lug 01