Con la nuova norma si sospende l’applicazione dell’art. 6 della Legge di stabilità regionale 2020 e si stabilisce che per il 2020 si continua ad applicare l’art.42 della L.R. 43/1996“Disciplina nella ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali”
Il Consiglio regionale ha approvato, oggi, a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Fi, Lega, Idea, Bp, Fdi; 3 voti contrari dei M5s e 2 astensioni di Iv e Pd) una proposta di legge, d’iniziativa dei consiglieri Zullino, Coviello, Cariello e Sileo (Lega), Baldassarre (Idea) e Quarto (Basilicata positiva) che detta disposizioni in materia e coltivazione delle acque minerali e termali.
Con il progetto normativo si sospende l’applicazione dell’art. 6 della Legge di stabilità regionale 2020 (n.10 del 20 marzo 2020) e si stabilisce che, per il 2020, nelle more dell’approvazione della legge di riordino della disciplina in materia di acque minerali e termali,si continua ad applicare l’art.42 della Legge regionale 2 settembre 1996, n.43 “Disciplina nella ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali”. Con l’art. 6 della legge regionale n.10/2020 si prevede che ai canoni proporzionali annui che le imprese concessionarie di acque minerali pagano per ogni ettaro o frazione compreso nell’area oggetto di concessione, si aggiungano gli incrementi degli importi del canone relativo all’acqua imbottigliata e un canone ulteriore relativo all’acqua minerale emunta ma non imbottigliata.
Previsto, altresì, che la Giunta regionale, prima dell’applicazione dei nuovi oneri concessori, attivi tutte le procedure necessarie per poter consentire la telelettura, direttamente dagli uffici regionali, di tutti i contatori posizionati sulle condotte ubicate tra le sorgenti e le aziende concessionarie, al fine di poter quantificare le acque destinate all’imbottigliamento e le acque emunte senza il successivo imbottigliamento (emendamento Acito).
Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Zullino, Sileo e Coviello (Lega), Acito (Fi), Braia (Iv), Pittella (Pd), Quarto (Bp).
I consiglieri regionali di Forza Italia commentano l’integrazione alla pdl finalizzata a consentire la corretta applicazione degli oneri concessori sulle acque minerali.
“Anche l’acqua minerale imbottigliata in Basilicata, come per l’acqua che dagli invasi lucani arriva in Puglia e il petrolio estratto in Val d’Agri (e a breve a Tempa Rossa), è una risorsa che deve e può produrre maggiori entrate e diventare nuova opportunità di sviluppo locale”.
Così il gruppo di Forza Italia che aggiunge: “E’ questo il significato dell’iniziativa del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale che ha presentato un’integrazione alla pdl finalizzata a consentire la corretta applicazione degli oneri concessori sulle acque minerali”.
“Si è inteso impegnare il Presidente e la Giunta stessa – continuano i consiglieri Piro, Acito e Bellettieri – ad attivare, prima della applicazione dei nuovi oneri concessori, tutte le procedure necessarie per poter consentire la telelettura, direttamente dagli uffici regionali, di tutti i contatori posizionati sulle condotte ubicate tra le sorgenti e le aziende concessionarie, al fine di poter quantificare le acque destinate all’imbottigliamento e le acque emunte senza il successivo imbottigliamento. In sostanza, il controllo sull’acqua minerale realmente imbottigliata che nel 2019 ha superato il miliardo di litri, vale a dire oltre il 30 per cento delle risorse di acque minerali nazionali, contestualmente al raddoppio del canone che i concessionari dovranno versare alla Regione a partire dal nuovo anno, produrrà introiti significativi da trasferire in investimenti sui territori interessati”.
“Un risultato significativo – concludono – della battaglia di Forza Italia perché le risorse del nostro territorio, a differenza del passato, non siano più solo profitto per gruppi industriali”.