“innovare il servizio idrico per far evolvere territori e comunità”. E’ il tema di un workshop promosso a Potenza da Acquedotto lucano alla presenza delle più importanti multiutility dell’acqua italiane. Di seguito report e foto.
Portare innovazione all’interno dei processi che governano il Servizio idrico, è oggi frutto soprattutto di visione e capacità di pianificazione, che portano direttamente a buona progettazione e quindi alla possibilità di attrarre risorse a più livelli. E’ il messaggio lanciato nel corso del workshop organizzato a Potenza da Acquedotto lucano in collaborazione con Energia Media, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni regionali, università, del Ministero per la Transizione Ecologica e sopratutto delle più importanti multiutility dell’acqua italiane. Un’iniziativa che ha avuto l’obiettivo di far emergere tutto il valore che Acquedotto Lucano porta in dote al settore, espresso anche nella capacità di confrontarsi sia con imprese dal forte imprinting tecnologico sia con ricerca e istituzioni; soggetti chiamati oggi più che mai a operare in rete, con continuità e in stretta sinergia. “Questa occasione di confronto è importante perché arriva in momento storico per Acquedotto Lucano – ha spiegato l’amministratore unico di Al, Alfonso Andretta – per l’arrivo di un finanziamento di più di 100 milioni di euro tra React – Eu e Pnrr per ridurre le perdite idriche. E’ fondamentale fare sistema per realizzare importanti investimenti in circa 14 mesi, un obiettivo importante che richiede la partecipazione di tutti, comprese le aziende che svolgeranno i lavori”. Dell’importanza di investire sulle reti idriche ha parlato l’assessore regionale all’Ambiente e all’energia, Cosimo Latronico. “Abbiamo trovato in Acquedotto Lucano perdite che superavano il 60%, l’ultimo programma candidato al Pnrr al React-Eu, e anche una programmazione del fondo Sviluppo e coesione, porteranno finanziamenti per oltre 130 milioni che dovrebbe abbattere le perdite del 30/40%. Si tratta di un aiuto ai bilanci di Al e, allo stesso tempo, si tratta di realizzare un processo di innovazione attraverso il monitoraggio delle reti, un nuovo sistema di computazione dei prelievi idrici, per evitare le aree dell’evasione. Attorno al ciclo dell’acqua – ha concluso Latronico – può crescere un distretto di sviluppo economico che dobbiamo guardare con grande attenzione”. Auspicio condiviso dall’amministratore unico dell’Egrib, Canio Santarsiero, per il quale “si sta attivando finalmente un’innovazione all’interno del comparto ambiente della Regione Basilicata che, voluta dal governatore lucano Bardi, sta portando una nuova idea del Servizio idrico integrato attraverso la sua innovazione”. Nel corso delle varie tavole rotonde si è parlato anche di Pnrr e di come questo strumento potrà fornire sviluppo al settore idrico. “Sicuramente il Pnrr può rappresentare per il settore idrico una spinta importante in termini di innovazione dell’infrastruttura che negli anni ha vissuto una scarsità di investimenti soprattutto nel Sud dell’Italia – ha spiegato Simone Pompili, partner Intellera Consulting – i gestori sono chiamati ad uno sforzo importante, le risorse messe in campo sono sufficienti per dare nuovo impulso ad un settore che eroga un servizio pubblico essenziale per cittadini ed imprese”. Nel corso della giornata rimarcata l’importanza di lavorare assieme anche tra soggetti che operano in territori diversi. “ Le utility italiane hanno necessità di crescita delle dimensioni, nel senso che certamente ci sono aspetti tecnologici ed innovativi che devono essere portati all’interno dei processi produttivi delle utility, ma il nodo fondamentale resta la dimensione – ha evidenziato Fabrizio Mazzacurati, direttore ingegneria HERATech del gruppo Hera, una importante società con 10 mila dipendenti e oltre 10 miliardi di fatturato – noi ci confrontiamo in un campo, che è quello europeo dove i gestori di servizi a rete hanno dimensioni che normalmente sono di dieci volte quella della più grande utility italiana, Quindi il tema chiave è crescere di dimensione, in questo modo si fanno sinergie, aumentano le capacità di investire ed anche le competenze tecnologiche”. Per Mazzacurati “ il rapporto con Acquedotto Lucano è estremamente interessante perchè qui si attua una gestione del servizio idrico in un contesto territoriale estremamente complesso che è quello di un Appennino aspro con una densità di popolazione ridotta e quindi è estremamente interessante capire come qui certe problematiche vengono affrontate. Noi di contro portiamo all’interno del contesto lucano, quella che può essere l’esperienza idi una struttura industriale quotata in borsa con anche esperienze in campo industriale”. Presente, tra gli altri, all’iniziativa anche Acquedotto Pugliese che attraverso la responsabile dell’area Sit, Luigia Troiano, ha portato un virtuoso modello attuato per “superare eventuali differenze tra Nord e Sud nel settore idrico”. “Ci siamo approcciati al React – Eu dove abbiamo avuto la possibilità di presentare un progetto sfidante che è lo ‘smart water management’ e prevede la digitalizzazione delle reti e di tutti i processi che intervengono e sono finalizzati al recupero delle perdite. Un approccio quindi non più vecchia maniera in cui c’è un intervento passivo per cui si interviene operativamente là dove si verifica una perdita, ma un approccio predittivo di recupero della perdita idrica fino ad uno più sfidante approccio strategico per una pianificazione sui diversi anni. Questa opportunità che si è avuta con questi finanziamenti porterà il Sud ad eliminare quel gap, anche nel settore idrico, che eventualmente c’è stato in questi ultimi anni”.