Si è aperta in mattinata con la relazione del sindaco di Matera Salvatora Adduce la giornata materana dedicata all’evento culturale Polo Sud, idee per il futuro. Riportiamo di seguito il discorso del Sindaco di Matera in cui chiede di ridurre i limiti del patto di stabilità per i comuni siti UNESCO.
C’è una relazione fra le discussioni che si tengono nelle capitali economiche e politiche dell’Europa e la discussione che ci prepariamo ad affrontare oggi, qui, a Matera, in una piccola città del Sud, con Polo Sud?
Io penso di si.
Le inedite difficoltà che stiamo affrontando in ogni parte del mondo e segnatamente in Europa ci costringono ad un più generale ripensamento dei modelli economici, sociali, a cominciare dal welfare, ma più in generale di vita ….
In verità tra tagli strappi e fratture varie non riusciamo ancora ad intravedere la via di uscita da questa situazione.
Forse perché non prendiamo ancora consapevolezza che non basta qualche pur robusto aggiustamento, non bastano manovre e riforme (diremo strutturali …) .
E’ venuto il momento di mettere mano alla vera unica riforma che ci può salvare:
quella culturale.
Dunque le conversazioni che si organizzano a Matera grazie alla lodevolissima iniziativa di Laterza alla collaborazione della Regione dei Comuni coinvolti della Soprintendenza per i beni storici e artistici che ci ospita oggi e al partner ENI non costituiscono una divagazione estiva.
Al contrario centrano il cuore del problema.
E sono queste le ragioni che ci hanno spinto a:
• Candidare Matera a capitale europea della cultura nel 2019;
• Ad aderire al manifesto il Sole24 ore il affinchè la cultura diventi un motore per lo sviluppo;
• E oggi siamo qui a confrontarci con Polo Sud per capire meglio quali prospettive può avere la cultura, sia come bene immateriale che come prodotto economico.
La crisi, la candidatura di Matera, il manifesto del Sole24Ore, Polo Sud. Sembrano quattro cose separate fra loro. E invece oggi siamo oggi qui a ribadire che dopo la straordinaria apertura di Eva Cantarella, ieri a Bernalda.
La crisi economica ci costringe ad affrontare il tema della cultura anche con uno sguardo diverso, più aperto alle condizioni della necessità, dell’emergenza, della quotidianità, del vivere alla giornata. Le istituzioni, a partire dal Comune, sono oggi costrette a fare i conti con risorse ridotte a lumicino fra tagli dei trasferimenti statali, fra i limiti di spesa dettati dal patto di stabilità e le nuove tasse che si scaricano sui cittadini per ripagare i debiti dello Stato.
Di fronte a questo scenario è evidente che il bene culturale rischia di essere sommerso da altre priorità come il lavoro, la ripresa del tessuto produttivo, l’assistenza ai più deboli. Tutto questo rafforza l’idea che parlare oggi di cultura non è fuori luogo, ma è pienamente dentro i luoghi.
Noi, infatti, riteniamo che investire in cultura significa investire in sviluppo. E non sono parole dettate dalla retorica o dalla circostanza. Sono parole dettate da fatti concreti, chiari, evidenti. Lo sa bene Pierluigi Sacco che interverrà fra poco proprio sul tema dello sviluppo. Un esempio su tutti: i Sassi di Matera, patrimonio mondiale dell’umanità. L’investimento che lo Stato fece con la legge 771 dell’86 assegnando 100 miliardi di vecchie lire ha generato negli anni investimenti per oltre 300 miliardi di vecchie lire creando occupazione e piccole imprese.
Purtroppo dividiamo ancora troppo superficialmente i beni materiali dai beni immateriali e ancora oggi c’è chi considera la cultura solo e unicamente come un bene immateriale. Questo, è vero, dipende anche molto da come il tema è stato affrontato nella storia lontana del nostro Paese, spesso più presa da desideri di imponenza che da reali bisogni di crescita. Ma oggi noi abbiamo la necessità di guardare alla cultura, al bene culturale, come a qualcosa di concreto, di reale, di materiale. La cultura è qualcosa che si tocca con mano, che si sente nelle parole, che si guarda con gli occhi. Non è qualcosa di evanescente. Un libro, una musica, un quadro, un affresco, un centro storico, un museo, una parola non sono cose immateriali, ma vere e proprie infrastrutture per la crescita di ciascuno di noi e dell’intera società.
L’Italia si è finalmente impegnata a livello europeo perché il concetto di “heritage” sia declinato in modo più aperto e inclusivo: ne farebbero parte, se ci riusciamo, non solo il Colosseo e il Prado, ma anche Dante e Kant. I Sassi sono patrimonio mondiale dell’umanità, ma accanto a questo straordinario tessuto urbanistico c’è anche un intero patrimonio di saperi, di tradizioni, che va diffuso, protetto, valorizzato, accresciuto.
Purtroppo però non ce ne siamo mai occupati abbastanza. Basta guardare i dati e comprendere che l’Italia è, nella graduatoria degli investimenti in cultura fra gli ultimi paesi in Europa. E spesso quel poco che viene investito viene anche investito male. E questo capita proprio nel Paese che ha il più ricco giacimento culturale del mondo. E’ un paese alla rovescia che con Polo Sud vorremmo provare a raddrizzare.
Ed è per questi motivi che abbiamo subito aderito con Paolo Verri, direttore del comitato Matera 2019, al manifesto per la Cultura pubblicato dal Sole24ore che nei suoi cinque punti principali declina esattamente cosa bisognerebbe fare per riportare la cultura fra le priorità del Paese per uscire dalla crisi economica.
La Cultura e la ricerca sono, infatti, strumenti essenziali e concreti per uscire dalla crisi economica come ci spiegherà Sacco e gli altri relatori. L’esempio dell’auditorium della musica diventato Parco della musica di Roma ci dà esattamente la cifra, lo spessore, di come la Cultura possa produrre economia, occupazione, sviluppo. Di come la cultura possa far crescere i territori, le comunità, i cittadini.
Per tutte queste ragioni riteniamo di fondamentale importanza aver candidato Matera a Capitale europea della Cultura. Siamo consapevoli che è una sfida difficile, eppure la città di Matera doveva esserci. Matera, con questa sfida, al di là di una pur auspicabile vittoria, deve poter rappresentare un Mezzogiorno diverso, capace di cancellare gli stereotipi, e far avanzare un modello di organizzazione urbana, di crescita, più vicina all’Europa. E questo è ancora più indispensabile in un momento di crisi così difficile e per una città del Sud di medie dimensioni come Matera. Sappiamo che è difficile perché la sfida si vince non solo con quello che c’è già, ma anche e soprattutto per quello che Matera può e deve diventare. Ma anche in questo caso occorrono risorse economiche.
E non ce la possiamo cavare invocando finanziamenti pubblici che non ci sono peraltro o non bastano più.
Su questo aspetto sarebbe interessante capire quali saranno gli impegni dei privati.
Apro una parentesi: sforzo immenso di Monti e degli altri capi di governo per risolvere la grande crisi.
Domando: ma stiamo facendo tutti lo stesso sforzo???
Noi abbiamo fatto un bilancio con 6,5 meuro in meno di trasferimento dallo Stato:
ce li siamo fatti bastare, è necessario tagliare ma anche procuraci nuove risorse per investire e questo non tocca solo al pubblico ma anche agli investitori… cosa ci dicono i privati?
Così come occorrono risorse economiche per governare in modo più efficace la gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Oggi, da questa manifestazione, mi piacerebbe che si levasse un coro per aiutare i Sassi e gli altri beni culturali del Paese inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità. Si tratta di beni la cui responsabilità, proprio perché patrimonio mondiale dell’umanità, non può essere affidata solo agli enti locali. Ma tutti se ne devono far carico, a partire dallo Stato fino ad arrivare all’Unione europea. Ecco perché propongo di togliere i limiti agli investimenti dettati dal patto di stabilità a quei comuni che ricadono nel patrimonio mondiale dell’umanità affinchè le risorse oggi tenute inutilmente in cassaforte, possano essere liberate nell’interesse della comunità e dell’umanità.
Una proposta concreta, una idea per il futuro che mi auguro possa trovare un momento di riflessione e confronto durante queste straordinarie giornate di Polo Sud.
A tutti voi il benvenuto nella nostra città e gli auguri di buon lavoro.
Il presidente della Regione Vito De Filippo su “Polo Sud – Idee per il futuro”
“La Regione Basilicata promuove e sostiene convintamente le iniziative culturali, nelle loro innumerevoli manifestazioni, che valorizzano la ricerca, la conoscenza e l’innovazione”
“Le località individuate per questa tre giorni di lezioni e dibattiti ci proiettano nella semantica del Festival, la Cultura, o meglio le Culture del Sud: Bernalda, Matera e Grumento Nova, ovvero la Magna Grecia, il suo Tempio di Metaponto e gli innumerevoli e pregiati reperti archeologici disseminati nella fascia Jonica e nelle aree interne del territorio lucano; la civiltà millenaria religiosa e contadina raccontata dalla straordinaria stratificazione naturale ed urbanistica dei rioni Sassi di Matera, città patrimonio dell’Unesco e candidata a Capitale Europea della Cultura per il 2019; il Parco archeologico di Grumentum, inserito in un ambito paesaggistico di eccezionale suggestione, che consegna, alla storia e ai visitatori, gli spazi privati e pubblici di una città romana risalente al III secolo a.C. con in primo piano l’Anfiteatro.
Tesori inestimabili risalenti ad antiche culture, che alimentano la conoscenza e il sapere moderno. Se l’Archeologia svolge una importantissima funzione didattica sul patrimonio culturale del Sud un ruolo fondamentale è rappresentato dalla letteratura e dalla storia, antica e moderna, e dall’editoria multimediale che le raccoglie e custodisce per le generazioni studiose di ogni tempo. La Regione Basilicata promuove e sostiene convintamente le iniziative culturali, nelle loro innumerevoli manifestazioni, che valorizzano la ricerca, la conoscenza, la creazione di idee innovative per il futuro. Il festival ‘Polo Sud –Idee per il futuro’ si inserisce a pieno titolo in questo solco programmatico”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo.