“E’ un momento storico non solo per il Pd ma per tutta la famiglia socialista europea perché senza il Pd la famiglia socialista era incompleta”. Sono le parole del presidente del Pse, Serghei Stanishev, in merito all’adesione del Pd ai Socialisti Europei, che sicuramente sintetizzano nel modo migliore la nuova collocazione del Pd in Europa. Un traguardo per il quale abbiamo sempre lavorato partendo dalla consapevolezza che un piccolo partito di socialisti in Italia non è più sufficiente specie perché la politica è grande e si fa in Europa. E’ in fondo questa la ragione principale dell’Associazione Socialisti Riformisti Lucani che continua a far crescere la cultura socialista anche in Basilicata.
Sulla nuova fase europeista mi tornano in mente le parole del discorso di Giorgio Napolitano al Parlamento europeo: “La sfiducia risiede nel peggioramento delle condizioni di vita nella maggior parte dell’Ue e nell’Eurozona. Il dato emblematico è l’aumento della disoccupazione e l’impennata di quella giovanile, quindi appare naturale che il tema della svolta abbia assunto una principale importanza. Una politica di austerità a ogni costo non regga più, anche se era servita per il riequilibrio dei conti pubblici e non si poteva sfuggire a una disciplina di bilancio rimasta carente dopo l’introduzione della moneta unica”. Ed è proprio il modello di Europa a cui guardiamo per una politica economica per l’Unione che collochi gli obiettivi economici e sociali stabiliti nel trattato (crescita, pieno impiego, inclusione sociale) al cuore del processo di decisione politica con altrettanto vigore e forza organizzativa di quella accordata all’obiettivo della disciplina di bilancio; inoltre un’attualizzazione degli obiettivi sociali dell’Unione, improrogabile per arrivare a sradicare la povertà e a rafforzare il dialogo sociale. In tutto questo c’è il destino del Sud d’Italia come dei Sud delle regioni europee meno sviluppate come la nostra caricando di ulteriore significato politico le elezioni europee alle porte. Soprattutto in questa nuova competizione elettorale, con lo sbarramento al 4%, si riproporrà il problema di come presentarsi e scongiurare il rischio di disperdere voti e consensi che appartengono allo storico elettorato socialista lucano.
Un avvertimento a quanti oggi sprizzano entusiasmo da ogni poro: non diamo per scontato che anche nella nostra regione la controffensiva dei cosiddetti moderati del Pd che non condividono la scelta del Pse non produca effetti. Del resto, le avvisaglie di tentativi di frenare le riforme e i provvedimenti più qualificanti del centrosinistra sono sotto gli occhi di tutti. Prepariamoci pertanto a fronteggiare imboscate.
Infine, un invito a Renzi che andrà a Tunisi. Farebbe cosa buona se si recasse a visitare la tomba di Craxi che favori’ l’ingresso nel PSE proprio degli ex comunisti.