Adoc Basilicata: decreto su liste d’attesa rischia di fare buco nell’acqua. Di seguito la nota integrale.
La risposta del Governo all’abbattimento delle liste d’attesa rischia di fare un buco nell’acqua.
Se da un lato apprezziamo la volontà di rispondere al grido d’allarme delle liste d’attesa bloccate, con questo decreto si rischia di appesantire ulteriormente la burocrazia di un sistema già confuso e disaggregato, lasciando molta discrezionalità alla gestione delle regioni, ma soprattutto si rafforza ulteriormente il settore privato a discapito della sanità pubblica, prevedendo addirittura un aumento della quota a sua disposizione.
In attesa di conoscere i dettagli del provvedimento, che sarà presentato nei prossimi giorni in Consiglio dei Ministri, dalle indiscrezioni stampa che leggiamo, non ci sembra che si recepisca il cuore del problema. Come segnalato già nella campagna nazionale Adoc “No alla povertà sanitaria”, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sui loro diritti in materia di salute, bisogna prevedere una gestione trasparente e univoca delle liste d’attesa, aumentare il personale sanitario e rafforzare la sanità territoriale.
Non intervenendo su questi aspetti, si privilegia il privato con un danno alle casse dello Stato e un costo esoso per i cittadini, non solo da un punto di vista economico ma soprattutto di salute.
Apprezziamo la volontà di istituire una cabina di regia e auspichiamo che siano incluse anche le associazioni dei consumatori, riconosciute dal CNCU. Resta da comprendere quali saranno gli strumenti che questa cabina di regia avrà a sua disposizione per poter svolgere un vero monitoraggio delle liste d’attesa, delle migrazioni sanitarie e dell’intramoenia, rispondendo alla necessità fondamentale della trasparenza dei dati.
Ogni paziente deve avere la certezza dei tempi di attesa e l’opportunità di richiedere, come previsto dalla legge, il rimborso delle spese effettuate privatamente, se costretto ad attendere oltre ai tempi massimi previsti.