“La burocrazia come foglia di fico per mascherare i soliti accordicchi tesi soltanto a mantenere le posizioni consolidate. C’è da chiedersi perché l’ente che fa capo al Mipaaf proponga questi patti esclusivamente a un’associazione di categoria ignorando tutte le altre. Credo proprio non sia stata l’Europa a suggerire ad Agea di stipulare un patto anti-burocrazia solo con Coldiretti per evitare all’Italia di perdere fondi europei. Del resto, le vicende della Puglia, anche giudiziarie, di cui l’Europa è a conoscenza, dimostrano che proprio quando questi patti si fanno troppo stretti sorgono grane, soprattutto laddove ci si affida a tecnici, più o meno legati a organizzazioni specifiche, che diventano dei veri e propri ras dei PSR. Non a caso, sia il TAR che l’OLAF hanno acceso i riflettori sulla gestione dei fondi comunitari. Tramite gli strumenti istituzionali di sindacato ispettivo mi attiverò con un’interrogazione ad hoc al fine di capire se per caso non sussista un rapporto privilegiato tra Agea e Coldiretti”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, commentando la notizia apparsa sulla stampa dell’intesa tra Agea e Coldiretti tesa a snellire la burocrazia ed evitare il disimpegno di fondi europei per 682 milioni di euro.
“In Puglia – continua il senatore – la magistratura sta indagando sull’illecita acquisizione di fondi comunitari nel periodo 2000-2006 e 2007-2013. Mi chiedo dove fossero i paladini dell’anti-burocrazia e della trasparenza in quel periodo. Nel frattempo, la stessa Agea mira a estromettere di fatto migliaia di professionisti dal sistema dei CAA.
Per rendere più efficiente la macchina ed evitare così la dissipazione dei fondi, Agea dovrebbe incoraggiare la presenza di persone competenti nel mondo dell’assistenza agricola, favorendone il pluralismo ad un sistema imposto da altri. Ma anche su questo stiamo dando battaglia senza fare sconti a nessuno”.