Agevolare il processo di modernizzazione sostenibile del comparto agricolo e agroalimentare; un’agenzia per le imprese di commercio-servizi di vicinato; la cooperazione di comunità; abbattere i costi del caro energia; nuovi strumenti di concertazione sociale: sono alcune delle priorità che Agenda Basilicata Imprese – a cui aderiscono Cia-Agricoltori, Confagricoltura, Copagri, Confesercenti (Potenza-Matera), Confartigianato (Matera), Casartigiani, Cna (Potenza-Matera), Confcooperative, Legacoop – ha indicato ai candidati per le elezioni del 25 settembre. Il “faccia a faccia” – da una parte i dirigenti e rappresentanti delle dieci associazioni imprenditoriali e dall’altra i candidati – si è svolto nella sala conferenze, gremita come non accadeva da tempo, della Camera di Commercio della Basilicata. A raccogliere l’invito candidati di coalizioni e partiti: Amendola e De Filippo (Pd), Rosa e Mattia (Fdi), Casino (Fi), Polese (Azione-Italia Viva), Petrone (centrosinistra), Materdomini e Verri (M5S), Cannizzaro (Noi Moderati), Cillis (Impegno Civico). Donato Distefano, da portavoce dell’Agenda, ha presieduto e moderato l’incontro sollecitando l’attenzione della politica ad un mondo imprenditoriale che ha una presenza molto diffusa sul territorio, rappresenta la quota più consistente di occupazione. Ha ricordato quindi la prima richiesta in ragione della grave e complessa fase che stanno attraversando tutte le Imprese lucane per interventi certi e immediati sul caro energia, poiché ogni ulteriore procrastinazione potrebbe determinare la chiusura di migliaia di PMI. Urge attivare misure che – ha detto – permettano di scavallare questa fase di forte turbativa con l’impennata dei costi che, come rilevato dalla stessa Regione nel comparare i semestri 2021 con quelli del 2022, sono triplicati e per l’effetto, oggi non si riesce a far fronte a tali aumenti.
Poi in dettaglio il pensiero dei rappresentanti di settore del coordinamento delle associazioni datoriali. Francesco Battifarano (associazioni agricole) lha spiegato che sostenibilità per il mondo agricolo è intesa nell’insieme della declinazione economica, ambientale e sociale. Una delle prime azioni da realizzare è quella di dotarsi di una programmazione strategica capace di cogliere per il settore primario lucano il bisogno di perseguire un nuovo modello. Giuseppe Crocco (Alleanza Cooperative) ha fornito i numeri del sistema cooperazione : nella nostra regione ci sono oltre 500 coop con oltre 50 mila soci in tutti i comparti economici e produttivi, per oltre 500 milioni di fatturato pari a circa l’8% del Pil regionale e con l’occupazione di 8.500 lavoratori tra soci e dipendenti. Continuiamo a svolgere – dice Crocco – un ruolo importante di coesione sociale e di interprete del bene comune. Poi l’idea innovativa si chiama “cooperazione di comunità” unica risposta alle difficoltà dei territori in stato di abbandono o degrado. Per Leo Montemurro (artigianato) deve essere riconosciuta la peculiarità della piccola impresa e dell’artigianato quale modalità di produzione e servizio inserita nel territorio e nelle comunità, in grado di combinare in una dimensione virtuosa sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Si tratta di fattori decisivi per la coesione e lo sviluppo dei piccoli comuni specie delle aree interne e montane. Per Angela Martino (commercio-servizi-turismo) la proposta decisamente innovativa al tavolo della politica è un’agenzia per le imprese di vicinato perché – spiega – negli anni del Covid la nascita di impresa è crollata. Di qui la necessità di un sostegno alla riconversione per i tanti esercizi a rischio di chiusura. Gli Enti locali – aggiunge – potrebbero lanciare bandi per la rigenerazione urbana su aree circoscritte.
A parlare di imprenditoria femminile Rosa Gentile (presidente Comitato Cciia): le Camere di commercio sono sicuramente l’interlocutore migliore per superare questi gap e sostenere lo spirito imprenditoriale delle donne – dice Gentile- ma c’è bisogno di un ecosistema forte che supporti lo slancio delle imprenditrici e delle aspiranti imprenditrici. Fondare un’azienda non è solo un atto di tipo economico e produttivo, ma ha anche riflessi nel sociale e sul piano occupazionale, per cui occorre agire sul piano del welfare e sulle politiche di bilanciamento tra vita e lavoro. Solo così potremo costruire una società più inclusiva e produttiva”.
Le conclusioni di Distefano: “abbiamo raccolto la sfida che deriva dalla complessità della crisi e soprattutto in questa grave fase di incertezza per ogni tipo di imprenditore abbiamo più bisogno di quella che una volta si chiamava concertazione sociale e che richiede un salto di qualità nella forma (strumenti di concertazione) e nella sostanza (i contenuti). In tutto questo c’è la nostra visione di esercitare la “buona rappresentanza” delle oltre 50mila pmi lucane che chiedono solo di essere tutelate e di poter contare nelle scelte di programmazione”.