Con l’aggiudicazione della gara dei lavori di completamento della Serrapotina per 9,2 milioni di euro ad opera della Provincia di Potenza si avvia a soluzione una questione che si trascina da oltre 30 anni anche se bisogna fare uno sforzo ulteriore con un nuovo finanziamento per collegare in maniera efficace e completa le aree interne Mercure-Alto Sinni-Valsarmento. E’ quanto afferma la consigliera alla Provincia di Potenza Giovanna Di Sanzo sottolineando che determinati per portare a termine la gara sono stati i 3,4 milioni ottenuti dalla Provincia attraverso i FSC nel mese di agosto, grazie all’impegno del precedente assessore regionale Francesco Cupparo e la delibera approvata in Giunta nel mese di agosto scorso (per complessivi 118 milioni di euro). I 3,4 milioni aggiuntivi sono stati fondamentali – spiega Di Di Sanzo – poiché a causa del rincaro dei prezzi si rischiava che la gara andasse deserta come è accaduto per molte opere infrastrutturali.
Quella della Serrapotina è una storia di burocrazia (e non solo) che ha come tappe nel 2009 la sottoscrizione dell’intesa fra Regione Basilicata e Provincia di Potenza, sulla riprogrammazione dei fondi Fas, e il 1 novembre 2014 l’inaugurazione del primo lotto (Carbone-Torrente Vallona). Dopo l’ultimo finanziamento di 13 milioni di euro (di cui 6,4 milioni dai Comuni Aree Interne che dando prova di particolare sensibilità hanno voluto destinare risorse significative per quest’opera strategica e 6,6 milioni CIPES) per il completamento dei lavori (3,4 km previsti dal progetto) – continua la consigliera provinciale – la Provincia di Potenza si è trovata nelle condizioni di non poter garantire la spesa aggiuntiva derivante dall’incremento dei costi avvenuto negli ultimi anni. Pertanto senza questo ulteriore finanziamento (3,4 milioni) e all’impegno di Cupparo e del gruppo civico Carbone Radici Future si sarebbe rischiato di perdere quello del CIPES e di rinviare ancora i lavori a chi sa quando ancora. E’ questa una soluzione particolarmente attesa dalle comunità del Serrapotamo ( e non solo ) per la mobilità dei cittadini e delle attività economiche e produttive nel collegamento dei sei paesi dell’area interessati.