Riforma del bicameralismo perfetto, riforma del processo legislativo, trasformazione rapporto Stato-Regioni sono al centro della riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi. Di questo si è discusso ieri nella Mediateca provinciale a Matera nel corso del convegno “Verso la riforma costituzionale: quali prospettive per il Paese”, organizzato dall’associazione culturale “Agire Democratico”. Ospite illustre è stata Maria Cristina Grisolia, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Firenze. Ad introdurre il dibattito, coordinato dal presidente dell’associazione Ermanno Pennacchio, è stato l’avvocato Pierluigi Diso che ha evidenziato come questa riforma, rispetto alle proposte degli anni precedenti, sia una riforma fattibile”. E’ senza dubbio – ha spiegato Diso – una riforma che tocca solo alcuni aspetti di quella Costituzione imperfetta, come la definì Piero Calamandrei in un suo discorso del 1955 a Milano. Egli affermò: La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità». Dopo i numerosi tentativi di fronte al cambiamento che ci chiede il Paese e l’Europa, un ulteriore nulla di fatto sarebbe davvero imperdonabile. Lo ha già ricordato il presidente emerito Napolitano e lo ha ribadito il presidente Mattarella nel suo discorso di insediamento a Camere riunite e ricordandolo anche qualche giorno fa a Bari all’incontro dell’Anci, affinché questo processo riformatore giunga al termine per rendere più adeguata la nostra democrazia”. Ma perché c’è bisogno in Italia di una riforma così “ampia”? Il dibattito sulle riforme costituzionali nasce negli anni ’80, dopo varie commissioni per le riforme: perché dopo trenta anni nessuno è riuscito a effettuare una riforma? Perché oggi questa riforma passa? Con questi tre quesiti ha esordito la professoressa Grisolia, secondo la quale l’assetto costituzionale italiano ha un difetto di impostazione originario. “Nel 1947 l’Assemblea Costituente – ha spiegato la docente – scelse il modello di governo parlamentare con meccanismi di razionalizzazione nel rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo (forma di governo parlamentare “razionalizzata”). Il modello, però, non ha retto alla realtà della politica degli anni successivi, determinando un blocco insopportabile del sistema: piccoli partiti che sostenevano governi instabili di breve durata, mancanza di alternanza maggioranza-opposizione. Da qui la necessità di rivedere il meccanismo. E, tuttavia, il processo di riforma è stato contaminato dalla politica contingente, che ha ostacolato i lavori di riforma costituzionale per più di trenta anni. Con un ulteriore ostacolo: la mancata soluzione del problema delle leggi elettorali”. Nel corso del convegno sono intervenuti anche gli onorevoli Maria Antezza e Ludovico Vico che hanno evidenziato come, dopo oltre due anni di esame, discussione e modifiche del testo, e soprattutto dopo 30 anni di tentativi di modernizzazione della nostra Carta fondamentale, il 4 dicembre i cittadini avranno l’opportunità di scrivere una pagina importante della nostra storia nazionale.” Tutti noi– ha spiegato la Antezza – avremo l’opportunità di migliorare le nostre istituzioni, rendendole più stabili, efficienti, finalmente capaci di assumere decisioni in tempi rapidi e per questo più credibili. La riforma avrà effetti positivi sulla nostra vita quotidiana, perché migliorerà la capacità dello Stato, delle Regioni e dei Comuni di rispondere alle esigenze concrete dei cittadini, di sostenere il lavoro è l’attività economica”. L’onorevole Vico si auspica che la sfida democratica del referendum non sia sprecata o ridotta a banale schermaglia politica, ma possa veder prevalere un confronto maturo e approfondito sul merito della proposta di riforma. “Siamo fortemente convinti– ha detto Vico – che questa sia un’occasione unica per dotare il nostro Paese di istituzioni più moderne ed efficienti, più democratiche e più capaci di decidere”. Dello stesso parere il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, presente, tra gli altri, all’incontro. “Stasera sono qui – ha detto De Ruggieri – come cittadino libero e autonomo e dico che bisogna cogliere l’attimo per poter cambiare la seconda parte della Costituzione, che altrimenti rimarrebbe immodificabile ancora per anni”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro promosso da Agire Democratico (foto www.SassiLive.it)