“Il sostegno pubblico per le imprese agricole, in questo momento di estrema difficoltà, non vedrà alcuna riduzione. Come avevamo richiesto, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli è pronto a istituire un Fondo per la compensazione del riparto delle risorse FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) così da reintegrare l’eventuale minore assegnazione complessiva per il biennio transitorio PAC (Politica Agricola Comune) 2021-2022. Una scelta che abbiamo fortemente auspicato, che sosterremo fermamente e che riesce a superare l’impasse generata dal mancato accordo tra le Regioni”. Ad annunciarlo è il deputato Luciano Cillis, esponente M5S della commissione Agricoltura, a seguito del question time tenutosi mercoledì a Montecitorio, proposto dai colleghi Paolo Parentela e Dedalo Pignatone (M5S).
“Il ministro Patuanelli, dunque, trova la quadratura del cerchio – prosegue Cillis – di una vicenda intricata che spesso ha visto molti, purtroppo, parlare a sproposito. Si è partiti, infatti, da una situazione di stallo, per non parlare di un vero e proprio fallimento, frutto del mancato accordo in Conferenza Stato-Regioni che avrebbe arrecato gravi danni all’agricoltura italiana con conseguente impossibilità di programma e di spesa. Il ministro Patuanelli ha cercato a più riprese di superare il muro contro muro tra le 6 Regioni, principalmente del Sud, che parteggiano per una ripartizione delle risorse basata su ‘criteri storici’ e le restanti che sostengono la suddivisione tramite i nuovi criteri che partiranno con la nuova PAC nel 2023”.
Aggiunge e conclude Cillis “Il riparto a ‘criteri misti’ proposto da Patuanelli per stimolare il dibattito ha visto le Regioni ferme sulle proprie posizioni senza portare alcun beneficio alle imprese se non quello di perdere ulteriormente tempo. Ora, dunque, qualsiasi ripartizione sarà effettuata, presumibilmente 90% criteri storici – 10% nuovi per il 2021 e 70-30% per il 2022, con 92 milioni di euro circa il Fondo complementare ristorerà chi riceverà di meno. Sarà compito delle Regioni e delle Province autonome individuare gli interventi da attuare, in modo coerente con i Piani di Sviluppo Rurale, con l’auspicio che non si verifichino lentezze e farraginosità nella spesa a cui spesso in molti territori abbiamo assistito”