“Dei numerosi messaggi che accompagnano la mobilitazione del mondo agricolo, ne condivido uno in particolare: gli agricoltori non sono il problema, ma la soluzione. Soprattutto in una regione come la Basilicata, storicamente vocata alla produzione di coltivazioni di alta qualità. In tale contesto, garantiamo il pieno sostegno alle sollecitazioni che giungono dai singoli operatori fino alle sigle delle organizzazioni di categoria che hanno manifestato la loro adesione”.
Così, in una nota, il commissario della Lega Basilicata, Pasquale Pepe.
“Anzitutto bisogna rivedere la politica cosiddetta green dell’Ue che, con un approccio spiccatamente ideologico e priva del dovuto buonsenso, spinge gli agricoltori ad abbandonare i terreni dietro incentivi, spalancando, così, le porte a produzioni estere che quasi sempre non hanno la qualità delle nostre. E, proprio in tema di politiche comunitarie, le proteste dei trattori in strada hanno ottenuto un primo risultato: la Commissione europea ha ritirato la proposta sui pesticidi, evidentemente sbilanciata sulle esigenze delle multinazionali”.
“In secondo luogo, si deve intervenire sui costi di produzione – spiega Pepe – palesemente incongruenti con l’esiguità dei prezzi riconosciuti alle materie prime agricole. Le istituzioni devono e possono fare di più. In Basilicata, ad esempio, la fluttuazione del costo del carburante andrebbe calmierata. Il contributo di questa terra sul bilancio nazionale del conferimento del greggio non deve essere mai sottovalutato”.
“Sul versante della previdenza, una delle tante criticità sollevate, occorre una inversione di marcia. C’è purtroppo l’abitudine – continua Pepe – di immaginare gli agricoltori che, una volta in pensione, sono costretti a continuare a prestare la loro opera nei campi, su mezzi meccanici che, a lungo andare, si rivelano usuranti. Il motivo è semplice: l’assegno previdenziale è insufficiente per condurre una vita dignitosa. Bisogna invece consentire loro di andare in quiescenza lavorativa, scegliere se fermarsi del tutto o in parte per questioni legate all’età, alla salute o alla semplice giustizia sociale”.
“L’agricoltura – conclude Pepe – è anche presidio del territorio. I problemi del dilagare irrazionale della fauna selvatica fuori contesto sono sotto gli occhi di tutti. Vanno affrontati con decisione. Anche i danni dalle calamità vanno coperti con stanziamenti rapidi. Il mondo agricolo costruisce da sempre il nostro domani. Credo sia un atto dovuto riconoscergli con gratitudine il ruolo che ha, dandogli il credito che merita”.