Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dal Consigliere Regionale del PDL Mario Venezia che contiene un giudizio critico sull’azione politica condotta dall’Assessorato all’agricoltura della Regione Basilicata guidato da Rosa Mastrosimone.
Se, per una volta, non vogliamo attribuire responsabilità a De Filippo, dobbiamo convincerci del fatto che l’agricoltura lucana sia proprio “jellata”. Archiviata la deludente gestione Mazzocco ecco l’amministrazione Mastrosimone impegnata, senza mezze misure, nell’affossare, ulteriormente, quello che resta del settore primario.
Le avvisaglie si erano, purtroppo, manifestate da subito, con il neo assessore che nei suoi interventi non evidenziava mai alcuna problematica anzi profondeva ottimismo a piene mani evidentemente convinta che con l’occultamento dei “vulnus” si conseguono i risultati.
Imperterrita, superato il primo periodo, prosegue sulla stessa strada. “L’agricoltura lucana legata alle produzioni tipiche e di qualità ha fatto registrare negli ultimi anni una crescita” – ha affermato la Mastrosimone partecipando ad un recente seminario di studi organizzato dall’Inea regionale e da Rete rurale nazionale, alla quale hanno preso parte funzionari del Dipartimento Agricoltura, tecnici agricoli ed operatori del settore.
Se ci è consentito un inciso sarebbe il caso che tali seminari, per avere una utilità e non essere ridotti ad una inutile passerella per l’assessore di turno, fossero meglio organizzati sia perché quasi tutti sono finanziati con soldi pubblici e sia perché gli interventi dei maggiori interessati, gli operatori agricoli, sono sempre relegati alla fine dei convegni cioè quando l’interesse e l’attenzione sono superati dalla stanchezza.
Prendendo per vere le affermazioni della Mastrosimone mi chiedo: quali elementi di valutazione utilizza l’assessore per sostenere che le produzioni tipiche lucane siano in crescita? Che significato dare al termine crescita: produttiva, economica, di richiesta da parte del mercato? E, ancora, del mercato locale, di quello nazionale, di quelli extranazionali? Queste domande non hanno risposta perchè l’assessore preferisce parlare sempre in maniera generica per la mancanza di elementi concreti a sostegno delle sue affermazioni.
Ma contrariamente a quanto dice la Mastrosimone, a noi sembra che le produzioni agroalimentari di nicchia rimangano tali senza nessuna crescita. Infatti, se così non fosse ci troveremmo di fronte ad una contraddizione di termini.
Infatti, le superfici a peperone di Senise rimangono sostanzialmente le stesse, poche decine di ettari; la produzione del fagiolo di Sarconi ( tra 20 e 25 ha) non fa registrare incrementi significativi tali da giustificare una collocazione sui mercati extraregionali; altrettanto dicasi delle produzioni di pecorino di Filiano considerato che in quel Comune la consistenza di ovini e caprini non supera, da tempo, le 1.600 unità.
Sulla scorta di queste considerazioni non si capisce come possano essere sostenute le tesi dell’assessore che, addirittura, afferma che le produzioni si siano triplicate.
Tanto più che gli ultimi dati, diffusi dall’ISTAT, segnalano una pesante riduzione delle aziende agricole lucane attive associata ad una diminuzione di oltre sessantamila ha di superficie agricola coltivata. Altro che crescita! Siamo in piena, drammatica recessione, con il settore primario in pauroso arretramento: chiudono le aziende e scompaiono migliaia di ettari dalla produzione.
Se quella appena rappresentata è la situazione oggettiva perché continuare ad illudere l’opinione pubblica? Perchè, invece, accanto a quelli che devono essere considerati gioielli di famiglia, la Regione non sostiene in maniera forte le produzioni lucane che hanno un peso in termini di quantità e valore delle produzioni? Ci riferiamo, evidentemente, alle fragole del metapontino, alle drupacee (albicocche, pesche, nettarine), agli agrumi, all’actinidia, all’olivo, ai cereali ed, infine, alla zootecnia.
Quali concreti progetti intende mettere in campo il Dipartimento? Come pensa, l’assessore Mastrosimone, di superare la crisi strutturale del settore primario che è , certamente, generale ma colpisce più pesantemente la realtà agricola della nostra regione? In che modo si possono sostenere e potenziare i singoli comparti produttivi? Come pensa di far convergere le attività dei propri uffici dipartimentali e degli enti strumentali per una azione possibilmente unitaria? A queste domande, invitiamo l’assessore a dare risposte chiare e significative.
Allo stato, dobbiamo ritenere insufficiente e deficitaria la gestione della coppia Mastrosimone-Freschi.
Crediamo che il mondo agricolo regionale sia sufficientemente stanco di sentire esprimere solo buoni propositi che non si traducono, mai, in fatti concreti.
Ribadisce la Mastrosimone: “Far conoscere all’estero le nostre produzioni di qualità, favorire i contatti tra gli operatori del settore primario e quelli della distribuzione, rendere le imprese agricole più competitive, costruire un sistema agroalimentare che colleghi l’enogastronomia, l’attività turistica e le emergenze paesaggistiche e culturali, siamo convinti che raggiungere questi obiettivi possa essere rilevante per determinare la costruzione di una filiera agroalimentare completa.” Sbagliamo o vogliamo ricorrere alla facile critica se diciamo che questi concetti sono stucchevolmente riproposti da troppo tempo? Se questa è la soluzione ai problemi dell’agricoltura chi impedisce che si raggiungano questi obiettivi? Chi ostacola la collaborazione tra Dipartimento, Agenzia per la promozione turistica, Alsia, Camere di Commercio per definire un percorso comune? Perchè i buoni propositi restano solo buoni propositi?
Basta con gli inutili proclami, basta ripetere sbiaditi slogan o enunciare tesi, magari copiate da internet! L’agricoltura richiede risposte concreti.
Basti pensare che i tanto propagandati “progetti di filiera” hanno richiesto circa due anni di gestazione prima di essere varati in un momento, poi, difficilissimo. I progetti che gli imprenditori avevano proposto potranno trovare, a distanza di tempo, le stesse condizioni di realizzo? Forse faranno massa critica per evitare il disimpegno finanziario da parte della UE ma, così come concepiti e dopo il lunghissimo periodo di gestazione, difficilmente porteranno i vantaggi sperati.
Riteniamo che, a questo governo regionale, manchino idee ed anche la capacità di pervenire a risultati utili.
Con oltre 100 dipendenti regionali, circa 200 dell’Alsia (precari compresi) e 60 dell’Arbea non si giustificano i ritardi che la Regione accumula, puntualmente, nell’istruttoria delle pratiche vanificando, di fatto, impegni e volontà di rilancio degli imprenditori agricoli sempre più distanti da questa politica regionale fatta di apparenze, passerelle e tante tante, troppe chiacchiere.
Assessore Mastrosimone lasci perdere, l’agricoltura è ben altra cosa.
Il Consigliere Regionale del PDL Mario Venezia
ma cosa si pretende da una che non è neanche stata eletta dal popolo e che si ritrova, grazie alla politica lucana, a gestire la cosa pubblica…
Assessore all’Agricoltura Mastrosimone… vai a zappare!
La gente dovrebbe stare più attenta e non farsi ammaliare da un sorriso falso o da baci di giuda,,… la Rosa ne dispensa a più non posso… L’assessorato all’agricoltura è allo sbando… e questa va per convegni solo per far politica… la cosa buffa è che prende per il C…o e i C……i la seguono come degli ebeti… L’agricoltura lucana è morta… ormai…