“Ancora una volta dobbiamo purtroppo evidenziare prassi molto discutibili nel modo in cui AGEA esercita la sua funzione in quanto Organismo pagatore e di controllo degli aiuti comunitari. Prassi che danneggiano gli agricoltori e che frenano lo sviluppo rurale per avvantaggiare i privilegiati di alcuni centri di assistenza agricola (CAA). Succede infatti che gli accertamenti affinché i produttori possano accedere ai fondi europei siano effettuati senza che il produttore stesso possa avvalersi del contraddittorio, sebbene tale principio sia previsto dalle normative interne, dalle disposizioni comunitarie e dalla Corte costituzionale, che ne ha elevato il rango. Questo accade perché i controlli sono fatti l’anno successivo rispetto alle colture presenti nella domanda di aiuto e perlopiù con strumenti tecnici da remoto (rilievi fotografici e satellitari) senza la verifica sul campo. Infine, con la procedura detta del ‘Refresh’, AGEA modifica spesso d’imperio i dati presentati dai CAA per i singoli agricoltori, invalidando così le domande senza che essi possano contestare o intervenire. Si tratta di una evidente stortura che va sanata per ridare dignità ai tanti produttori colpiti, e per questo motivo ho presentato alla Ministra Bellanova una apposita interrogazione”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, nel commentare l’interrogazione presentata alla Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova in merito alle procedure seguite da AGEA nella liquidazione dei contributi comunitari previsti dalla PAC e dai Piani di sviluppo rurale.
Il link all’interrogazione: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1187494/index.html
“Invito la Ministra – ha dichiarato il senatore – a fare in modo che AGEA si attenga sia alla normativa interna sia a quella comunitaria, oltre che all’obbligo del contradditorio; che il metodo usato per i controlli non si basi esclusivamente su rilievi fotografici e satellitari ma anche su sopralluoghi in loco; che non si utilizzi il metodo ‘Refresh’ in remoto dopo l’invio telematico della domanda unica di pagamento