Pareri positivi sull’avvio del programma sono arrivati sia dalla Commissione europea che dal Ministero del Lavoro per i quali la Basilicata può vantare diversi primati positivi.
La Basilicata rappresenta un modello nella nuova programmazione dei fondi comunitari in questa fase di preparazione. Parere “estremamente positivo” è giunto oggi da Egidio Campoli, rappresentante della Commissione europea, e da Marianna D’Angelo, direttore generale per le Politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione del Ministero del Lavoro nel corso del lancio ufficiale del Po Fondo sociale europeo (Fse) svoltosi oggi nella casa Cava, a Matera.
“La Regione Basilicata – ha ricordato Campoli – è tra le prime ad aver visto approvato il Po Fse nel dicembre del 2014. Basti pensare che per una regione limitrofa il po Fse è stato approvato il mese scorso. Questo significa che la Basilicata ha lavorato bene ed ha risposto rapidamente alle indicazioni arrivate dalla Commissione europea in un momento fondamentale nella storia della programmazione dei fondi comunitari in cui non si guarda più unicamente alla quantità della spesa, ma anche alla qualità e alla sua ricaduta sui territori. In questo senso la Basilicata è una delle pochissime regioni che ha condiviso ampiamente il piano di attuazione con le parti sociali dandosi obiettivi temporali”.
Un ulteriore apprezzamento è arrivato dalla rappresentante del Ministero del Lavoro: “La Basilicata – ha detto D’Angelo – viene vista molto positivamente da Roma perchè fra tutte le regioni è quella che più si è distinta nella integrazione dei diversi fondi disponibili. Si tratta di una positiva opportunità anche per attirare altre risorse derivanti dai canali nazionali”.
Due giudizi nettamente positivi arrivati da due autorità indipendenti come la commissione europea e il ministero del Lavoro accolte molto positivamente dall’assessore regionale alle Politiche di sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca, Raffaele Liberali.
“Questo anno trascorso dall’approvazione del Po Fse 2014-2020 – ha detto LIberali – ci è servito moltissimo non solo per allargare la consultazione con il partenariato, ma anche ad avviare un lavoro legislativo in grado di fare da sponda alla legislazione nazionale. Due i punti fondamentali legati al quadro legislativo regionale. Innanzitutto il Siap, “Sistema Integrato per l’Apprendimento Permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva” con il quale abbiamo rivistola legge regionale 33 del 2003 estendendo i diritti dell’apprendimento, qualificando i sistemi e migliorando l’uso delle risorse economiche. Ad oggi sul piano nazionale è considerata tra le migliori leggi sulle politiche attive del lavoro anche perchè sposta l’attenzione dalla formazione all’apprendimento, con reali sbocchi professionali e sociali e con ricadute misurabili. Ad esempio, nell’accreditamento delle agenzie di formazione verrà data priorità non al numero dei computer disponibili, ma al merito, vale a dire alla reale capacità di produrre occasioni lavorative, alla qualità dell’impatto. In questo scenario intendiamo rafforzare il rapporto fra istituzioni e mondo imprenditoriale sia nella fase di orientamento che nella fase di inserimento lavorativo. Nell’ambito del Siap è previsto un catalogo unico regionale perchè non dobbiamo essere noi a dire su quali settori i giovani devono formarsi, ma devono essere le imprese. E le imprese ci devono poter dire in anticipo quali sono le figure professionali del futuro che a loro potranno servire per indirizzare meglio la nostra attività. L’altra importante novità legislativa su cui stiamo lavorando e che verrà presto approvata riguarda la istituzione del Lab, una vera e propria agenzia che supera le due agenzie provinciali della formazione e ingloba anche le competenze dei centri provinciali per l’impiego. Si tratta di un’agenzia molto innovativa che avrà competenze in materia di lavoro, formazione e di altre politiche attive. La Basilicata, per quel che ci risulta, è la prima regione italiana a dotarsi di una struttura del genere. E lo abbiamo potuto fare anche perchè i tempi erano maturi a causa di una serie di circostanze: il trasferimento di alcune competenze dalle province alle regioni, l’avvio della nuova programmazione comunitaria, la nuova legge regionale Siap. Sono le prime azioni che stiamo realizzando per sintonizzarci meglio con la nuova legislazione nazionale in modo da massimizzare i risultati. Per questa ragione cambieremo anche la legge sull’apprendistato regionale per renderla coerente con la nuova legge nazionale anche in relazione all’alternanza scuola lavoro”.
L’incontro è stato moderato da Giandomenico Marchese, direttore generale del Dipartimento Politiche di sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata. “Il Fse in Basilicata – ha aggiunto Marchese – è avanti anche sulla strategia delle aree interne e sulla compartecipazione dei tre fondi comunitari (Fse, Fesr e Feasr) sui temi, in particolare, dell’istruzione, dei trasporti e su altre aree specifiche”.
Marianna D’Angelo si è anche soffermata su alcuni indici positivi in Basilicata per quel che riguarda il programma Garanzia Giovani che ha visto il coinvolgimento di circa 2500 giovani lucani. “L’esperimento positivo in Basilicata – ha detto – ci ha consentito di veder accolta la proposta di rifinanziamento del programma”.
A entrare nel merito delle azioni della nuova programmazione l’autorità di gestione del Fse, Franco Pesce che dopo aver presentato con un video i numeri riguardanti il nuovo programma operativo si è soffermato, in particolare, su alcuni assi come il IV, quello riguardante il rafforzamento amministrativo, “con cui – ha detto Pesce – vogliamo abbattere i processi che rallentano gli investimenti”. Pesce, inoltre, ha illustrato anche le attività del Fse 2014-2020 per le quali sono già state impegnate risorse.
Inoltre, ha illustrato il quadro finanziario del Po Fse 2014-2020 diviso per assi e obiettivi.
L’investimento complessivo per la Basilicata del Po Fse 2014-2020 è di circa 290 milioni di euro di cui il 50 percento derivanti da fondi comunitari e l’altro 50 percento dalla quota nazionale.
L’asse uno “Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori” ha una dotazione finanziaria di circa 119 milioni di euro; l’asse II “Rafforzare e innovare l’inclusione attiva nella società” ha una dotazione di circa 73 milioni e mezzo di euro; l’asse III “Sviluppare diritti e qualità dell’apprendimento e sostenere l’innovazione intelligente nei settori chiave” ha una dotazione di circa 72 milioni e mezzo di euro; l’asse IV, r”Rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa” ha una dotazione di circa 13 milioni e mezzo di euro; l’asse V, “Assistenza tecnica”, ha una dotazione di circa 11 milioni di euro.
Ugl critica su Fondi Po Fse.
“Quanto illustrato sull’investimento complessivo per la Basilicata del Po Fse 2014-2020, l’Ugl è critica su punti mancanti nella programmazione e successiva dotazione dei 300 milioni di euro messi a disposizione. Non esiste concreta volontà per sostenere investimenti sociali in favore dei cittadini e delle loro capacità, finalizzati a una crescita del territorio regionale incentrata sulla competitività del capitale umano, su elevati livelli occupazionali e una rafforzata coesione sociale”.
Lo dichiarano il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e il segretario provinciale di Matera, Pino Giordano per i quali, “assenza totale ed incisiva delle politiche da attuate per creare posti di lavoro, favorire la domanda di lavoro, qualificare e rafforzare le competenze dei lavoratori. Gli interventi a favore dell’occupazione non vanno nella direzione da poter effettivamente contrastare gli effetti negativi della crisi economica lucana in particolar modo per le categorie più vulnerabili: i giovani, le donne, i disoccupati di lunga durata e i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale. Poche le azioni rivolte ai giovani, assenza di politica sinergica tra gli interventi per l’inclusione educativa e quelli per garantire l’accesso al mercato del lavoro. L’occupazione dei giovani non viene promossa attraverso un’alleanza vincente tra scuola e mondo del lavoro, nell’ottica di una politica a favore dei giovani che realizzi interventi migliorativi continuati nel tempo. La programmazione – concludono i segretari Giordano e Tancredi – per l’Ugl non tiene conto del fatto che nella nostra Regione la povertà, da fenomeno circoscritto, è diventata negli ultimi anni una minaccia per una parte consistente della popolazione. I gruppi sociali maggiormente esposti al rischio di povertà sono i bambini, i giovani, le famiglie monoparentali o con persone a carico, i migranti e le persone disabili. Avremmo preferito che il Po Fse promuovesse l’innovazione sociale e il miglioramento della qualità dei servizi alla persona per garantire alle persone svantaggiate e a rischio di povertà un effettivo inserimento non solo nel mercato del lavoro ma anche nella società”.