Altra Basilicata (Polo Civico Lucano): “La Lucania è una terra dalle grande contraddizioni che la politica non ha saputo superare”. Di seguito la nota integrale.
La nostra amata Basilicata vive di incredibili contraddizioni che sono il vero problema da affrontare per la classe politica regionale.
Contraddizioni che ci portiamo dietro da decenni e che le classi politiche del passato non hanno mai voluto portare a sintesi perché incapaci di immaginare una prospettiva diversa di sviluppo economico e di convivenza all’interno della comunità lucane.
Viviamo infatti in una Regione che ha un rapporto tra popolazione e territorio decisamente favorevole ma che allo stesso tempo vive questa situazione in maniera imbarazzante non riuscendo a garantire una rete capillare di infrastrutture e servizi. “Altra Basilicata” è l’unico polo che ha in programma la ricostruzione dei servizi sociali secondo canoni concretamente umani e sostenibili economicamente. “Un padre mantiene cento figli ma cento figli non mantengono un padre” è la tristezza di un proverbio che le generazioni si tramandano da sempre. Noi, vogliamo dire basta a questo modello. Vogliamo essere i figli che sorridono ai padri e li aiutano.
Siamo una Regione che ha al suo interno bellezze naturalistiche e paesaggistiche straordinarie ma che continua a devastare il territorio con parchi eolici inutili, pozzi petroliferi, centrali di ogni tipo, inceneritori, tutto questo solamente per il profitto di poche multinazionali.
Una Regione che ha una risorsa incredibilmente preziosa, l’acqua, ma che, invece di valorizzarla e di utilizzarla al meglio, mette a rischio la sua purezza con scellerate estrazioni petrolifere.
Una Regione che ha una forte identità storica e culturale, che può vantarsi di 131 piccoli gioielli, ma che purtroppo non riesce a valorizzare adeguatamente il proprio patrimonio storico e artistico anche a causa dei mancati investimenti e di scelte politiche che hanno condotto lo sviluppo economico in tutt’altra direzione.
Una Regione che vede ogni anno tantissimi giovani andar via in cerca di lavoro, salvo poi scoprire di avere terreni demaniali abbandonati, mestieri che scompaiono, servizi che non possono essere garantiti per mancanza di personale, ma soprattutto il settore turistico fortemente sottodimensionato.
La politica oggi non può non partite da questi dati di fatto e dipanare la matassa.
Occorrono scelte precise per indirizzare la Regione Basilicata verso un percorso di sviluppo chiaro e coerente.
Quale Regione vogliamo costruire? Questa è la domanda che “Altra Basilicata” si pone e rivolge a tutti i soggetti che partecipano alle elezioni regionali. Vogliamo ancora una Basilicata che continuo a rimanere nel cono d’ombra dello stereotipo del Cristo che si ferma ad Eboli”? Che punti sul fossile e sulla industrializzazione solo perché “svendere” la propria terra è meno impegnativo che costruire una strada originale ed autonoma? Oppure immaginiamo di poter realizzare una rivoluzione green che crei nuovi posti di lavoro e sia in diretta sintonia con le vocazioni del nostro territorio?
Pensiamo di poter creare una società in cui si potenzino i servizi tagliando sprechi e corruzione per garantire a tutti ciò di cui hanno bisogno? Oppure vogliamo continuare con questo sistema clientelare, corrotto e distruttivo?
Vogliamo premiare i giovani che restano e lottano per realizzare nuovi progetti imprenditoriali di sviluppo sostenibile? Oppure riteniamo di dover continuare a favorire lobby e multinazionali?
Vogliamo valorizzare l’immenso patrimonio culturale e architettonico che ci è stato tramandato? O preferiamo continuare a vivere di turismo mordi e fuggi e di estemporanee comparsate televisive?
E’ su queste questioni che si gioca il futuro della nostra Regione. E’ sulla capacità di assumere una posizione chiara e netta rispetto a queste contraddizioni che si valuta la credibilità del progetto che vi viene proposto in questa campagna elettorale.
“Altra Basilicata” ha la sua idea e ritiene naturalmente che la formula vincente per uno sviluppo della nostra terra può essere solo una formula che punti sulla green economy, sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale, sulla lotta ad ogni forma di sfruttamento della nostro terra, sulla tutela dell’acqua come bene fondamentale, sul sostegno alle iniziative dei giovani lucani che intendano tornare ad investire e, naturalmente, sulla valorizzazione delle vocazioni storiche della Lucania: agricoltura, turismo ed artigianato.
Una ricetta semplice per riportare la normalità in una Regione straordinaria puntando su persone competenti, coerenti, appassionate, innamorate di questa terra.