I consiglieri comunali di Policoro Futura, Gianni Di Pierri e Giuseppe Maiuri, in una nota denunciano i disagi riscontrati a causa dell’assenza di riscaldamento nelle scuole dell’infanzia e della primaria a Policoro. Di seguito la nota integrale.
Policoro, scuole : al peggio non c’è fine. Bambini imbacuccati per il freddo
Questa amministrazione davvero non ne fa una buona. Dopo tutti i grandi proclami di ieri, le auto celebrazioni, il solito vittimismo e le prese per i fondelli ad una intera comunità, con cui qualche esponente dell’amministrazione ha tentato di giustificare la pessima organizzazione dello screening sulla popolazione scolastica, tenuta ammassata e infreddolita per ore, si sperava oggi di tornare finalmente alla normalità (che peraltro l’amministrazione già celebrava come un successo strepitoso mentre negli altri paesi il tutto è stato fatto con grande facilità). E invece no, sono riusciti a fare di peggio : stamattina infatti i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria di primo grado effettivamente sono rientrati in classe, ma, per alcuni di loro, la spiacevole sorpresa di trovarsi – in pieno gennaio – a temperature polari, perché il riscaldamento non risultava essere stato attivato. Come se non bastasse, poi, addirittura i ragazzi delle medie non sono proprio rientrati perché – al di là delle chiacchiere – a loro ed ai loro insegnanti i tamponi non sono stati ancora fatti.
Ora, in questo scenario assurdo, la riflessione è una ed è veramente semplice : anziché nascondere ad ogni costo la verità, piangersi addosso, mistificare, tentare di stravolgere la realtà addossando sempre Ia responsabilità dei propri fallimenti agli altri (addirittura in questo caso ai cittadini), puntare il dito contro coloro che giustamente contestano quest’operato approssimativo e dannoso per le famiglie, non sarebbe meglio farsi un bell’esame di coscienza, prendere atto della assoluta ed evidente incapacità ad amministrare una comunità come la nostra, riconoscere i propri limiti e gettare la spugna ? Senza chiedere scusa, ci mancherebbe, se questo può pesare, ma velocemente, in silenzio e con discrezione, e soprattutto con l’onestà intellettuale di chi – seppur tardivamente – si rende conto che non ci sono più le condizioni per andare avanti, se questo deve significare causare un danno al giorno alla città.