Analisi genomica, presidente Draghi si oppone alla Legge della Regione Puglia. Di seguito la nota di Nino Sangerardi.
Il Consiglio dei Ministri presieduto da Mario Draghi ha impugnato , innanzi la Corte Costituzionale , la Legge n.28/2021 della Regione Puglia con oggetto “ Istituzione del servizio di analisi genomica avanzata con sequenziamento della regione codificante individuale “ .
Norma che si propone di disciplinare a livello giuridico lo specifico settore della genomica : branca della medicina che utilizza la biologia molecolare e il metodo di clonaggio dei geni e di concatenazione del Dna. Tra gli obiettivi principali della genomica vi è l’allestimento di complete mappe genetiche e fisiche del Dna degli organismi viventi.
“Una breve disamina della Legge ratificata dalla Regione Puglia—scrivono gli avvocati dello Stato—rende palese come lo scopo precipuo sia quello di realizzare un servizio di pubblica utilità, agendo su un terreno che è tuttavia di rilievo e interesse nazionale “.
Pertanto gli articoli in discussione appaiono in contrasto sia con il principio della potestà legislativa dello Stato in materia di tutela della salute pubblica (articolo n.117 della Costituzione) sia in punto di determinazione dei livelli essenziali delle attività concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio italico .
A sostegno della propria tesi la presidenza del Consiglio dei Ministri rileva che “è sufficiente osservare che le mansioni indicate nella Legge regionale non sono incluse tra quelle di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito del Sistema sanitario nazionale, e quindi costituiscono un livello ulteriore di assistenza che la Regione, peraltro , essendo in Piano di rientro , non potrebbe garantire “.
Si mette in luce inoltre che i vertici politici regionali di centrosinistra non avrebbero prescritto alcuna indicazione in ordine al finanziamento delle stesse prestazioni.
I legali statali al termine delle considerazioni giuridiche sottolineano che “ la ricerca e la statistica a livello meramente regionale è completamente in antitesi con la ratio delle disposizioni legislative e regolamentari dello Stato le quali costituiscono le ineludibili normative di riferimento. La violazione di tali Leggi comporta un vulnus a livello nazionale anche perché l’attuazione della Legge della Regione potrebbe comportare l’effetto di sottrarre la popolazione pugliese dalla necessaria anagrafe nazionale e di conseguenza falsare i dati statistici con evidente disparità di trattamento con il resto della popolazione italiana che non risiede in Puglia “.
Sicchè l’avv. Diana Ranucci, in rappresentanza del presidente Draghi e con riserva di illustrare e sviluppare in prosieguo i motivi di ricorso, chiede ai Giudici di stabilire costituzionalmente illegittimi gli articoli facenti parte della Legge pugliese n.28 del 6 agosto 2021 nonché le altre disposizioni “ la cui illegittimità codesta Ecc.ma Corte riterrà derivi come conseguenza della decisione adottata ” .