Assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa su elezione amministratore unico di Acquedotto lucano. Di seguito la nota integrale.
“È sempre destabilizzante quando chi ha gestito il potere in modo solitario, e per questo è stato bocciato non solo dai cittadini ma anche dal suo stesso partito, parla di una presunta castrazione della ‘libera determinazione della base degli azionisti di Acquedotto Lucano’.
Ricordo i ‘meravigliosi anni’ della democrazia del centrosinistra in cui il candidato ad amministratore unico di Acquedotto lucano, la più grande azienda pubblica lucana e tra i più importanti enti del Sud Italia nella gestione del sistema idrico integrato, era solo quello vicino al Governatore di turno.
Il protagonismo dei Comuni ben poteva essere, allora, sacrificato per i desiderata della Regione? Quanta ipocrisia.
La verità è che lamentarsi oggi per il ‘peso’ dell’Ente Regione nell’elezione del vertice di AqL è un non senso, considerato che le regole sono state decise proprio da chi oggi ne parla male. La golden share regionale è nello statuto che non ha certo scritto il centrodestra.
La vicenda ha, però, una sua rilevanza che va al di là della nomina. Si è cercato di mettere in difficoltà la Giunta regionale e il Presidente per poi, magari, chiederne le dimissioni. Non vogliamo chiamarlo tentato golpe? Non facciamolo.
Diciamo allora che, legittimamente, alcuni Sindaci hanno proposto una candidatura alternativa che alla maggioranza dei soci, in termini di voto ponderato, non è andata bene. Del resto, stiamo parlando sempre di un S.p.A., dove uno non vale uno. Il centrosinistra che ha costituito AqL dovrebbe saperlo.
Diciamo anche che sarebbe stata una scelta di ‘libera determinazione’ se non fosse che è diventato chiaro che c’è una parte di Sindaci della Basilicata che, ancora oggi, si fa strumentalizzare dal establishment del centro sinistra.
Non si spiega altrimenti perché, in passato, non c’è mai stata più di una candidatura. Mai. L’unica volta che accadde ci fu un provvidenziale ritiro per favorire il candidato dell’allora Governatore. Dovremmo interrogarci su questo, su come sono stati gestiti gli enti regionali in passato.
Questi Sindaci, che mai hanno osato urlare all’uomo solo, sono ancora legati a logiche che poco hanno a che fare con i cittadini. Diciamolo chiaramente: si vota. E qualcuno avrà pensato di barattare il voto in AqL con una ricandidatura o con il sostegno elettorale alle prossime amministrative. A riprova di un disegno politico ben preciso, a riprova che non si trattava di una questione di nomi ma di un gioco di forza, sono stati i Sindaci armati di deleghe. Deleghe come se piovesse. E dibattito azzerato. Perché, voglio ricordarlo, nessuno, durante l’assemblea, ha parlato. Nessuno ha accennato a programmi, aspettative, servizi. Chi rappresentano questi Primi cittadini? Se stessi o le comunità che dovrebbero garantire? Hanno deciso da soli, senza certamente consultare le loro comunità, motivati dalla sola appartenenza partitica o dalla simpatia politica. Hanno deciso di usare AqL solo come grimaldello per prendersi una rivincita rispetto a due anni orsono, quando proprio i cittadini hanno decretato la fine di un sistema. Ovviamente gli è andato male.
L’unica cosa che hanno dimostrato è la spaccatura del centrosinistra. Il Pd accoglie i 5stelle e perde per strada Italia Viva. È da dire che, personalmente, mi trovo ancora non poco in imbarazzo a pensare che i grillini e Pittella trivella, come lo chiamavano i 5stelle quando ancora parlavano di aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno, facciano cartello. Tuttavia, questo dimostra che il vecchio centrosinistra non ha ancora digerito la sconfitta ed è pronto a qualsiasi compromesso.
È stato un gioco di pochi che a nessun lucano interessa. L’ultimo sussulto di un apparato che ora deve dimostrare che la questione non era una questione di parte, un regolamento di conti politico ma che tutta questa vicenda era per il bene dei lucani e lo può fare solo iniziando ad occuparsi seriamente della risorsa acqua. Come non ha mai fatto in passato.
In questi mesi, ci siamo occupati molto del rilancio dell’Egrib e di AqL, abbiamo messo in campo idee, risorse economiche, soluzioni e progetti.
Continueremo a farlo insieme al nuovo amministratore, Andretta, cui vanno i miei auguri di buon lavoro, sicuro che saprà interpretare al meglio la nostra idea di governo del territorio e lo faremo anche con tutti i comuni soci, se vorranno e se finalmente comprenderanno che il proprio dovere si esplica, non soltanto votando per l’amministratore AqL o chiedendo contributi alla Regione, ma lavorando quotidianamente ed in sinergia sui problemi. Continueremo a accogliere suggerimenti e proposte da tutti, come abbiamo sempre fatto. Questo è il protagonismo dei Comuni che aiuta la nostra terra”.