Venerdì scorso il Consiglio regionale di Basilicata ha deciso di rinviare la nomina del presidente dell’ente di gestione del Parco archeologico storico naturale delle chiese rupestri del Materano perchè uni dei tre nominativi designati era il consigliere comunale Francesco Paolo Manicone, che versa in una situazione di inconferibilità ai sensi dell’art. 7 del decreto legislativo n. 39/2013. In proposito si registra la nota dell’esponente materano dei Verdi, Giovanni Angelino, che scarica sul sindaco De Ruggieri le responsabilità di quanto accaduto.
Sappiamo tutti che trascorsa un’ennesima primavera la legge condanna ma non può punire. Con questa forza il nostro Sindaco nonché avvocato fa arbitrariamente violenza sull’art.7 del decreto legislativo n. 39/2013, lo stesso che ha invocato, con note classicheggianti in consiglio comunale a Matera,per rinunciare alla Presidenza della Fondazione 2019. Da componente autorevole della Comunità del Parco della Murgia Materana, la stessa Murgia che 60 anni fa, da benestante, percorreva da turista inciampando in anfratti rupestri dove si ricoverano i pastori e le greggi mentre i suoi coetanei con i padri andavano a raccogliere le olive, ha indicato un suo consigliere comunale di maggioranza nella terna dei candidati per la Presidenza del Parco della Murgia Materana. Rispetto e vicinanza a Paolo Manicone, che si è visto sbalzato in prima pagina con il ludibrio dell’inconferibilità dell’incarico in Consiglio Regionale della Basilicata.
Quasi fosse un delinquente. E si Paolo, la gente non sa cos’è l’inconferibilità, e pensa a chissà quali reati.
Ma non è così. L’art. 7 del D.lvo 39/2013 recita semplicemente che per due anni dalla cessazione della carica di consigliere comunale non è conferibile la carica di amministratore in Enti o Società partecipate da Comuni e Regioni. E il consigliere comunale Paolo Manicone è ancora in carica. Eppure questo decreto è stato scritto con parole semplici anche perché emesso per far decadere Berlusconi dalla carica di parlamentare con gli altri articoli. Eppure il “dotto” nonché vincitore del premio Guido Dorso fa finta di non capire. Ma il Sindaco, diversamente da Tortorelli, nelle cui liste è stato eletto Manicone, sapeva bene di tale inconferibilità. Semplicemente ha preso in giro Manicone e forse gli ha fatto pagare la sua posizione contraria sul voto della lottizzazione Granulari.
Caro Paolo, De Ruggieri non poteva non sapere viste le sue dimissioni da Presidente della Fondazione 2019.
Dispiace constatare anche il comportamento del capo di gabinetto dott.ssa Iaculli, già rappresentante dello Stato e del Governo, che visto lauto stipendio, doveva allertare il consigliere comunale Paolo Manicone.
Giovanni Angelino (Verdi)