ll Consigliere comunale del PD Angelo Cotugno in una nota riapre il dibattito sul lavoro, vera emergenza del nostro territorio. Di seguito la nota integrale.
Uno dei temi più importanti da affrontare in questo nuovo anno non può che essere quello del lavoro. E’ necessario infatti riallacciare i fili per consolidare le attività, che anche con enorme fatica, riescono a reggere l’urto di una crisi ancora lunga e per creare le condizioni affinché possano intervenire nuovi investimenti. Un lavoro complesso che ha bisogno di una classe dirigente capace di uno sguardo lungo ed in grado di saper stimolare, sostenere e puntare su settori ad elevato contenuto innovativo e su tutto quanto legato alla valorizzazione di ambiente e territorio.
Il 2012 si è chiuso presentando un conto negativo su tutti i parametri presi a riferimento per misurare crescita o benessere.
Crescono infatti i valori di tasso di disoccupazione e di inoccupazione , sono particolarmente colpiti i giovani e le donne; cresce il numero dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, aumento il numero di ore di cassa integrazione, il numero dei lavoratori posti in mobilità o peggio licenziati. Il sud e la Basilicata sono tra le regioni più colpite. Nonostante l’altalenante ottimismo delle ultime ore profuso dai “soliti” analisti finanziari sui dati positivi di borsa e spread il 2013, non si presenta con indicazioni positive. Il permanere di condizioni negative sui fattori fondamentali, che possono contribuire a migliorare le condizioni generali del paese, ci indicano un periodo di crisi ancora lungo. E’ per queste ragioni che devono preoccupare una serie di segnali che vengono dai settori produttivi della provincia di Matera che se non colti possono generare contraccolpi devastanti e per certi aspetti irrimediabili.
Nelle ultime settimane ad esempio, nonostante il predominare delle vicende elettorali, si sono affrontate due situazioni di crisi in settori che dovrebbero invece rappresentare opportunità per il futuro. Le vicende hanno riguardato la Metapontum Agrobios e la Ferrosud. La prima dopo un periodo di crisi finanziaria, con bilanci ripianati con interventi della Regione Basilicata, è stata messa in liquidazione. Una scelta che chiude definitivamente una esperienza, nata da illuminate intuizioni, gestita progressivamente con un costante disinteresse limitandosi a guardare il dito mentre questo indicava la luna. Una esperienza che si chiude alla prima generazione di ricercatori, sono gli stessi che hanno iniziato una esperienza che sembrava entusiasmante e si sono poi trasformati in un problema per una classe dirigente spesso miope e poco lungimirante. In questo caso, sempre con l’occhio al dito e non alla luna qualcuno continuerà ad affermare che non si è perso un posto di lavoro perché 34 lavoratori sono trasferiti all’Arpab per attività si servizi e 19 all’Alsia. Dubito che la scelta possa essere considerata innovativa, di prospettiva e che possa contribuire a migliorare l’assetto di governo della nostra regione.
Per certi aspetti e con qualche analogia, anche la vicenda Ferrosud è stata accompagnata da elementi di fortissima preoccupazione. Ancora una volta infatti i lavoratori si sono ritrovati ostaggio di una azienda ancora incapace di definire una prospettiva credibile. Ancora una volta il soccorso tampone della Regione attraverso il Consorzio di Sviluppo Industriale per intervenire dove invece avrebbe dovuto farlo la stessa azienda : la manutenzione ordinaria e straordinaria della tratta ferroviaria che collega lo stabilimento al raccordo ferroviario di Casal Sabini. Ancora una volta in un settore potenzialmente strategico, quello ferroviario, non si riesce ha definire un ruolo importante che potrebbe avere la Ferrosud. Non si tratta anche in questo caso solo di salvaguardare importanti posti di lavoro bensì alimentare le potenzialità di uno dei settori che sicuramente potrà e dovrà avere prospettive nei prossimi anni.
Un caso invece che potrebbe scoppiare nelle prossime settimane riguarda la società Tandoi con il suo stabilimento nella zona industriale di La Martella. La struttura, nata dalla chiusura dello stabilimento Barilla a conclusione di una lunga vertenza con pericolose ipoteche industriali e complesse vicende urbanistiche, rischia il collasso. I lavoratori vantano crediti per salari arretrati e il progetto di consolidamento ed espansione dello stabilimento stenta a decollare mettendo a rischio l’ultimo dei siti produttivi di pasta, antica tradizione materana e anche in questo caso settore tra quelli su cui bisognerebbe invece puntare. Il progetto di valorizzazione delle produzioni alimentari locali e quello che sostiene la dieta mediterranea apparirebbe debole senza una struttura che mette a valore la filiera del bianco dalla produzione del grano alle sue trasformazioni fino alla pasta. Credo che l’attenzione di tutta la classe dirigente debba nelle prossime settimane concentrasi per individuare ed indicare un percorso che mantenga al centro del dibattito politico innanzitutto il lavoro cé l’esigenza, non più rinviabile, di offrire soprattutto ai giovani e alle donne del sud una prospettiva chiara ed esigibile.
Angelo Cotugno
ERA ORA CHE PENSATE UN PO ALLAVORO, E NO ALLE VOSTRE DISCUSSIONI DA CINEMA CHE FATE AL CONSIGLIO COMUNALE. VEDETE DI FARE LE COSE DUTTILI PER GENTE MATERANA CHE E SENZA LAVORO, ULTRA 50 ANNI DISOCCUPATI E CON FIGLII A CARICO GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE.. RICORDATEVI CHE TRA UN PO CI SONO LE VOTAZIONI NAZIONALI E ANCHE COMUNALI.
MI RACCOMANDO ADESSO CHE CI SONO LE VOTAZIONI VENITECI A TOVARE ANCHE NEL CESSO PER IL VOTO. E SALUTATECI DA LONTANO COSI VEDIAMO CHE CI VOLETE BENE. GENTE DI POCA FEDE DA CINEMA E A C…I VOSTRI.
Si, il lavoro adesso sotto le elezioni vi interessate, dove siete stati sono ad ora?…