Gianni Perrino e Gianni Leggieri, consiglieri regionali del M5s e Antonio Digioia, consigliere comunale del M5s a Miglionico: “La Transumanza energetica in Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
Mentre il resto del pianeta si affanna, almeno nelle intenzioni, nel tentativo di attuare un’efficace transizione energetica che preveda l’abbandono seppur graduale delle fonti fossili ed inquinanti in favore delle fonti rinnovabili e alternative quali l’eolico ed il solare, mentre molti Stati stanno puntando sull’efficientamento energetico degli edifici e sulla costruzione di materiali ecocompatibili e durevoli, mentre la stessa Europa, di cui facciamo parte, avvia il cosiddetto “Green Deal” con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in Basilicata pare, purtroppo, che il concetto di transizione energetica e di energia rinnovabile sia stato del tutto incompreso o, volutamente, mal interpretato.
D’altronde, da sempre, l’utilizzo pretestuoso della semantica spesso inganna e confonde, cosicché il nostro Governo regionale, dapprima spaccia la Legge Bonus Gas, il famoso “Gas gratis ai Lucani”, come “Misura di compensazione ambientale per la transizione energetica ed il ripopolamento del territorio Lucano”, ma di fatto incentivando l’utilizzo dello stesso. Successivamente sempre la Regione Basilicata avalla l’accordo ENI-ALSIA per la produzione di biocarburanti in Basilicata attraverso la coltivazione sul territorio di particolari semi oleoginosi e la costruzione di un mega stabilimento di produzione e accoglie favorevolmente la proposta di messa in opera del sito di stoccaggio di gas Cugno Le Macine (territorio Ferrandina-Salandra in provincia di Matera) considerato il più grande del Sud Italia con un potenziale di oltre 800 milioni di metri cubi di gas. Infine, ciliegina sulla torta, la recente proposta al Governo Regionale della Confederazione Italiana Agricoltori Basilicata-Alsia, di sfruttare i circa 345.000 ettari di superficie boschiva della nostra regione per produrre biomasse legnose (legna da ardere; pellet; cippato, scagliette di legno) “spacciandola” per fonte rinnovabile ed energia alternativa.
Siamo veramente all’assurdo! In Basilicata ci stanno facendo passare concetti legati all’energia rinnovabile e alla transizione energetica come misure che prevedono, invece, l’utilizzo di fonti diverse dal petrolio ma comunque combustibili ed altrettanto dannose per l’ambiente, il clima e la salute umana.
Evidentemente il destino della Basilicata e dei lucani, anche per via delle scellerate decisioni ed iniziative dei nostri politici e delle associazioni ed enti di categoria, non è assolutamente green.
D’altronde , con il più grande giacimento petrolifero in Europa, con il più grande sito di stoccaggio di gas in Italia, con l’intenzione di Eni-Alsia di produrre biocarburante dalle coltivazioni agricole e della CIA Basilicata di produrre biomasse dal legname dei boschi, la nostra Terra si appresta a concentrare le svariate fonti di energia combustibile nel più grande distretto energetico del Sud Italia con la conseguenza di dover assistere al passaggio da una transizione energetica ad una transumanza delle multinazionali in terra lucana.
Meditiamo e, soprattutto, agiamo prima che sia troppo tardi.