Antonio Nicoletti (Direttore Generale Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata): “Conoscere per programmare un nuovo ciclo del turismo lucano”. Di seguito la nota integrale.
Fino a pochi giorni fa, per la Basilicata turistica il 2020 sarebbe stato “semplicemente” l’anno dopo Matera 2019: l’anno in cui consolidare e potenziare un settore cresciuto tanto negli ultimi anni, con il prezioso risultato di avere una destinazione, Matera, nella geografia delle destinazioni turistiche internazionali, e con alcune chiare indicazioni sulle direzioni da intraprendere per migliorare l’offerta territoriale e il posizionamento sui mercati. Invece viviamo oggi un momento critico, in cui il coronavirus, oltre a colpire gli esseri umani, ha “infettato” subdolamente e violentemente l’economia nazionale a partire proprio da quella turistica. Solo tra qualche settimana avremo la reale contezza dei danni inferti alla stagione 2020, ma già oggi gli operatori stanno vivendo uno scenario drammatico che impone scelte difficili a fronte di un mercato turistico che sembra essersi fermato.
Per quanto riguarda la Basilicata, su impulso del Presidente Bardi, ci siamo organizzati per adattare il sistema dell’accoglienza alle necessità poste da questa nuova sfida. Le istituzioni hanno definito un sistema coordinato di azione, in sintonia con quanto deciso a livello nazionale, e l’Apt ha attivato un numero dedicato su whatsapp (+393701259856) che, in italiano e inglese, potrà indirizzare turisti e operatori verso i canali informativi preposti da ordinanze e disposizioni ufficiali. Tutto questo è il minimo indispensabile e non è certo sufficiente per chi ha a cuore il turismo lucano e nazionale.
Un’emergenza di questa portata sembra contenibile solo a discapito della nostra vita sociale, ma così facendo, come in un incubo, va crollando l’intera filiera dei viaggi, degli spettacoli, dei convegni, dei musei e della cultura. Ma nel pericolo si trova la salvezza, e di fronte a questo scenario le istituzioni non sono ferme. In una condizione di rallentamento forzato del settore si deve lavorare su più livelli: da un lato per cercare di limitare i danni, con misure straordinarie che necessariamente il Governo sta approntando; dall’altro per programmare il futuro ed essere pronti a riconquistare il mercato quando l’emergenza sarà passata.
Per programmare bisogna conoscere e una delle fonti primarie di conoscenza sono i dati. L’Apt ha rilasciato i dati del turismo lucano nel 2019, disponibili come sempre sul portale istituzionale nell’area operatori.
Il compendio statistico fornito dal Sistema Informativo Statistico Turistico (SIST) regionale è come sempre ricco di spunti e fa emergere alcune considerazioni utili a capire cosa fare oggi per programmare il futuro. Alla luce dei fenomeni in atto in questi primi mesi del 2020, possiamo dire che il 2019 ha rappresentato il compimento di un ciclo, un ciclo che ha attraversato l’intero decennio e che ha visto come principale risultato la crescita di Matera come destinazione internazionale, in particolare dal 2014 in poi. All’incremento della domanda, se si escludono pochi importanti esempi di strutture ricettive di dimensioni medie o grandi, il sistema regionale ha risposto con un dinamismo espresso prevalentemente da piccoli imprenditori o da strutture a gestione familiare. Soprattutto negli ultimi anni, infatti, sono sorti numerosi esercizi di piccole dimensioni (con 2-3 camere e circa 5-6 posti letto), gran parte dei quali di tipo non imprenditoriale.
Nel 2019 gli esercizi ricettivi sono passati dai 1.409 del 2018 ai 1.516 del 2019, con una crescita pari al 7,6% rispetto all’anno precedente, mentre i 43.166 posti letto hanno registrato un incremento del 2,5%. Le strutture alberghiere sono 227 (il 15% del totale) per un totale di 23.096 posti letto, mentre oltre l’85% dell’offerta ricettiva è data da esercizi extra-alberghieri (1.289), con 20.070 posti letto che rappresentano il 46,5% del totale (una crescita di oltre il 120% rispetto al 2014, anno in cui la città di Matera fu designata Capitale Europea della Cultura per il 2019).
Gli arrivi hanno evidenziato una discreta destagionalizzazione dei flussi, con un aumento in primavera rispetto al 2018 (16,46% in marzo, 24,27% in aprile e 27,02% in maggio), a fronte di incrementi meno significativi nella stagione invernale (dal 4,89% di febbraio al 3,38% di novembre, salvo l’eccezione del 20,10% del solo mese di ottobre). Il periodo di maggior flusso turistico è rimasto quello estivo, trainato in particolare dal Metapontino, da Matera, da Maratea e dal Pollino.
Nel 2019 la Basilicata ha visto un sostanziale incremento di arrivi e presenze, rispettivamente 944.108 arrivi (+5,83% rispetto al 2018) e 2.733.969 presenze (+5,01% rispetto al 2018). Per quanto riguarda le provenienze, 785.759 arrivi provenivano dall’Italia (+4,77% rispetto al 2018) e 158.349 dall’estero (+11,41%); a questi numeri hanno corrisposto 2.392.796 presenze dall’Italia (+3,70%) e 341.173 (+15,17%) dall’estero. Chiaramente è la città di Matera che ha fatto registrare l’aumento più consistente dei flussi turistici, con 388.158 arrivi (+12,57%) e 730.434 presenze (+33,40%), seguita dalla Costa Jonica con 275.801 arrivi (+7,54%) e 1.263.873 presenze (-1,40%).
Passando alle provenienze turistiche, il mercato italiano ha visto un crescente interesse da parte dei mercati principalmente del Centro-Nord: le regioni che nel 2019 ci hanno preferito di più sono la Puglia (se pur con un decremento pari a -7,3% sul 2018), la Campania (+2,4%), il Lazio (+7,6%), la Lombardia (+12,1%), l’Emilia Romagna (+11%), il Piemonte (+19,4%), la Toscana (+13,6%), per finire con Sicilia (+17,6%) e Calabria (+1,2%). Per quel che riguarda gli arrivi di turisti stranieri, i Paesi di maggior provenienza sono stati gli USA con 21.132 arrivi (+10,8% rispetto al 2018), la Francia (19.981, +14,1%), la Germania (15.377, +32,6%) e il Regno Unito (13.475, -1,0%).
Rispetto a questi dati, tralasciando l’enorme flusso di turismo escursionistico che si è registrato nel 2019, vi è comunque da ricordare che non è stato censito dal SIST regionale il movimento turistico generato dalle oltre 300 strutture ricettive non ancora classificate e dalle numerose strutture di ospitalità che praticano i cosiddetti “affitti brevi”. Questa considerazione riguarda l’intera regione, ma in particolare la città di Matera: se potessimo aggregare il dato che sfugge alla rilevazione statistica, nel 2019 non saremmo lontani dal target di 2 pernottamenti per visitatore, laddove la permanenza media nelle città d’arte nazionali si attesta solitamente intorno ai 2,5-2,6.
Un dato che emerge chiaramente negli ultimi anni e in particolare nel 2019 è che la “locomotiva” Matera non ha trainato a sufficienza le altre aree subregionali, se si escludono quei territori dove è già presente un prodotto culturale (p.es. Vulture) o quelli dove si è investito nel passato con la realizzazione dei cosiddetti “grandi attrattori”.
C’è un evidente margine di miglioramento per quel che riguarda l’offerta della Basilicata interna, quella dove più forte è il prodotto paesaggio-natura, associato all’autenticità dei borghi e al patrimonio culturale diffuso.
La lettura di questi semplici dati ci può suggerire alcune azioni da promuovere nel sistema regionale:
– rafforzare le opportunità di itinerari e motivi di spostamento dalle aree “forti” (Matera, Metapontino, Maratea) al resto della regione, esaltando il valore dell’esperienza oltre alla qualità del paesaggio, dei beni culturali, dei centri storici;
– insistere nel perseguire la destagionalizzazione, rafforzando il sistema di attrattori e lavorando affinché la programmazione di eventi possa trasformarsi in motivo di viaggio;
– favorire la sempre maggiore professionalizzazione del sistema della ricettività e dell’accoglienza, intesa in senso lato (dalle strutture ricettive al cosiddetto personale di contatto).
Qualche giorno fa si è tenuto in Regione Basilicata il primo incontro del tavolo partenariale per la programmazione della politica di coesione, propedeutico alla definizione dei futuri Programmi Operativi per il periodo 2021/2027. Come primo contributo di settore, ho rappresentato la necessità che si agisca sui seguenti punti: rafforzare il sostegno alla tutela finalizzata alla fruizione, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico; innalzare la qualità del sistema ricettivo, con strumenti non solo finanziari ma anche di indirizzo e formazione degli operatori; consentire modalità attuative che prevedano lo strumento del partenariato pubblico-privato.
Sarà necessario incontrarsi, programmare, scambiare conoscenza e condividere priorità e azioni, nella certezza che l’obiettivo comune è quello di salvare il turismo lucano e rafforzarlo nel mercato nazionale prima (visti i ritardi che seguiranno alla ripresa delle rotte aeroportuali), internazionale poi.