Api-Bas Spa, assessore regionale Cupparo: I “buchi nell’acqua” di Cifarelli. Di seguito la dichiarazione dell’assessore regionale alle Attività produttive, Franco Cupparo.
Dispiace constatare che chi continua a fare “buchi nell’acqua” è sempre l’ex assessore Cifarelli che nel tentativo di nascondere responsabilità proprie e della Giunta e della maggioranza che ha sostenuto negli anni ricorre ad un’opposizione sterile fatta solo di interrogazioni e di attacco personale. Lo rassicuro: sono pronto a rispondere alla sua interrogazione su Api-Bas, che non è ancora nella mia disponibilità non essendomi stata ad oggi trasmessa, come sono pronto a farlo per altre interrogazioni – progetto di ricerca “T3”, Centro Dialettologia, per citarne solo alcune – che ha presentato, anche da più di un anno, ma che non richiama alla discussione in Consiglio. E’ il più classico dei comportamenti di chi “lancia il sasso e nasconde la mano”. Un modo di sfornare interrogazioni per tentare di dimostrare un interessamento su qualcosa ma che potrebbe diventare un boomerang di responsabilità passate e pertanto è meglio non discuterle ed incassare insuccessi. Altro che mancato rispetto del Consiglio.
Per chiarire meglio il mio pensiero, nella replica precedente sull’iter del commissariamento del Consorzio Asi Potenza e lo stato di attuazione della legge istitutiva di Api-Bas, mi sono limitato a spiegare lo stato della situazione. La legge regionale n. 7 “Scioglimento del Consorzio Industriale della Provincia di Potenza e costituzione della Società Aree Produttive Industriali Basilicata S.P.A.” è stata pubblicata sul BUR n. 18 del 6 marzo 2021 ed è entrata in vigore in tale data.
L’articolo 1 della stessa legge autorizza la Giunta Regionale a costituire API-BAS SpA con propria deliberazione da adottarsi entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge medesima. Come si evince dal testo normativo, tale termine non è perentorio e, comunque, la bozza dello Statuto della costituenda società API-BAS è stata già sottoposta ai Consiglieri di maggioranza e ai Dipartimenti interessati per una preventiva condivisione ed eventuali proposte. Nei prossimi giorni sarà approvata la delibera di Giunta regionale di costituzione della società, che terrà conto anche delle eventuali osservazioni pervenute.
In ogni caso il 12 marzo scorso, come previsto dall’articolo 2 della legge, EGRIB ha trasferito ad Acquedotto Lucano, con proprio Decreto, la gestione delle reti e degli impianti idrici. Pertanto, è stata garantita sia la tutela dei lavoratori impegnati nella gestione delle reti e degli impianti e sia l’erogazione dei servizi essenziali alle imprese, con il subentro di Acquedotto Lucano nei rapporti in essere in capo al Consorzio.
Inoltre, i dipendenti del Consorzio hanno percepito tutti gli stipendi, compresa la mensilità di marzo 2021. Pertanto, a differenza di quanto sostenuto dal Consigliere Cifarelli, non si è verificato alcun disservizio o disagio.
Il Consigliere Cifarelli non può non ricordare che la legge regionale 24 luglio 2017 n. 19 all’art. 48 assegnava alla Giunta 180 giorni per individuare la titolarità delle infrastrutture e degli impianti dei Consorzi Industriali sia di Potenza che di Matera. La Giunta, di cui faceva parte anche Cifarelli, non si sa perché, non ha mai ottemperato a tale ricognizione, che avrebbe agevolato di molto il compito del Liquidatore fornendo già una situazione chiara sulle infrastrutture e sugli impianti di proprietà del Consorzio in liquidazione. Anche in questo caso la polemica si ritorce come un boomerang: è evidente infatti che chi fa le leggi e non le rispetta non è certo la Giunta Bardi e che proprio le gravi inadempienze della Giunta Pittella-Cifarelli hanno provocato questa situazione che intendiamo avviare a soluzione.
Cifarelli – che adotta la linea del “tutto e subito” e si arroga il diritto di decidere per conto del commissario che abbiamo nominato – preferisce “passare sopra” la disastrosa situazione finanziaria del Consorzio al quale in una decina di anni di giunte di centrosinistra sono stati elargiti 38 milioni di euro, senza invece erogare nemmeno un euro al Consorzio Asi Matera, con il solo risultato di produrre un ammontare di debiti di cui ancora non si conosce la cifra esatta.
A meno che l’ex assessore tema che il lavoro del commissario scoperchi qualche “altarino” e pertanto preferisca alzare un polverone di polemiche puntando a scoraggiarlo sull’accettazione dell’incarico.
La Giunta in proposito non ha nulla da temere e rispetterà le conclusioni del commissario per rispondere ai troppi lati oscuri della vicenda come quello dell’allacciamento delle imprese alla rete idrica industriale tenuto conto che su circa 700 in attività nelle aree industriali del Consorzio solo circa 200 risulterebbero “regolarizzate”.
Sui motivi che inducono il commissario liquidatore dott. Fasana a richiedere al Consorzio Asi la documentazione necessaria, Cifarelli e quelli che si arrogano il diritto di essere super-esperti in materia, farebbero bene a leggere il disciplinare sui tempi e le modalità della procedura liquidatoria del Consorzio che prevede, espressamente, “la ricognizione materiale e formale degli atti del Consorzio sulla base delle consegne del Commissario straordinario uscente ex art.2487 bis, terzo comma, Codice Civile di cui è redatto verbale”. A noi risultano ancora presenti una serie di problematiche – a cominciare da un preciso ed aggiornato inventario patrimoniale dei beni mobili ed immobili dell’Ente , oltre che dai dati di contabilità e bilanci – che hanno bisogno di essere superate il più rapidamente possibile.
Vorrei inoltre, per l’ennesima volta, tentare di spiegare a Cifarelli che da parte mia l’ “attaccamento alla poltrona” non mi appartiene e che con serenità continuo a svolgere il mandato affidatomi dal Presidente Bardi, assolvendo all’incarico con spirito di servizio per la comunità regionale, dopo i consensi ricevuti dagli elettori lucani. Capisco le sue aspirazioni a tornare al mio posto ma deve farsene una ragione e sottoporsi al giudizio dei lucani che non mi pare gli abbiano dato credito.
Di seguito la replica del Consigliere regionale Cifarelli all’assessore regionale Cupparo: “Mentre il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”.
C’è un proverbio che viene citato spesso in tanti ambiti: quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Ma in questo caso mi sembra davvero appropriato. L’assessore Cupparo continua imperterrito da due anni a questa parte ad ergersi a censore di presunti errori altrui (T3, cluster, ricerca, Centro di Dialettologia, Consorzi industriali), quindi guarda il dito, mentre la luna, cioè la Basilicata, resta lì imperterrita ad aspettare che qualcuno proponga idee, progetti, soluzioni per provare ad uscire da una condizione difficile come lo sono tutti in questo momento. Capisco che a Cupparo viene più naturale lavorare sulle cose altrui che impostarne di nuove, ma il compito delle opposizioni è proprio quello di cercare di “tirar fuori il sangue anche dalle rape”. Ed allora parlare di trasferimento tecnologico, cioè della possibilità offerta alle imprese lucane, notoriamente piccole e piccolissime, di adeguarsi ad un mercato sempre più globalizzato e dalle produzioni altamente innovative e tecnologiche per il nostro diventa solo argomento per ricercare difetti in ciò che altri hanno tentato di realizzare e proporre una soluzione surrogato solo per poter dire, forse senza comprendere fino in fondo il tema, che lui se ne è occupato. Per non parlare poi del valore dei cluster legati alla S3 regionale ed ai progetti di ricerca, che prima ha cercato in tutti i modi di affossare per poi, una volta che qualcuno è riuscito a fargli comprenderne l’importanza, darsi merito di aver (con 24 mesi di ritardo) proceduto all’affidamento dei progetti. Tralascio, poi, il tema della cultura. Evidentemente non gli stava simpatica la professoressa Del Puente per cui il Centro Internazionale di Dialettologia non meritava ulteriore sostegno.
Quanto poi al tema che ha dato la stura a Cupparo per “buttarla in caciara”, cioè il tema dei Consorzi industriali, il nostro deve ancora spiegare perché si sono persi questi due anni senza tentare di perseguire la strada tracciata dal piano di risanamento approvato dalla precedente giunta. Forse per creare Api-Bas e quindi qualche posto per qualche sodale politico? E nel frattempo chi sta gestendo le aree industriali in provincia di Potenza e chi sta gestendo il Consorzio di Potenza non ancora in liquidazione? E come si concilia la richiesta di passaggio di consegne dal precedente commissario se questi ha cessato la propria funzione al 14 febbraio? Insomma Cupparo confonde il piano tecnico con quello politico. Allo stesso modo il passaggio della ” gestione” degli impianti oltre a creare non pochi problemi a Egrib e ad Acquedotto Lucano, nulla ha a che fare con la titolarità delle strutture, e la ricognizione non avrebbe modificato la ” titolarità” della gestione. Nulla c’entra quanto afferma Cupparo con la legge nel passaggio in cui regola il trasferimento della gestione ad uso civile ad Egrib/AL.
Infine, è evidente che i trenta giorni previsti dalla legge per la costituzione di Api-Bas non sono perentori; ma allora perché darsi trenta giorni se Cupparo sapeva già di non poter rispettare quel termine?
Gli interrogativi rimangono tutti. Di una cosa invece ho certezza, di non avere “altarini” e quindi quel “venticello” di rossiniana memoria è bene che Cupparo lo trasmetta direttamente alla Procura della Repubblica, perché la lotta politica ha un limite quando scade sul personale. Non sarà certo Cupparo ad intimidirmi nel proseguire a denunciare i limiti della sua azione, ma certo non accetterò in silenzio che si alzi quel “venticello”.