Appello al voto della Consigliera regionale Merra: “Partecipate e non rinunciate al futuro”. Di seguito la nota integrale.
Tra le mie battaglie più sentite ed appassionate, durante tutto l’arco della legislatura ormai giunta al suo epilogo, annovero con orgoglio quelle per il contrasto allo spopolamento e a favore dell’occupazione giovanile, attraverso la realizzazione di infrastrutture strategiche, progetti, investimenti, avvio di opere stradali, ferroviarie, edilizie, tese a rilanciare la crescita e lo sviluppo economico della Basilicata. Il mio obiettivo è stato quello di creare le condizioni necessarie, o almeno porre le basi di un rilancio sociale generalizzato e di una rivoluzione culturale sui grandi temi, affinché i giovani della Basilicata possano ricominciare a costruirsi un futuro nella loro terra, senza essere costretti ad andare via per mancanza di occasioni e opportunità. Occorre intraprendere la via dei grandi investimenti nei settori di punta che danno i risultati più stabili e duraturi perché meno esposti alla guerra concorrenziale che caratterizza i settori a basso impatto innovativo e tecnologico. Ho lanciato recentemente l’idea dei poli di sviluppo in Basilicata a partire dal settore ferroviario che può diventare un ottimo punto di partenza per il progresso economico e sociale dei prossimi anni. Abbiamo aziende avanzate su cui contare e intorno a cui costruire un distretto industriale strategico per noi e per l’intero Mezzogiorno, puntando, per esempio, su mezzi ferroviari all’avanguardia. La politica dei poli di sviluppo va estesa all’intero territorio e a tutti i settori della nostra economia che dispone di materie prime, risorse naturali e anche umane che fanno invidia a tutti. Ovviamente, in questo contesto il ruolo dell’Università, delle scienze e delle altre discipline accademiche diventa fondamentale per generare un circolo virtuoso di trasformazione produttivo-sociale che è una chance da non perdere per entrare nella Storia dalla porta principale.
Io stessa ho vissuto le stesse difficoltà di tutti i miei coetanei e delle ragazze dei ragazzi che adesso si affacciano a scelte importanti, di studio o di lavoro, tra “millanta” avversità. Però non mi sono mai arresa, scoraggiata o rassegnata ad un destino che sembrava inevitabile, quello che purtroppo continua ad affliggere le nuove generazioni di lucane e lucani le quali, non trovando le condizioni adeguate per restare, sono obbligate a lasciarsi alle spalle affetti, amicizie, abitudini per emigrare altrove, con tanti sogni nel cassetto e il rammarico di non poterli concretizzare nella propria comunità.
Noi giovani lucani siamo sempre stati testardi e tenaci eppure nonostante tutta la nostra forza di volontà, il coraggio e la spinta morale che ci caratterizzano, ci troviamo spesso di fronte a situazioni soverchianti che non ci piegano ma ci condizionano pesantemente nelle scelte. Non voglio essere retorica parlandovi della meraviglia dei nostri paesaggi e della profondità delle tradizioni. So benissimo che la bellezza è utile ma non salverà il mondo. Ci vuole ben altro, non lasciamoci incantare solo dalle parole che scaldano il cuore ed obnubilano la mente. Per la Basilicata occorrono politiche industriali avanzate, innovazione tecnologica, infrastrutture all’altezza dei tempi e delle aspirazioni di una società che vuole precorrere le situazioni piuttosto che subirle, di una Università che attiri cervelli da fuori e non si faccia sfuggire i suoi. Questi orizzonti possono sembrare irraggiungibili ma non lo sono, ci vogliono idee chiare nella testa e mani sicure che afferrino la realtà per plasmarla. E la realtà è un duro affare, lo sappiamo. Essa non si adatta ai nostri scopi allo schioccare delle dita ma ci costringe a lottare per vincere la sua resistenza, i suoi rapporti di forza consolidati, le configurazioni di potere che la sottendono e che non sono certo disponibili a lasciarsi spodestare anche quando il loro fallimento è ormai evidente, le gerontocrazie che non mollano la morsa perché non vogliono far spazio alle nuove leve. Nessuno insomma ci regalerà niente e ci concederà nulla se non ci facciamo valere e se non dimostriamo con i fatti e gli atti di risolutezza che noi possiamo fare qualsiasi cosa molto prima e molto meglio di chi ci sbarra la strada, asserragliato in una torre d’avorio o su un piedistallo di sudditanze clientelari. Per questo chiedo ai giovani di partecipare attivamente, di andare a votare, di fare scelte consapevoli e di non darla vinta a chi subdolamente sussurra ai loro orecchi che tanto non cambierà mai niente perché sono tutti uguali. I tempi sono vostri, sono nostri, bisogna essere abili a vedere le differenze e soprattutto a fare la differenza. La storia del futuro non è ancora stata scritta e noi possiamo essere artefici del nostro avvenire. Il 21 e il 22 aprile apriamo una nuova pagina. Si può!