Archivio di Stato di Potenza, deputato Lomuti (M5s): da istituto culturale di pregio a simbolo di totale noncuranza da parte delle istituzioni politiche. Di seguito la nota integrale.
Sebbene il ministro della cultura Sangiuliano sia quotidianamente e faticosamente impegnato nel tentativo di riabilitare la propria immagine dopo i numerosi “scivoloni” collezionati, ho presentato una interrogazione parlamentare al fine di sapere se fosse a conoscenza dello stato di abbandono in cui versa l’edificio dell’ex Biblioteca Provinciale da adibire a sede dell’Archivio di Stato di Potenza, uno degli istituti culturali più rilevanti di città.
L’Archivio di Stato di Potenza, solo teoricamente sito in corso Garibaldi, rappresenta il più antico e tra i più prestigiosi istituti culturali della Basilicata. Esso, infatti, nasce con il decreto n. 1524 del 1812; il progetto dell’edificio fu affidato al noto architetto romano Ernesto Puppo. Tuttora la struttura che dovrebbe ospitare l’Archivio di Stato costituisce una delle più raffinate e pregevoli testimonianze di architettura del Novecento, a Potenza. Dunque, acclarato il valore dell’opera – che, per di più, dovrebbe custodire gli archivi e i documenti prodotti dalle magistrature dell’Antico Regime e dagli uffici giudiziari, amministrativi e finanziari dello Stato presenti nella provincia di Basilicata a partire dal lontano 1806 – risulta incomprensibile il destino di degrado a cui è stata condannata, per via dell’inerzia di certa politica.
A causa dei danni provocati dai violenti terremoti del 23 novembre 1980 e del 5 maggio 1990, infatti, la struttura è stata abbandonata e dal 1995 tutto il materiale è stato dislocato in un fabbricato di via Nazario Sauro n.1. Nel 2010 sono stati, finalmente, consegnati i lavori di consolidamento e di riqualificazione della struttura di corso Garibaldi e l’impegno era quello di terminare l’opera entro il 2013. Nel 2014, poi, il Ministero della cultura ha acquisito l’immobile. Si è aperta, nel frattempo, una intricata serie di contenziosi e, così, i lavori previsti si sono immediatamente interrotti, poi arenati. Ad oggi, dopo oltre 10 anni dalla consegna dei lavori, l’edificio versa in uno stato di incuria e di degrado e rischia persino di trasformarsi in una minaccia per l’incolumità della cittadinanza. Non è tollerabile che un istituto di questo pregio, sia per il patrimonio storico che dovrebbe custodire sia per il valore architettonico in sé, sia oggetto di tante noncuranza da parte dell’amministrazione cittadina di centrodestra e del ministro di competenza. Per questo, ho chiesto al ministro Sangiuliano se fosse a conoscenza della situazione critica in cui versa l’Archivio di Stato di Potenza, nonché dei rischi connessi al suo attuale stato di decadimento. E, soprattutto, se, come e in quali tempi intendesse intervenire, al fine di dare immediato avvio ai lavori di messa in sicurezza e di riqualificazione di un bene di indubbio interesse culturale.
L’auspicio è che anche il sindaco Guarente stimoli la propria parte politica, oggi al governo, a intervenire tempestivamente e a restituire al capoluogo di regione il decoro che merita. A questo centrodestra locale, regionale e nazionale, chiediamo, se proprio non riesce a compiere grossi passi in avanti, almeno di preservare l’esistente e di non farci tornare (troppo) indietro.