Giovanni Scarola, consigliere comunale PD e Presidente della Commissione Gestione del Territorio e Urbanistica al Comune di Matera in una nota si occupa dell’area di servizio di via Annunziatella a Matera e lancia un appello al sindaco De Ruggieri e al Ministro Franceschini (in visita proprio sabato mattina nella città dei Sassi per inaugurare l’Istituto Superiore per la Convervazione e il Restauro all’interno dell’ex convento di Santa Lucia Nova in via La Vista).
Di seguito la nota integrale corredata di foto storiche relative al tema.
Scarola (PD): “Sotto il vestito niente, anzi una microarchitettura da tutelare e vincolare”
Francesco Andreani, architetto e docente universitario introduce nel suggestivo mondo delle stazioni di servizio,le «piccole opere d’arte del Novecento» disseminate in tutto il territorio italiano. Andreani scrive che “Un numero impressionante di piccole opere d’arte del Novecento segna il territorio italiano, traccia spesso decaduta di un’altra età dell’oro dell’architettura italiana. La maggior parte delle stazioni di servizio Agip – queste sono le opere d’arte – furono realizzate da un architetto dal nome provinciale e banale, Mario Bacciocchi da Fiorenzuola d’Arda, figlio di tipografo, uno dei grandi architetti italiani che la storia ignora e lascia alle cronache successive. Furono costruite a partire dagli anni Cinquanta per l’Eni di Enrico Mattei, che nutriva per Mario una particolare fiducia operativa e anche ideale, dopo il lavoro per Metanopoli, nel quale Bacciocchi aveva realizzato progetti urbanistici e architetture di dettaglio fino all’ideazione dello stesso nome di Metanopoli, intuizione felice e pubblicitaria che indicava valore e forza delle nuove realtà dell’Eni del dopoguerra. Una grande pensilina in cemento armato, bianca, sottile, raffinata, con un profilo simile ai semplici diagrammi di carico uniforme, nasceva dal suolo e avvolgeva ora il piccolo chiosco del benzinaio ora la grande stazione di servizio . Furono tredici le varianti dello stesso modello, dai piccoli chioschi che ancora oggi sembrano lasciti di una modernità imprevista nel paesaggio italiano, alle grandi stazioni di servizio, con bar, ristoranti, negozi, avvolti tutti da questa straordinaria pensilina, bianca, semplice, costruttiva.”
nella foto la stazione di servizio Agip di Cortemaggiore (Piacenza)
Nella foto storica seguente la stazione Agip del 1953 realizzata a Macomer in Provincia di Nuoro, ma nei tratti non è difficile ritrovare l’architettura della originale stazione che l’Agip realizzò a Matera negli anni 60 in via Annunziatella, sulla via Appia romana.
L’originale architettura ha subito negli anni l’aggiunta di superfetazioni anche a seguito della cessione dell’impianto da parte dell’Agip ad altre società. Ma una sguardo attento riconosce che all’interno delle plafonature si conserva quell’architettura originale che le Soprintendenze Italiane stanno vincolando nelle Città quali beni da tutelare anche a memoria del tempo della sfida di Mattei alle “sette sorelle” americane. Ma quella era un’altra Italia, un periodo di autonomia nazionale e di competizione all’estero.
Nel profilo del fabbricato (come da foto riportata di seguito) si scorge l’ala posteriore stabilizzatrice ( è la stessa coda dei moderni aerei) perché con la “Cortemaggiore” negli anni 50 si volava, dall’alto, invece, si scorge il profilo della piastra a sbalzo snella e potente che proteggeva l’area di distribuzione.
La Città di Lecce ha da poco comprato la storica stazione centrale Agip dismessa, su cui la Soprintendenza ha posto il vincolo di tutela, per recuperala e destinarla ad attività culturale. Foiano(Arezzo) ha trasformato lo storico sito nel luogo di distribuzione dell’acqua “pubblica”. Il distributore Agip di Ivrea, progettato negli anni Cinquanta da Mario Bacciocchi, è diventato oggi un punto informativo e di incontro. Il contenitore, progettato nel 1953 sulle rive di Trieste dallo Studio Banfi BelgiojosoPeressutti e Rogers per l’Aquila, nel 2008, dopo un lungo periodo di abbandono, è diventato un luogo di aggregazione e spazio espositivo. L’esperienza estera di recupero delle prime architetture dell’alba della politica energetica mondiale è ancora più ricca. “Le stazioni di Dudok, a Loenersloot, a Groningen, oggi monumento nazionale, quelle progettate per la Shell dall’architetto A. Meijlink a Vught nel 1933 fino al capolavoro dell’architetto Friedrich Tamms nei pressi di Fürstenwalde, un piccolo gioiello del modernismo tedesco realizzato nel 1937 sulla strada tra Berlino e Francoforte. ll distributore, criticato dal Reich per l’americanissima copertura piana a forma di boomerang, è stato in funzione fino al 1995 e ha evitato la demolizione grazie a un’efficace campagna di sensibilizzazione che ha portato al riconoscimento del notevole interesse storico dell’edificio (rif. Susanna Caccia)”.In tutto il mondo le Città recuperano queste micro architetture diffuse. E Matera?Il Comune di Matera è proprietario dell’area su cui sorge l’areadi servizio di via Annunziatella. Il 31 dicembre 2010 scadeva il contratto con la Società utilizzatrice del sito. Alchimia amministrativa , malgrado sin dal 2008 un dirigente del Comune di Matera attestò la non prorogabilità del contratto in seguito all’approvazione del nuovo PRG 2007, che destinava tale area a verde e giardino , consente ,a distanza di 7 anni , l’occupazione dell’area e la sua blindatura con transenne. Neanche un’ordinanza del Tar è servita a recuperare alla civiltà almeno l’area delle preesistenti strisce pedonali su cui è stato edificato finanche un muretto di cemento armato. La Giunta comunale approvò nel 2014 uno studio di fattibilità per destinare l’area a verde e parcheggi. Il Consiglio Comunale a fine 2014 approvò mozione per l’immediata realizzazione dell’area verde. Dopo quasi tre anni tutto tace. I cittadini materani continuano ad essere espropriati di un bene collettivo ed ogni giorno qualcuno rischia la vita per l’attraversamento di quel tratto di stradasenza strisce pedonali. E che dire della relazione dell’ArpaB sulle analisi ambientali fatte sul sito: i livelli di inquinanti nel terreno superano i livelli nel caso che l’area sia destinata a verde e parcheggio. Sindaco De Ruggieri è tempo che il sito venga bonificato con una seria caratterizzazione sui punti in cui per 50 anni sono stati localizzati gli “impianti potenziali inquinanti delle matrici del terreno”. La stessa architettura sia recuperata alla fruizione pubblica magari con un concorso di progettazione. Ma prima di tutto si faccia riconsegnare le “chiavi” dell’area che è della Città di Matera e dell’intera collettività. Potrebbe diventare uno dei checkpoint dei visitatori che si apprestano a visitare Matera 2019, nonché luogo tutelato da ammirare.
Ma state scherzando o fate sul serio? Bene architettonico una stazione di rifornimento? Ecco perché l’Italia sta andando a rotoli!!! Poveri noi!
Che cosa ci si inventa pur di fare i propri interessi! Manco fossimo in un film di Totò.
Forse dovresti rileggere meglio l’articolo. C’è stata un’epoca, ahimé lontana, in cui in Italia anche una stazione di rifornimento poteva essere oggetto di uno studio architettonico, di un’idea che esprimesse un concetto da riproporre e far diventare segno di riconoscimento. In quest’ottica la stazione di servizio di via annunziatella, spogliata delle modifiche apportate successivamente e riportata allo stato originario potrebbe essere recuperata e riconvertita. Mi balena un’idea… il bar Valentino adiacente (o l’edicola, o entrambi) potrebbe spostarsi lì, in piena (futura spero) area verde, liberando in questa maniera il vecchio ingresso del campo sportivo.
Sarebbe un’operazione di recupero e valorizzazione degna di una capitale della cultura.
Sai, forse qualche decennio fa in molti pensavano le stesse cose che pensi tu dei tanti pastifici che c’erano in città, dei quali ormai non rimangono che ricordi e foto sbiadite, a parte qualche rara eccezione.
Mmmm… Quando si beve bisogna dormire successivamente non scrivere, ma perché non la proponiamo patrimonio dell’umanità, insieme al centro direzionale fatto in stile palazzi potentino e acquarium dove ci sono strade a doppia corsia che si passa a senso alternato e la sporcizia e il degrado della periferia… Così la munnezza e la sporcizia diverrebbero davvero un bene godibile della città. Comunque complimenti agli elettori che votano cittadini culturali di così alto ingegno, grazie 1000
A voi che vi lanciate in critiche ed insulti senza neanche riflettere un attimo su ciò che qualcun altro propone! il consigliere mi pare che voglia semplicemente conservare nell’ambito dell’area comunale verde (e resta tale) la struttura originaria quale simbolo stilistico di microarchitettura anni 50, proposta del tutto legittima e su cui si può tranquillamente dialogare. Dove sta l’interesse personale, l’ubriacatura ecc lo sa solo la vostra fantasia ipercritica così diffusa in questa città.