Il capogruppo della Lega replica a Cifarelli e dice “nessun maquillage. L’Arpab non ha funzionato per anni: questo è il dato di fatto da cui bisogna partire”
“Nessun maquillage. L’Arpab non ha funzionato per anni: questo è il dato di fatto da cui bisogna partire”. Così il capogruppo della Lega Salvini Basilicata, Tommaso Coviello, replica al consigliere Cifarelli e aggiunge: “Con la legge di riordino approvata lo scorso 14 gennaio in Consiglio regionale abbiamo voluto rendere l’Arpab più snella e maggiormente efficiente, anche in ossequio a quanto disposto dall’art. 7 della legge nazionale n. 132/2016”.
“E se questo – continua – vuol dire sostituire anche il direttore generale Iannicelli, lo si farà. Esattamente come è stato fatto nell’anno 2015 quando, con la medesima metodologia, l’allora direttore generale Schiassi è stato sostituito con l’attuale direttore Iannicelli. Non c’è nessuna ‘epurazione per proseguire nell’opera di occupazione militare’ come dice Cifarelli, per enfatizzare affermazioni prive di contenuto sostanziale. Vorrei ricordare, infatti, che buon senso e correttezza avrebbero voluto che l’attuale direttore generale avesse già da tempo presentato formalmente le proprie dimissione al presidente Bardi, il quale avrebbe potuto accettarle o rinnovare il rapporto di fiducia che deve inevitabilmente legare chi governa con chi gestisce un’agenzia come l’Arpab”.
“Questo, però – dice – non è avvenuto. Non è avvenuto perché l’attuale direttore generale è stato nominato in limine litis, dal precedente governo regionale così come altri direttori generali di strutture sanitarie, per cui probabilmente non aveva e non ha ancora alcuna intenzione di lasciare sua sponte il proprio incarico. Stando così le cose appare chiaro che ‘spartonzola di poltrone’ è un’espressione che si addice molto più ai cari colleghi consiglieri di opposizione, i quali troppo in fretta dimenticano le ragioni che hanno ispirato e guidato la politica del passato”.
“Il cambiamento – conclude il capogruppo della Lega – non si fa solo a parole, lo si fa con atti legislativi che diventino strumenti concreti per raggiungere nuovi obiettivi e, noi, con la nuova legge di riordino dell’Arpab, sicuramente raggiungeremo i risultati che l’opposizione non è stata capace di raggiungere negli anni passati”.
Legge Arpab, Consigliere regionale Cifarelli (PD): “Ma quale riordino, si tratta di semplice epurazione del direttore Iannicelli”
Legge Arpab, Consigliere regionale Roberto Cifarelli (Comunità Democratiche – PD): “Ma quale riordino, si tratta di semplice epurazione del direttore Iannicelli”. Di seguito la nota integrale.
Il centrodestra esulta per l’approvazione della legge di riordino dell’Agenzia regionale per l’ambiente. E’ una esultanza eccessiva se rapportata alla reale dimensione del provvedimento.
Infatti, a ben leggere i contenuti della nuova legge, ci si rende subito conto che si tratta di un semplice “maquillage” che poteva essere fatto banalmente emendando la legge n.37/2015.
Anzi, direi che la nuova legge peggiora la situazione: si passa da uno a tre revisori dei conti; si elimina il direttore amministrativo; si riduce la partecipazione e la condivisione degli enti locali attraverso la eliminazione del Comitato paritetico; si riduce l’autonomia dell’ente assoggettandolo al dipartimento regionale e quindi alla politica; si mettono le premesse per la spoliazione territoriale a scapito della sede di Matera.
La verità è che Arpab, che pure in questi ultimi tempi anche grazie al cosiddetto Masterplan aveva fatto segnare inequivocabili miglioramenti anche dal punto di vista dell’autorevolezza, ha solo necessità di implementare il proprio organico con qualificate professionalità, di nuove attrezzature e laboratori certificati, di ulteriori risorse economiche. Tutto ciò non abbisognava di nuove norme di legge.
E’ chiaro a tutti che l’obiettivo, tra l’altro neanche nascosto, era quello di epurare l’attuale Direttore per proseguire in quell’opera di occupazione “militare” di ogni spazio negli enti sub regionali, pratica che ha visto un grande impegno nel 2019 per assecondare filiere politiche, segretari di partito, candidati non eletti.