In questi giorni si sta parlando molto di Ruoti senza tener conto di quello che la comunità ha vissuto e continua a vivere. Anni di scontro durissimo che hanno avuto come unico obietto il prevalere sull’altro, sacrificando il lavoro ed il bene comune di una comunità che si è vista, nel tempo, depauperata di energie e risorse.
Ruoti, comune dell’area interna del Marmo Platano, si svuota mensilmente di giovani energie che decidono di non tornare. Il tessuto sociale ed economico è stato a lungo tempo preda di interessi di parte ed accedere ad un posto di lavoro ha significato, troppo spesso, doversi arrendere a logiche latifondiste spesso incrociatesi con le vicende politiche del comune.
Il terremoto giudiziario di questi giorni deve aprire una discussione franca, fuori da ipocrisie di parte, che restituisca rispettabilità a cittadini, cittadine ed istituzioni. Bisogna, adesso, affidarsi con fiducia alla magistratura che svolgerà il proprio ruolo.
Quando la politica non si combatte con le armi della politica, ma si utilizzano strumenti differenti, è sempre una grande sconfitta, specialmente se sono coinvolte le istituzioni. Per questo motivo arrivi la solidarietà del PD alla sindaca Scalise che, anche in passato, ha ricevuto il sostegno morale del PD RUOTI quando la politica lasciava vergognosamente il passo al pettegolezzo. Non è possibile, però, esimersi da alcune considerazioni.
Non possiamo chiudere gli occhi dinanzi a come è nata la candidatura di Anna Maria Scalise, di quel siparietto arrivato alla cronaca nazionale: “votate lei ma il sindaco resto io”. Sarebbe stato utile che già allora la candidata sindaca, per il rispetto verso le istituzioni e i ruotesi ma soprattutto verso le donne che fanno politica, avesse preso le distanze – scendendo dal palco o ritirando la candidatura – non da una persona ma da un sistema, un modo di essere e di vivere le società, gli affari e la politica sul quale la magistratura si esprimerà. Eticamente non è il modello del Partito Democratico Basilicata.
Così come non si può non essere solidali con i lavoratori e le lavoratrici che stanno pagando davvero il prezzo più alto condizionati da questo sistema, come scritto in premessa. Una vicenda giudiziaria che non getta ombre solamente sulle istituzioni ma anche sul mondo del lavoro, con particolare riferimento alla componentistica, alle modalità di appalto e subappalto. Lo abbiamo detto in campagna congressuale: non si può usare la politica per il business e viceversa. La politica è servizio al prossimo e mai a sé stessi.
Trovo curiosa la strumentalizzazione di questa vicenda da parte di certa destra che dovrebbe, invece, dare risposte sulla vicenda Tisci e sulle crisi politiche che nulla hanno a che fare con il bene dei lucani.
Fiduciosi nel lavoro della magistratura, ci stringiamo intorno ai cittadini e le cittadine di Ruoti.