Aspat Basilicata: le risorse per la Sanità lucana appartengono ai soli cittadini, riunione urgente Commissioni Consiliari Regione. Di seguito la nota integrale inviata da Antonia Losacco, presidente Aspat Basilicata.
Nessuno può accampare diritti su somme del SSR; esse appartengono a tutti i lucani e a nessuna struttura! L’Unità di Crisi Sanitaria delle strutture private accreditate ha presentato una proposta di emendamento alla Legge di bilancio che Aspat Basilicata è disponibile a sostenere con le dovute argomentazioni e iniziative di ordine giuridico ed è per questo che ha chiesto un incontro urgente con le Commissioni permanenti del Consiglio Regionale. A sostenerlo in un documento è Antonia Losacco, presidente Aspat Basilicata.
Per un po’ di tempo – forse troppo – ci si è ‘nascosti’ dietro agli effetti della pandemia. Certo il periodo di emergenza sanitaria ha lasciato il segno, ma è riduttivo pensare che l’attuale contesto sia ‘solo’ una conseguenza del Covid. Più verosimile, invece, che la pandemia abbia acceso i riflettori su una situazione che stava già ribollendo e le cui anomalie, fonti di disservizi ai cittadini e stranezze burocratiche che hanno colpito determinate strutture sanitarie, sarebbero ben presto emerse prepotentemente.
E difatti, stanno emergendo gli “altarini”, con soggetti che in questo scenario, di autentica emergenza, si affrettano a “condizionare” il Consiglio Regionale arrampicandosi su argomentazioni che, forse pure condivisibili in una logica meramente imprenditoriale, nulla hanno a che vedere con l’emendamento proposto dall’Unità di crisi sanitaria Basilicata.
Ciò che apprendiamo dalla stampa è finalmente qualcosa di diverso dal sottovoce dei corridoi: si sostiene che l’emendamento proposto si contrapporrebbe, o peggio, lederebbe “i diritti acquisiti da altri imprenditori che nei prossimi mesi inaugureranno a Potenza una nuova clinica”. Diciamo subito in modo chiaro che l’apertura di una nuova clinica a Potenza, Lavello, o in qualsiasi comune della Basilicata, non vede da parte nostra alcuna contrarietà pregiudiziale, anzi esattamente l’opposto, e la proposta consegnata ai consiglieri regionali non è né “illegittima” né lede i diritti di qualcuno, al contrario garantisce i diritti di tutti e non di una parte sola, non escludendo il diritto di nessuno. Tuttavia, la stampa ha riportato che questi diritti acquisiti da alcuni imprenditori poggerebbero su “una deliberazione della Giunta regionale che ha rilasciato parere di compatibilità con verifica positiva” e su “accordi presi con la Regione Basilicata”. Rispetto ai diritti relativi al parere di compatibilità, riguardano il diritto a poter realizzare una struttura sanitaria e a ricevere un provvedimento di autorizzazione all’esercizio qualora fossero rispettati i requisiti di legge ancora da verificare. Su questo punto giova informare l’opinione pubblica e le istituzioni che sono stati rilasciati decine di pareri di compatibilità positiva ad altrettanti imprenditori che però non hanno ottenuto “la prenotazione” di risorse stanziate dalla regione. Sui citati accordi presi con la Regione Basilicata, sarebbe giusto sospendere ogni giudizio fino a conoscerne il contenuto, essendo certi però che qualsiasi Accordo non può incorrere in violazione delle leggi in materia di Autorizzazione, Accreditamento e Contratto e, in questo caso come per tutti, dovrebbe fondarsi sulla Programmazione della definizione dei Fabbisogni Sanitari come per legge, che tra l’altro stiamo chiedendo da sempre, ma rimanendo stranamente inascoltati e la cui mancanza, potrebbe produrre realmente dei danni irreparabili.
Non vogliamo, quindi, spostare l’attenzione dall’emergenza in atto e dall’occasione irripetibile di uscirne a beneficio di tutti, ma come è stato detto sin dall’inizio, ed è bene ribadirlo, il tema da affrontare e da risolvere riguarda specificamente la necessità di intervenire in modo rapido per poter evitare situazioni peggiorative che si concretizzeranno con la rinuncia dei cittadini lucani alle cure e all’aumento delle Liste di attesa, e , dare invece risposte immediate ai cittadini che stanno sperimentando a caro prezzo disservizi e ritardi nelle cure. Siano riconosciute le giuste risorse economiche per la salute dei cittadini che hanno bisogno di curarsi, le strutture private non possono essere vincolate a budget con limiti mensili, programmare il Fabbisogno per evitare gli “stop and go” che non potranno essere più sopportati da cittadini e strutture.