“Il “nodo” che riguarda il futuro Stellantis di Melfi e degli altri stabilimenti italiani e, che non ha nulla di ideologico, è come si svilupperà l’azione da svolgere per il rinvio della tempistica sul Green Deal”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo Economico Francesco Cupparo, intervenendo al dibattito in Consiglio regionale. “Ci sono partiti, qui in Regione, che – ha aggiunto – pensano di fare gli “ecologisti” a Strasburgo, in Parlamento Europeo, con posizioni improntate sull’ambientalismo radicale, e in Consiglio Regionale vogliono difendere Melfi e i posti di lavoro. Non si possono parlare due lingue per difendere decisioni europee e smentirlo qui. E’ ora di uscire dal “doppio gioco” per dire se si sostiene la posizione della Regione per il rinvio della data del Green Deal oppure si preferisce fare polemica partitica. Si dica con chiarezza se si è disponibili a questo – almeno sull’automotive – oppure se si vuole fare propaganda sulla pelle dei lavoratori.
Evidentemente a chi usa solo la polemica come strumento politico sfugge – continua Cupparo – che il 1° gennaio 2025, come previsto dal Green Deal, ci sarà una ulteriore stretta per quanto riguarda i motori a combustione e nello specifico si passerà da 125gCO2/km a 95 gCO2/km. Questa ulteriore accelerata, per chi ancora non lo avesse inteso, vanificherebbe ogni sforzo utile verso una transizione graduale perché a Melfi, come in tutta Italia ed in tutta Europa, come dichiarato da tutte le case automobilistiche europee, gli stabilimenti saranno completamente fermi. Lo ha ribadito dal Salone Auto di Parigi Imparato, nominato Chief Operating Officer in Europa per Stellantis: per rispettare gli obiettivi di emissioni previsti nel 2025 ed evitare di dover pagare multe troppo salate, il Gruppo è pronto a tagliare la produzione di auto con motore termico, dando priorità a quelle elettriche.
È per noi evidente e chiaro che – ha detto ancora Cupparo – la transizione fatta di imposizioni e di multe ci porterà solo alla distruzione di uno dei settori vitali della Basilicata. Nel frattempo, lavoreremo incessantemente, come stiamo facendo, con tutte le parti sociali, come abbiamo fatto anche per il documento sugli ammortizzatori sociali per l’abbattimento dei costi (addizionali) a carico delle aziende o come lo sblocco immediato delle risorse degli ammortizzatori all’interno dell’area di crisi complessa, affinché si possa costruire tutti insieme il rilancio dello stabilimento di Melfi. In proposito, confidiamo nella presenza a Melfi di Elkann, presidente Stellantis, , per un confronto stringente sull’impegno della tutela del “made in Italy” dando continuità alla tradizione della famiglia Agnelli che ha voluto fortemente lo stabilimento lucano. Voglio ripeterlo: garantire gli ammortizzatori in scadenza per centinaia di lavoratori dell’indotto di San Nicola di Melfi è per noi una priorità da perseguire con i sindacati e con Confindustria.
Allo stesso tempo continuerà incessante il lavoro per coinvolgere tutte le cinque Regioni interessate per accompagnare le aziende coinvolte nella transizione verso l’elettrificazione e fare fronte comune in una condizione di grande debolezza che vivono gli stabilimenti italiani ed europei. Come ha annunciato il Presidente Bardi, pensiamo ad un incontro a breve degli assessori alle Attività Produttive delle cinque regioni e di realizzare un tavolo di coordinamento permanente, perché non è pensabile che si possano individuare soluzioni solo per Melfi, fermo restando– come evidenzia il Gruppo Stellantis – che lo stabilimento di Melfi è “un esempio di competenza e innovazione, simbolo del know-how manifatturiero italiano” e che necessita definire piano industriale chiaro e specifico per il sito di Melfi.
Le notizie che arrivano dalla Germania sulla probabile chiusura di tre stabilimenti della Volkswagen – ha affermato Cupparo – devono suscitare quel sussulto di responsabilità che sinora è mancato. Valgono per tutte le parole del presidente di Confindustria Orsini: “Abbiamo sbagliato nelle scelte ideologiche nella partita delle automotive”. E l’invito a correre: “Non possiamo aspettare il 2035 per mettere al centro la neutralità tecnologica”.