L´analisi del presidente della Regione tiene conto, tra l´altro, del rendiconto generale per l´esercizio finanziario 2011 e del disegno di legge sull´assestamento di bilancio e di previsione per l´esercizio finanziario 2012.
Al termine della prima parte dei lavori del Consiglio regionale il Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo ha consegnato al presidente del Consiglio regionale Vincenzo Folino, senza illustrarla all´aula, la sua relazione su rendiconto, assestamento e manovre.
“I tagli dei trasferimenti e il parallelo emergere di sempre nuove necessità – si legge nella relazione di De Filippo – rendono sempre più pesante il bilancio regionale, mentre il ruolo `keynesiano´ del soggetto pubblico, a supporto dello sviluppo, agendo direttamente sulla leva della spesa, si è di fatto esaurito”. La Regione – si legge ancora nella relazione – rilancia in tema di welfare, “la dominante di oggi del nostro bilancio”, di sviluppo, con “un vero e proprio Piano per la competitività e l´occupazione” e riorganizzazione della propria funzione, “su sanità, governance agricola e attività estrattiva; tre campi decisivi per la Basilicata”. Pur aprendo con la citazione delle difficoltà finanziare che caratterizzano il momento presente nel sistema occidentale, quella di DE Filippo è una relazione tutt´altro che arresa. Volontà di continuare a lavorare e determinazione a superare la difficili congiunture che nascono anche dalla osservazione dei dati che presentano una Basilicata con indicatori migliori del contesto meridionale in cui è inserita, pur nelle difficoltà “frutto della combinazione fra un quadro macroeconomico negativo e la “ritirata” del soggetto pubblico, in termini di contrazione della spesa destinata al sostegno del tessuto socio economico locale”.
“Nel 2011 – si legge nella relazione- il PIL lucano è diminuito, secondo le stime Unioncamere, dello 0,4%. Il rapporto previsionale Irpet ci parla di una stima di diminuzione del PIL regionale anche per il 2012, pari al 2,5%, per poi assestarsi su una lievissima ripresa nel 2013 (+0,3%)”. Insomma aggiunge “: la traiettoria macroeconomica lucana per il 2011-2013 è meno recessiva rispetto alla media del Mezzogiorno. Infatti, l´andamento cumulato del PIL regionale fra 2011 e 2013, che evidenzia una flessione pari a 2,6 punti, è meno grave di quello meridionale (-3 punti). Stesso discorso vale per l´occupazione: l´andamento 2012-2013, pari ad una flessione di 2,6 punti, è meno drammatico di quello meridionale (-2,9 punti)”. Elementi che, in pratica, danno fiducia. “Tali dati previsionali – osserva De Filippo – che incorporano già gli effetti previsti dei tagli di spesa pubblica operati con le finanziarie per il 2011 ed il 2012, ci dicono che la Basilicata sarà più veloce delle altre regioni del Mezzogiorno nell´agguantare la lieve ripresa che si dovrebbe materializzare a livello nazionale nel 2013. Ciò dipende dal fatto che la struttura economica fondamentale della regione è più sana rispetto al resto del Meridione, per effetto delle politiche fatte quando ancora il soggetto pubblico regionale aveva gli strumenti finanziari per poterle condurre”. E tra i punti di forza il presidente cita “una capacità di spesa dei fondi strutturali sistematicamente superiore a quella delle altre regioni”, “una capacità di fare sistema con tutte le parti sociali ed economiche sulle strategie da implementare, come dimostra Obiettivo Basilicata 2012, una politica di riorganizzazione degli assetti istituzionali territoriali che ha già dato i suoi frutti, con le aree-programma, i PIOT o i POIS”. La manovra di assestamento 2012 lavora a consolidare questo quadro. Quanto ai dati strettamente finanziari “la gestione 2011 – spiega il Presidente – è risultata in linea con gli obiettivi di bilancio stabiliti in fase di programmazione” con una “consistenza di cassa che ha permesso di ridurre al minimo la contrazione del debito” un “trend positivo della capacità di riscossione”, “una riduzione del volume complessivo della spesa”. “L´esercizio finanziario 2011 chiude con un avanzo di amministrazione di € 467 milioni. La manovra di assestamento “in termini di competenza, ovvero di disponibilità ad impegnare, prevede una movimentazione netta di risorse pari a + €132.992.512,80” e “il totale generale delle risorse disponibili nell´esercizio 2012 passa da € 3.594.725.390,46 ad € 4.135.635.203,17”. Ed è proprio nell´ambito dei numeri dell´assestamento che si può leggere una conferma della strategia regionale, a partire dal welfare. “Abbiamo tentato nei mesi scorsi – relaziona De Filippo – e proviamo ancora oggi, anche con questa manovra di assestamento a contenere gli effetti devastanti della crisi, che si riversano soprattutto sulle fasce più deboli, sostenendo il reddito di non meno di 8.200 famiglie lucane. E questo numero non tiene conto dei tanti beneficiari dei Piani Sociali di Zona, ai quali destiniamo risorse economiche per 20 milioni di euro di cui 5 a valere sull´anno 2012. Una platea vasta che ci impone nel tempo azioni di riforma e riorganizzazione”. Le spese per le politiche di welfare ammontano a 117 milioni, ed è evidente come una a questa voce sia destinata anche una parte importante delle somme della manovra di assestamento, frutto di risorse ulteriori recuperate e di un´oculata opera di riduzione di voci di spesa corrente dell´apparato amministrativo. L´assestamento ha fondi per il completamento di alcuni programmi, quali quello di forestazione (con un´aggiunta di 11,4 Milioni), per le politiche sociali (10 milioni), la cittadinanza solidale (4,7 milioni), il sostegno al reddito (2 milioni), i contributi a nefropatici e talassemici, (un milione in più), le produzioni agricole danneggiate da organismi nocivi (200mila euro), i Consorzi di Bonifica (un milione), le associazioni allevatori (2 milioni), la quota regionale del Psr (5,5 milioni), gli interventi di competenza regionale (5200mila euro) i contributi per i contratti di trasporto pubblico locale stipulati dalle Province (5,5 milioni) il piano antincendi (con 300mila euro in più). E anche dalle politiche del Welfare arrivano segnali di speranza. Così, ad esempio, nel programma Copes, finanziato con 11,5 milioni di euro. “Le famiglie che, avendo i requisiti previsti dal bando, sono inizialmente rientrata nel programma di assistenza sono state 2.796. Un dato che, col trascorrere dei mesi, ha subito una significativa diminuzione. Il che, di questi tempi, non è elemento di poco conto, perché ben 314 beneficiari del programma Copes hanno nel frattempo rinunciato all´assegno di sostegno al reddito, a seguito di un netto miglioramento della condizione economica del proprio nucleo familiare, riconducibile all´inserimento nel mondo del lavoro di uno dei suoi componenti”.
Sostegno ai cittadini, insomma, in attesa che l´economia riparta ed è questo che resta l´obiettivo strategico, che la Regione persegue “provando a mantenere una relazione costruttiva e partecipativa con sindacato, industria ed altre categorie” e con provvedimenti quali “reti di imprese ed i contratti di sviluppo regionale”, “la strategia avviata e realizzata sul credito di imposta, sull´occupazione, quello del credito di imposta negli investimenti, il definitivo varo delle diverse forme di apprendistato, il finanziamento con l´ultimo comitato di sorveglianza dei consorzi regionali e la copertura di nuovi, investimenti nei PIOT e nelle graduatorie dei bandi per le piccole e medie imprese”, insomma, si legge ancora nella relazione di De Filippo con “un vero e proprio Piano per la competitività e l´occupazione al quale si sta lavorando”.
“In un quadro di diminuzione della spesa pubblica e di stretta degli investimenti, di indurimento dei meccanismi del patto di stabilità e di soffocamento dei consumi interni e nazionali – spiega il presidente – intraprendiamo un´azione di strategie e di atti adeguati a far passare il sistema lucano non eccessivamente indebolito ad una nuova frase”.
C´è, insomma, la possibilità di invertire la tendenza e la Basilicata può farcela esattamente come è riuscita a non farsi travolgere e azzerare dalle difficoltà che si sono verificate fin qui. “Così non è stato – osserva il presidente – perché il sovrabbondante peso del pubblico è accompagnato sicuramente in Basilicata da un non comune qualità dei programmi, dalla capacità di spesa, dagli equilibri finanziari che fanno della nostra regione, oggettivamente, una sostanziale differenza fra i sistemi pubblici meridionali e non solo”. Anche questa una strada su cui De Filippo ha indicato la necessità di proseguire. “Certo – aggiunge – dal 1992 con la chiusura del Consiglio di Leva della Basilicata, al 1996 con l´accorpamento della Direzione Regionale della Telecom della Basilicata alla Campania, alla perdita della Direzione Generale degli Uffici Giudiziari Regionali nel 2005, fino al prorompente dibattito sui Tribunali e le Province si riversa nella comunità regionale una inquietante prospettiva territoriale che ovviamente fa i conti con tutte le statistiche accumulate dalla discussione sul Federalismo Fiscale fino al commissario Bondi, che vedono la Basilicata ai primissimi posti in termini di presenze delle amministrazioni statali e pubbliche nel loro complesso. Io – si legge ancora- continuo a sentire il dovere di un non adattamento a questo senso comune che condiziona la nostra discussione e proverei a proporre altre iniziative di riorganizzazione della nostra amministrazione e del settore pubblico lucano”.
E il presidente inquadra così le proposte sulla sanità (prevedendo di ridurre il peso del personale amministrativo in favore di quello direttamente collegato all´erogazione dei servizi), governance agricola (con la riforma degli enti sub regionali) e attività estrattiva (con una norma che prevede la mancata intesa su nuovi permessi di ricerca). “Saremmo in condizione di fare una mossa straordinaria in tutte e tre gli ambiti – spiega – mettendo ancora di più in sicurezza con il Piano Sanitario, questo settore facendo una operazione radicale su Alsia, Arbea, Consorzi di Bonifica e Metapontum Agrobios e definendo con una decisione che posso considerare storica, anche in una prospettiva di possibile scontro costituzionale, i luoghi dove si può fare ricerca e di fonti fossili e non solo quelli dove si può fare attività estrattiva, delimitando in una scelta di sostenibilità e di utilizzo del suolo regionale compatibile con le più volte confermate prospettive ambientali e naturali”. Scelte che il presidente esorta a fare coniugando velocità al necessario approfondimento. “Una delle caratteristiche della crisi – sostiene – è quella che riduce fondamentalmente un´azione pacata e sedimentata sul metodo da utilizzare e punta ad organizzare molte volte le risposte alle domande che giungono dalla comunità con una velocità e quindi anche con una certa approssimazione”. Siamo esattamente a questo incrocio e io sento il dovere – conclude – di indicare una strada possibile”.