Da una prima rapida lettura del testo della Legge di assestamento del bilancio regionale, approvata dal Consiglio Regionale, in un quadro di positiva attenzione verso gli Enti Locali e le difficoltà crescenti nelle quali si trovano (Fondo di Coesione piccoli Comuni , Contributo Province, il cosiddetto “Salva Potenza”) vi è una norma sconcertante, ingiusta e preoccupante (art. 20) approvata in favore di alcuni Comuni in “difficoltà” finanziarie. Viene concesso, infatti, solo ad 8 Comuni che versano in una situazione “di criticità finanziaria conseguenti alla contrazione delle entrate, ivi compresi i proventi dell’IMU agricola”. Chi ha concepito questa norma deve rispondere ad alcune domande: sono solo questi pochi Comuni a trovarsi in condizioni di “difficoltà finanziarie”? A quale criterio si è ispirata la selezione di tali comuni? Sulla base di quale procedura trasparente i Comuni potevano rappresentare le proprie condizioni di “criticità finanziaria“ ed a chi dovevano segnalare questa circostanza e con quali tempi e scadenze?
Proprio il riferimento all’IMU agricola avrebbe dovuto consigliare maggiore prudenza, considerato che il comuni comunque stanno incassando anche se solo parzialmente l’imposta e dunque occorreva tener conto della situazione reale di ognuno dei 23 comuni interessati .
In tutti questi anni i Comuni della Basilicata insieme all’ANCI hanno responsabilmente offerto in tante occasioni disponibilità e collaborazione. Ad esempio decidendo con un metodo obiettivo le quote degli spazi verticali del patto di stabilità.
In questo caso nessun confronto, nessun tipo di relazione tra Governo Regionale e rappresentanze dei comuni lucani che, spiace dirlo, non hanno avuto modo di discutere e contribuire a definire provvedimenti così vitali per il futuro delle Civiche Amministrazioni.
Il provvedimento rischia di creare divisioni molto pericolose all’interno di quel tessuto vitale costituito proprio dai sindaci della Basilicata a causa di una palese disparità di trattamento, la discrezionalità nelle scelte, la mancanza di trasparenti procedure e soprattutto le diseguaglianze che si introducono tra gli amministratori degli Enti Locali, i quali assumono anno dopo anno sempre più gravose responsabilità per tenere in equilibrio i conti delle amministrazioni considerati i tagli effettuati dai vari governi nazionali.
Quello approvato dal Consiglio Regionale è un provvedimento che allarga le distanze tra cittadini ed Istituzioni e che purtroppo restituisce un’immagine deludente della principale istituzione democratica regionale.
Filippo Massaro, Csail: “Anche il presidente Anci la pensa come noi”.
Il pesante atto di accusa del presidente dell’Anci Salvatore Adduce a commento del provvedimento “salva Potenza”, parole che più di qualcuno in viale Verrastro finge di non aver ascoltato, confermano quanto il Csail aveva sostenuto alla vigilia del voto in Consiglio, mettendo in guardia dal compiere l’ennesimo pasticcio che – dice Adduce – “allarga le distanze tra cittadini ed Istituzioni e purtroppo restituisce un’immagine deludente della principale istituzione democratica regionale”. Quello che andiamo ripetendo da anni – dichiara in una nota il presidente del Csail Filippo Massaro – nell’interesse delle istituzioni e della politica che versa lacrime solo quando si accorge che l’astensionismo elettorale ha raggiunto livelli da Paesi in via di sviluppo per la crescente sfiducia. La posizione del Csail – continua Massaro – di netta contrarietà al “salvataggio di Potenza” attraverso le royalties del petrolio che la Regione gira al Comune e che è diventata “merce di scambio politico” (persino Aias Melfi) è dunque condivisa dall’ex sindaco di Matera. E se non bastasse brucia ancora di più sapere che le royalties spese in tutti questi anni avrebbero consentito un reddito di quasi 19mila euro a residente di uno dei centri della Val d’Agri e che complessivamente in 15 anni si è toccato il tetto di 2 miliardi di euro. Siamo a cifre da far rabbrividire e che dovrebbero far vergognare perchè i veri discriminati dal “salva Potenza” sono i cittadini del comprensorio petrolifero e non solo i Comuni esclusi dal provvedimento di elargizione che oltre Potenza premia qualche altro sindaco amico. Ribadiamo: non ce l’abbiamo con i potentini. Altra cosa è finanziare i servizi essenziali ai cittadini di Potenza e a quanti da tutti i comuni lucani raggiungono il capoluogo. Anche perché il sindaco De Luca non ha alcuna responsabilità. Le responsabilità – conclude Filippo Massaro – vanno individuate come sta facendo già la magistratura sul piano politico e va ristabilita quella giusta attenzione alla Val d’Agri che si vede rapinata dalle istituzioni.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale: “ANCI Basilicata protesta contro le norme di “coesione istituzionale” volute da Pittella. Noi lo abbiamo già fatto in Consiglio presentando proposte concrete”.
Prendiamo atto della nota diffusa dall’Anci Basilicata rispetto alle norme cosiddette di “coesione istituzionale” approvate dal Consiglio regionale in fase di assestamento di bilancio. Sembra di risentire la nostra dichiarazione di voto sull’articolo che finanzia solo 8 Comuni su 131 della Basilicata: “ci sono dei comuni in difficoltà, …, per gli altri Comuni impropriamente si è usato un articolo in cui si parla di IMU agricola, però poi voglio capire il Comune di Cersosimo quanta IMU agricola in meno ha incassato, visto che quando gli articoli si scrivono bisogna scriverli nella giusta maniera e non certamente camuffarli per l’IMU agricola che incassano i Comuni.”.
Tutto ciò dimostra che la posizione assunta in merito da Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale era quella giusta: Fondo di perequazione in favore di tutti e 131 i Comuni lucani attivato con le entrate proprie della Regione.
Un fondo stabile, con criteri certi, che avrebbe assicurato nel tempo, a tutti i Comuni, un’attenzione finanziaria da parte della Regione. Pittella ha rigettato la nostra proposta senza un minimo di dibattito e nel silenzio generale dei Colleghi che, oggi, quasi a fare ammenda della vergognosa posizione di supinità alle scelte imposte da Pittella, parlano di aprire il dialogo con i Comuni. Leggiamo, anche sui social, che Lacorazza si dice favorevole alla nostra proposta di un Fondo unico, ma solo in sede di bilancio 2016. Troppo comoda come posizione, oggi, quando qualcuno protesta. Troppo tardi, si perde altro tempo. Il Presidente del Consiglio regionale dovrebbe dimostrare un po’ più di coraggio e ammettere che anche lui ha taciuto in sede di approvazione della norma che favorisce solo 8 Comuni.
L’idea della più ampia e vera coesione sociale c’era, era nel nostro emendamento e poteva essere perfezionata ed approvata. Purtroppo i tempi di discussione in Commissione sono stati compressi proprio dalla fretta e dalla superficialità di Pittella, che ha imposto al Consiglio di sbrigare l’iter in sette giorni che certamente non sono bastevoli. Con la scusa del richiamo al senso di “responsabilità” si elimina confronto e approfondimento. Questa è stata l’ultima, dal prossimo Bilancio nessuna deroga. Ognuno si assumerà le responsabilità del proprio ruolo.
Questa vicenda dimostra, ancora una volta, la miopia politica del Presidente che non ha la lungimiranza, propria del vero leader, di comprendere quali siano le proposte valide e quali no penalizza ancora una volta la ripartenza della Basilicata. Fino a quando la Lucania potrà sopportare, non sappiamo.
Dobbiamo però evidenziare, con un certo rammarico, che l’Anci arriva solo dopo nonostante noi abbiamo provato, nei giorni precedenti l’approvazione, attraverso l’invio della nostra proposta, ad avvisare della situazione per cercare di evitare quest’altro vulnus ai principi di democrazia e parità.
L’unica cosa positiva, le nostre proposte e le nostre intuizioni si confermano valide. E lo sono ancora di più se paragonate ai provvedimenti ‘dispensa soldi’ del Governo regionale e della sua maggioranza che accontentano ‘gli amici’ e scontentano i Lucani.