Gianfranco Blasi, dirigente nazionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale ha inviato una nota per esprimere alcune valutazioni sull’assestamento di bilancio 2015 della Regione Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Blasi: “Assestamento regionale: soldi a Province, Comuni e Sanità pubblica. Si rinuncia all’economia di mercato”.
Nella Manovra di Assestamento 2015 del Bilancio Regionale della Basilicata prevale uno spirito pubblico che riduce al minimo ogni pure utile stimolo al mercato del lavoro, al sistema delle piccole e medie imprese, al mondo dell’associazionismo produttivo, alle professioni. Alcuni esempi delle scelte effettuate: praticamente eliminato il fondo per l’efficientamento energetico delle abitazioni. Ridotto quasi a zero il fondo rotativo per le imprese.
Ne deriva una società lucana chiusa ed un sistema economico condizionato. Se in Basilicata non ci fossero alcune grandi imprese (Fiat, Ferrero) e se non si coltivassero gli idrocarburi saremmo davvero all’anno zero. Anche se ci siamo molto vicini. Si, perché la redditività delle grandi imprese non remunera la società lucana ed il suo tessuto imprenditoriale. La Basilicata è solo, ed in parte, interessata per quote di lavoro dipendente sia alla vicenda Fiat che a quella petrolio. Delle royaltys meglio non parlarne per quanto esse sono dolorosamente inefficaci rispetto al danno ambientale prodotto dalle estrazioni.
Ora, l’Assestamento ci suggerisce una scelta strategica da parte dell’Amministrazione Pittella. Sostenere i comuni e le province. Evitare il fallimento finanziario e garantire a questi Enti una sopravvivenza gestionale altrimenti impossibile. Ciò perché i tagli dello Stato centrale, in assenza di politiche virtuose da parte degli amministratori locali, hanno prodotto un quadro catastrofico. Salvare i comuni e le province da parte della Regione è dunque una scelta politica. Significa provare a mettere “cerotti” sul sistema di consenso elettorale residuale. Quello, appunto, prodotto dai comuni. Chiuse le Comunità Montane, ingessate le Province, si resta a presidiare i “quattro voti” attorno all’ultimo falò acceso: i Municipi.
L’Assestamento ritarda un crono programma puntuale di rilancio dell’economia e della società lucana, mentre anche la programmazione sui fondi comunitari fino al 2020 appare in affanno.
Se la vicenda del Comune di Potenza è sufficientemente nota. La Regione trasferirà 32 milioni di euro nei prossimi tre anni solo per consentire la tenuta dei conti pubblici, meno nota, ma altrettanto dolorosa è quella delle Province di Potenza e Matera, 15 milioni per il 2015 e 5 milioni nel 2016 e 2017. Per un valore complessivo di 25 milioni di euro. Ma agli altri Comuni, al netto di Potenza, sono destinati complessivamente più di 10 milioni di euro per interventi di somma urgenza e per l’istituzione di un fondo salva comuni. Altri interventi sono destinati altresì al trasporto pubblico regionale e alla sanità pubblica. Tutto ruota attorno alla parola “pubblico”.
Quattro spiccioli (Croce Rossa e altri Enti) per assistere gli emigranti e magari tenerli prigionieri fuori dal mondo, in paesi come Sasso di Castalda, dove, passato qualche mese, si sentono più claustrofobici che negli ameni luoghi di provenienza. E di lì l’inizio delle sommosse e delle contrapposizioni con i poveri, inconsapevoli e sconcertati, residenti.
Va detto che la copertura finanziaria della Manovra è stata individuata in maniera piuttosto creativa. Spostando per il 2015 impegni di spesa negli anni successivi e decidendo di eliminare leggi di spesa già finanziate nel 2016 e nel 2017 se non interverranno ulteriori entrate compensative.
Naturalmente, giudicherà la Corte dei Conti.
A noi spettano valutazioni politiche. Il collasso del sistema produttivo ed economico è evidente. Ciò, nonostante alcune economie di settore, come il turismo, sembrano tenere. Anzi, meriterebbero un rilancio in investimenti infrastrutturali. Resta altissimo il flusso migratorio di cervelli e manodopera, la desertificazione e la deantropizzazione avanzano allo stesso livello delle altre regioni meridionali. La curva della disoccupazione è sempre molto vicina alla media del Sud d’Italia, nonostante la Fiat e il petrolio.
Questa Manovra si conferma profondamente statalista. Più che investire nel risanamento inutile delle Province (25 milioni di euro) sarebbe stato indispensabile sostenere il Comune di Matera nello sviluppo di azioni tese ad amplificare l’effetto “2019”. Sembra quasi che Matera debba fare tutto da sola. Poi non ci si può lamentare di una visione extra sistema regionale dei materani. Diventa una forma di autodifesa.
Su Potenza. Come noto il Parlamento introduce una norma salva comuni che consente di spalmare il debito su quattro anni. Proprio per questo la Regione Basilicata si appresta a girare 32 milioni di euro in tre anni. In una città dove il sistema economico non produce ricchezza sufficiente per alzare il prelievo fiscale. Anzi, la comunità potentina nel suo insieme non regge il costo pubblico dei servizi (dalle mense scolastiche allo smaltimento dei rifiuti, fino ai trasporti, per fare alcuni esempi). Servizi che, conseguentemente, restano di scarsissima qualità.
Troppo alta la spesa pubblica per stipendi, rate di mutuo e spese di gestione ordinaria (elettricità, gas, manutenzione delle strade, arredo urbano, smaltimento dei rifiuti ed altri costi fissi). Ricordiamo che la questione del dissesto si ripropone in maniera pluriennale da almeno 25 anni. E’ ormai un difetto “cronico”.
Potenza andrebbe aiutata a superare questa condizione di immobilismo strutturale del suo bilancio. Magari nella sua capacità di investire in infrastrutture e nella individuazione di vocazioni socio economiche e culturali del tutto oggi assenti. Aprendosi per esempio ad una finanza innovativa, che valorizzi anche il patrimonio pubblico e che si apra al mercato finanziario. Pensiamo, per esempio, ai Fondi di rigenerazione urbana che sono collegati allo “sblocca Italia” e agli investimenti infrastrutturali nelle aree urbane. Un dibattito sul profilo della città, sulla ripresa produttiva, sulla qualità della vita e sulle scelte future si rende indispensabile. Sostenere il debito e finanziare gli equilibri di bilancio senza mutare le condizioni della città è davvero imperdonabile. La finanza comunale fotografa una città povera, senza idee, invecchiata in una lenta agonia, accompagnata in questo suo morire da una classe dirigente che, se possibile, è stata capace di aggravare le condizioni del malato. “Cattivi medici”. E’ il minimo che si possa pensare!
Potenza, 5 Agosto 2015
Gianfranco Blasi, Dirigente Nazionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale