La puntata di Presa Diretta in onda lunedì sera su Rai 3 ha ispirato l’intervento di Pierluigi Diso, Coordinatore Associazione Zes Lucana.
Di seguito la nota integrale.
Il Ministro Giuseppe Provenzano ieri sera a Presa Diretta su Rai3 ha messo a confronto le voci principali del Paese, del nord e del sud, fotografando lo sviluppo nazionale: la sanità, la scuola, le infrastrutture e i trasporti, il turismo e il mondo del lavoro. Un percorso che ha evidenziato i ritardi del sud, vedasi l’attuazione della ZES Jonica. Se il PIL del sud Italia continua a scendere, mentre Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna rimangono attaccate alle regioni più ricche d’Europa, il Governo qualche interrogativo se lo deve porre. La trasmissione di Rai3 ha evidenziato che nel sud Italia ci sono eccellenze nel settore della ricerca e dello sviluppo e distretti industriali e tecnologici molto avanzati. La carenza resta sempre quella delle infrastrutture che rallenta l’intero Sistema Paese, specie al Mezzogiorno. Eppure è stato dimostrato, anche con l’intervento del professor Giannola della SVIMEZ, che l’economia del nord ha bisogno del meridione come mercato interno e come fornitore di materie prime, nel settore agricolo per esempio. E allora, visto che nord e sud sono così legati, cosa fare per recuperare la coesione nazionale? E per recuperare lo svantaggio e rilanciare la nostra economia?Giuseppe Provenzano, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale ha provato a ragionare sul futuro del Meridione, tirando in ballo anche il ministro De Micheli che sta lavorando per sbloccare i cantieri, soprattutto al Sud, richiamando tutti a una maggiore responsabilizzazione politica perchè al Sud bisogna investire. “Il Sud non è una causa persa: ogni volta che si investe nel Mezzogiorno quell’area reagisce bene, anche meglio del Nord”.Il ministro Provenzano, ha ripreso ieri sera quanto aveva annunciato a Bari in occasione della Fiera del Levante quando aveva riferito di voler spezzare l’isolamento del Mezzogiorno investendo in infrastrutture materiali e immateriali e nella infrastrutturazione ambientale e sociale, anticipando al Sud il “green new deal”, il trasferimento tecnologico e la rete dei talenti, un’idea che vorrei lanciare oggi per la prima volta e infine correre con l’istituzione delle ZES, incentrate sulla logistica marittima.Ha fatto bene Provenzano a porre l’accento sull’urgenza di mettere in salvo la programmazione 2014-2020, per terminare il 2019 scongiurando il rischio di disimpegno di risorse europee, che purtroppo c’è. Non è possibile perdere già nel 2019 decine di milioni di euro, ma occorre uno sforzo congiunto delle amministrazioni regionali e dei ministeri perché non vada sprecato o perduto un solo euro, insieme al bisogno di nuove politiche di riequilibrio.Il Ministro ha citato anchela “sfida di Matera” che deve riguardare il Mezzogiorno soprattutto dopo il 2019 e può essere un esempio di quanto l’investimento in industria culturale e creativa sia uno dei settori su cui immaginare lo sviluppo del Mezzogiorno, come sostenuto più volte anche dalla nostra associazione, che già a maggio 21018 aveva ripreso il confronto di idee che si era sviluppato sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno sulla proposta di istituire una zona franca della cultura nella città di Napoli. L’incontro aveva avuto il grande merito di mettere al centro del dibattito pubblico la cultura come motore di processi di sviluppo territoriale, aprendo il dibattito anche a Matera e riprendendo quanto detto dal governatore della Regione Campania che aveva espresso apprezzamento e interesse per la proposta di una Zona Economica Speciale della cultura e l’Associazione ZES LUCANA auspicò che potesse farlo anche il nostro Governatore Pittella, inviandogli un messaggio in tal senso. Chissà adesso!Se una zona franca già ce l’abbiamo e la ZES sarà il prossimo passo in avanti per questa regione e per Matera, anche dopo la Capitale europea della cultura 2019, la realizzazione di una zona economica speciale nella città di Matera potrà essere imperniata sui processi di produzione culturale e valorizzazione del patrimonio artistico come fattore strategico della crescita economica e civile della città. Occorre però entrare nel merito della proposta consapevoli del fatto che gli strumenti giuridici di cui disponiamo oggi dovrebbero essere innovati per adeguarli alla realizzazione di una zona franca della cultura. Si tratterebbe infatti di proporre l’istituzione di una area fiscalmente agevolata nell’ambito di un territorio urbano i cui destinatari dei benefici siano i soggetti operanti in ambito culturale. In questo senso è di notevole aiuto la norma già contenuta nella legge di Bilancio 2018 che introduceva nel nostro ordinamento la qualifica di imprese culturali e creative.Non c’è dubbio che questo strepitoso momento di turismo che vive Matera fa capo alla cultura e Matera potrebbe diventare un laboratorio in Europa dove sperimentare un grande progetto nel comparto culturale e della creatività, attraverso interventi di defiscalizzazione. Infine, una ZES della cultura in cui concentrare le risorse facendo leva su di un patrimonio artistico e di attività creative uniche al mondo. L’arte non è consumo, ma può creare percorsi virtuosi, ad esempio può incrementare le presenze alberghiere e turistiche.Il ministro Provenzano ha ripreso gli studi dell’Associazione ZES Lucana e ribadito che « se il Sud deve tornare a produrre lo sguardo vola anche verso la nuova industria culturale e creativa che ha oggi un ruolo essenziale».