Margherita Perretti, presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità è stata audita, insieme con la commissaria responsabile per la Salute e Medicina di genere, Angela Lavalle, nel corso della seduta odierna della quarta Commissione consiliare (Politica sociale), convocata dal presidente Zullino (Lega) in merito alla situazione concernente gli screening oncologici in Basilicata.
“La richiesta di audizione – ha subito precisato Perretti – scaturisce dalla necessità di avere contezza circa il reale stato dei servizi di oncologia erogati nella nostra regione, tenendo conto delle difficoltà sorte in seguito alla pandemia”.
“La Commissione Regionale Pari Opportunità, nel solco dell’impegno in difesa del diritto alla salute di tutti che, nel 2016 ha portato all’ampliamento della fascia d’età per le mammografie dai 40 ai 74 anni, alla luce delle numerose denunce di rallentamenti o, addirittura, sospensioni delle attività di screening per la prevenzione oncologica in Basilicata, considerata anche l’esigenza di recuperare i ritardi accumulati alla fine del lock-down, ha ritenuto opportuno – ha chiarito Perretti – chiedere un’audizione in merito alla quarta Commissione consiliare”.
“La Regione Basilicata – ha continuato – sostiene da anni una politica sanitaria a favore della prevenzione delle patologie oncologiche, basata sulla loro diagnosi precoce, anche mediante l’attivazione di specifici programmi di screening. Nel 1999 é stato attivato il programma ‘Basilicata Donna’ per la prevenzione secondaria dei tumori della mammella e della cervice uterina e, nel 2006, il programma regionale di screening del colon-retto. La Basilicata fino al 2019 ha raggiunto delle percentuali di partecipazione ai programmi di screening di tutto rispetto, certamente superiori alle altre regioni meridionali, per le mammografie in linea con i dati del Centro-Nord”.
“Il percorso di screening – ha sottolineato la Presidente della Crpo – è fondamentale per individuare tempestivamente il tumore e trattarlo quando è ancora nelle sue fasi iniziali, in modo tale da aumentare la possibilità di un esito favorevole delle cure.
Gli effetti negativi dei ritardi li vedremo, purtroppo, tra qualche anno, e saranno rilevabili dall’aumento della mortalità di quei tumori che, proprio grazie alla prevenzione, sono stati sempre più tenuti sotto controllo”.
“L’obiettivo della nostra sollecitazione è fare chiarezza – ha rimarcato Perretti – è conoscere e far conoscere alla popolazione i dati esatti dei ritardi e dell’attuale situazione, la quantità di screening di primo e di secondo livello che si eseguono nelle varie specialità (mammografia, pap-test, cervice uterina, colon-retto), e se ci sono differenze sul territorio regionale. E’ indispensabile, infatti, conoscere i dati, per poter intervenire ad apportare le giuste correzioni. A tal fine sarebbe fondamentale – ha sostenuto – che la stessa quarta Commissione convocasse in audizione tutti i responsabili degli screening dell’Asp, dell’Asm e del Crob, i coordinatori scientifici, la Fora, società che ha fornito i dati, e il Dipartimento Politiche della Persona, così come da noi già richiesto lo scorso 3 dicembre”.
“Ricordo che la Regione Basilicata – ha messo in chiaro – è stata l’unica regione a non presentare i dati sui ritardi accumulati alla fine di maggio e la velocità della ripartenza degli screening all’Osservatorio nazionale screening (Ons), per il Rapporto nazionale sulla ripartenza degli screening. Nei mesi di marzo ed aprile su tutto il territorio nazionale, anche se non in modo omogeneo, sono state sospese le prestazioni screening di primo livello, su indicazioni del Ministero della Salute, indicate come attività procrastinabili in quanto rivolte ad una popolazione clinicamente asintomatica. Da maggio i programmi di screening sono stati riattivati, sempre con tempistiche, modalità ed intensità diverse tra le varie regioni. Infatti, ai sensi del Dpcm 20/01/2017, gli screening oncologici rientrano tra i Lea, livelli essenziali di assistenza, prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini, quindi a pieno titolo attività da riprendere tempestivamente. L’Ons tra le varie azioni, ha condotto un’indagine ad hoc per conoscere le modalità organizzative della ripartenza in ogni regione, e misurare il ritardo accumulato e la velocità della ripartenza”.
Angela Lavalle, intervenuta per dare maggiori precisazioni in merito ai dati anche tecnici, ha esplicitato come “per dare una dimensione del ritardo a livello nazionale, nei primi cinque mesi dell’emergenza Covid sono stati effettuati circa 1,4 milioni di esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (dati rapporto Ons); sono mancati circa 500.000 esami di screening mammografico, 600.000 colonrettale e quasi 400.000 della cervice uterina. L’Osservatorio nazionale screening ha anche fornito una valutazione delle mancate diagnosi per le tre tipologie di tumori, e le stime indicano che nel 2020 ci sono state circa 2.100 mancate diagnosi di tumore al seno, quasi 1.000 per il cancro del colon-retto e circa 1.700 per le lesioni precancerose (o già cancerose del collo dell’utero). Ad oggi – ha proseguito Angela Lavalle i ricercatori stanno valutando quale potrebbe essere l’impatto della posticipazione degli screening sul ritardo nelle diagnosi e, a seguire, sulle cure e sulla sopravvivenza dei pazienti con un cancro. Un primo studio ha mostrato che un ritardo superiore ad un anno nello screening del tumore del colon-retto, potrebbe causare un aumento della mortalità pari al 12 per cento”.
“In Basilicata, purtroppo – ha puntualizzato Lavalle – la situazione é davvero imbarazzante. Le sedi deputate all’effettuazione dello screening sono passate da 132 ad 11, mentre solo per lo screening del collo dell’utero mancano circa 14.000 esami, infatti sono stati eseguiti ad oggi circa 5.100 esami di screening, rispetto ai 19.000 del 2018 e del 2019. Mancherebbero, invece, circa 20.000 mammografie. E noi vorremmo delle spiegazioni proprio in merito a questi ritardi e, soprattutto, un’assunzione di responsabilità. Ad ottobre l’Ons ha avviato un’altra indagine e ci auguriamo che questa volta i nostri responsabili regionali degli screening abbiano inviato i dati richiesti”.
“Altra domanda che ci preme rivolgere – ha aggiunto Margherita Perretti – è se la Regione ha messo risorse aggiuntive per operare in sicurezza e recuperare i ritardi. L’Osservatorio nazionale screening ha emesso delle linee guida dirette alle Regioni in cui raccomanda, nei casi in cui le risorse dello screening siano state temporaneamente allocate per la gestione dell’emergenza Covid, un loro reintegro, anzi potenziamento affinché i ritardi siano colmati nel più breve tempo possibile. Inoltre, occorrerebbe valutare un impiego aggiuntivo di risorse umane e tecnologiche. Si suggerisce, anche, un piano di comunicazione a livello istituzionale, a mezzo stampa, radio e Tv locali, utilizzando anche la Medicina generale, per sensibilizzare l’utenza sull’importanza degli screening, incoraggiando la partecipazione ed evidenziando che sono erogati in piena sicurezza sia per gli operatori che per gli utenti. Infatti, altro tema, è il timore di eventuali contagi che scoraggiano I cittadini alla partecipazione. Si deve sapere che vengono rispettate tutte le regole di distanziamento fisico, sanificazione e utilizzo dei dispositivi di sicurezza”.
“E’ vero che la pandemia ha messo a dura prova il Sistema sanitario nazionale ma, ci sono altre malattie oltre al Covid-19. Fra I danni alla nostra salute ci sono anche quelli indiretti, dovuti ai ritardi nelle visite e alle mancate prestazioni, visite ed analisi recuperate con difficoltà, con tempi lunghi e, la tempistica in alcuni ambiti, come quello oncologico, diventa di importanza vitale. Lo scopo finale – ha concluso – è garantire la pari opportunità del diritto alla salute per le cittadine e i cittadini lucani”.
Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Perrino, Baldassarre, Polese, Bellettieri, che hanno convenuto sulla necessità di porre rimedio ad una situazione a dir poco incresciosa, facendo chiarezza sulla situazione di forte criticità delle sedi dove effettuare lo screening e procedendo alla ripartenza in tempi immediati e ribadendo la bontà di dare seguito ad una capillare campagna di informazione circa la necessità della prevenzione effettuata in tutta sicurezza.
Il presidente Zullino, prendendo atto della richiesta della Crpo, ha garantito “la presenza in Commissione di tutti i responsabili degli screening, di quelli delle due Aziende sanitarie (Asp e Asm), del Crob, del Fora, società che gestirà il programma di screening fino a gennaio in Basilicata ( diagnostica per immagini, radioterapia, laboratorio analisi e diagnostica mobile – n.d.r.), dei coordinatori scientifici con la partecipazione dell’Assessore e del Dirigente generale del dipartimento Politiche della persona, nelle prossime sedute, ovvero nel corso di una seduta in modalità telematica per accelerare i tempi e rendere più proficuo il confronto”.