I bambini hanno il diritto di mangiare il proprio panino durante l’orario della mensa. Così ha deciso la Corte d’appello del Tribunale di Torino, che in una recente sentenza ordina al Comune (ex sindaco Piero Fassino) e al ministero dell’Istruzione, di organizzare un servizio ristorazione che permetta anche a scuola di consumare un pasto portato da casa.
Il M5S Montalbano Jonico, forte del riconoscimento di questa sentenza a una propria politica condotta sul territorio, continuerà questa battaglia nella nostra città, dove l’amministrazione ha deciso, senza preavviso e in chiusura di anno didattico, di far pagare alle famiglie, dal prossimo anno scolastico, un incremento vertiginoso dei costi della mensa. Passati da 30 a 80 euro a famiglia.
Il servizio di mensa scolastico è chiaramente esternalizzato in molti Comuni italiani: le amministrazioni forniscono le strutture e, magari, i nomi delle persone da assumere, le famiglie ci mettono i soldi e un privato, che è scelto tramite un bando dal Comune e non da chi paga, incassa.
Nella realtà, se a pagare sono le famiglie, toccherebbe direttamente alle famiglie decidere se, come e cosa i propri figli debbano mangiare, per cui la sentenza di Torino sta a riequilibrare una sproporzione sociale e una forzatura amministrativa create dal sistema delle esternalizzazioni dei servizi. Le quali si dimostrano sempre di più come un aggravio di spesa in cambio di un disservizio, a partire dalla qualità del cibo, non essendoci, in genere, né obblighi di offerta di cibo a chilometro zero né di esclusione di cibo notoriamente classificato come spazzatura o proveniente da zone del pianeta dichiarate ad alto rischio di inquinamento (tipo il pesce pangasio, pescato nelle acqua torbide delle foci dei fiumi vietnamiti e thailandesi).
Dal palco dell’ultimo comizio, l’assessore Ines Nesi ha parlato, per quanto riguarda la mensa scolastica di Montalbano, di piatti con cibo a “Chilometro Zero”: lo documenti, perché a noi del M5S non risulta che nel regolamento comunale di refezione scolastica sia stata specificata questa particolarità. Anzi, il cibo della mensa della scuola di Montalbano è a “Chilometri Illimitati”.
Oltre ad accertare il diritto di ogni cittadino di decidere se aderire al servizio di refezione scolastica, oppure di dotare i propri figli del pasto preparato a casa, da consumare insieme a chi si iscrive alla mensa, la sentenza di Torino stabilisce altresì che l’assistenza durante il tempo mensa non è solo una mera attività di “sorveglianza”, ma è soprattutto un’assistenza “educativa” che spetta al personale docente. Questo principio vale sia nelle scuole a tempo pieno che in quelle a modulo, e deve essere senza costi aggiuntivi per le famiglie. Alle quali non tocca pagare nemmeno gli eventuali costi delle cooperative o altre associazioni di assistenza esterne, e neanche l’organizzazione e la gestione degli spazi e del personale, in quanto, dice la sentenza, che il tempo mensa fa parte del tempo scuola.