Il dibattito sulla cosiddetta autonomia differenziata, per l’insieme di interessi di natura economica, imprenditoriale, sociale e civile che produce, va preservato da polemiche politiche e da allarmismi di secessione, per diventare un confronto su progetti, idee e proposte per trasformare il “rischio” in opportunità. A sostenerlo è l’ing. Alfredo Cestari, presidente del Gruppo omonimo, e della Camera di Commercio ItalAfrica, da giorni impegnato in una missione economica in Brasile finalizzata ad accrescere l’internazionalizzazione delle imprese del Sud.
Il fronte comune dei governatori delle Regioni del sud proposto dal Presidente Bardi insieme alla difesa della comunità lucana da tempo penalizzata per il trasferimento di fondi statali nonostante le risorse strategiche di cui dispone, su tutte petrolio ed acqua – aggiunge – sono le proposte più sensate ascoltate sinora. Il nostro contributo tecnico a questo dibattito è il progetto SUD – Polo Magnetico che prevede l’istituzione di una piattaforma di investimento regionale finanziata dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) del Piano d’Investimenti per l’Europa, meglio conosciuto come Piano Juncker, a sostegno dell’economia delle Regioni del Sud. Tale iniziativa intende stimolare investimenti e progetti favoriti dal Piano Juncker per un valore di 200 milioni di euro, a beneficio di Pmi presenti sul territorio.
Inoltre la ZES Jonica – continua Cestari – è il primo e più importante disegno di politica industriale capace di attrarre investimenti al Sud e la prima opportunità di cooperazione istituzionale ed economica tra Regioni ed imprese del Sud. In sintesi la Zes favorirà una rapida riconversione dei flussi di merci verso il porto di Taranto; un aumento delle “esportazioni” verso altre regioni e Paesi dell’ordine del 15% a regime; la sostituzione del 25% delle “importazioni” da altre regioni e Paesi con merci prodotte o lavorate all’interno della ZES; un incremento del fatturato e dell’occupazione all’interno della ZES dell’ordine di quella registrata in analoghe occasioni nei Paesi dell’Est europeo subito dopo gli effetti dei primissimi insediamenti industriali; una limitata delocalizzazione delle imprese tra resto della Basilicata e ZES; un aumento della produttività complessiva nell’area della ZES (legata ad un migliore e maggiore utilizzo degli impianti e ad una riduzione dei costi di produzione) dell’ordine dello 0,7% l’anno.
Una particolare attenzione è volta ai piccoli comuni a rischio spopolamento delle aree rurali, come segnala Bankitalia in Basilicata. Il nostro lavoro – spiega l’ing. Cestari – è quello di mettere in rete i Comuni, assisterli sul piano della consulenza e accompagnarli nella fase della progettazione e candidatura ai finanziamenti europei in cinque le aree di intervento: agricoltura, Pmi, energia, infrastrutture, turismo. Il progetto presentato nella nostra regione in alcuni incontri con imprenditori ed amministratori locali (ultimo in ordine di tempo a Moliterno il 9 giugno scorso con la presenza di Antonio Barbalho, direttore del settore energia della World Bank, Practice Manager per l’America Latina e i Caraibi nei settori della Pratica Globale dell’Energia presso la Banca Mondiale), sarà nuovamente oggetto di incontro di sindaci lucani ed imprenditori.