Autonomia differenziata, Consigliere regionale Vizziello (Basilicata Oltre): senza soldi per i Lep sarà un bluff per i lucani. Di seguito la nota integrale.
“I famosi Lep( cioè il livello minimo di qualità dei servizi pubblici in tema di sanità, istruzione mobilità o ambiente che occorre garantire a tutti i cittadini a prescindere dal loro luogo di residenza) sono la chiave di volta della costruzione di Roberto Calderoli con cui le regioni potranno chiedere forme e condizioni particolari di autonomia, ma, se non opportunamente finanziati, trasformeranno il progetto di autonomia regionale del Senatore leghista in un bluff per i lucani”.
Così il consigliere regionale di Basilicata Oltre Giovanni Vizziello commenta il Disegno di Legge approvato dal Consiglio dei Ministri sulla cosiddetta autonomia differenziata.
Il punto debole del testo Calderoli sta nel fatto che dopo aver affermato che i Livelli essenziali delle prestazioni non solo devono essere individuati ma anche finanziati, non chiarisce come e soprattutto con quali soldi.
E’ la clausola di invarianza finanziaria del testo normativo varato dal Governo che rende i Lep una scatola vuota, perché si mette nero su bianco che “il trasferimento delle competenze aggiuntive alle regioni sulla base delle intese dovrà avvenire senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, quindi i Livelli Essenziali delle Prestazioni devono essere finanziati senza aumentare la spesa pubblica complessiva, il che equivale a dire che non saranno finanziati, perché trovare i soldi per finanziarli nel bilancio attuale dello Stato è praticamente impossibile.
Il Governo non è riuscito a trovare 200 milioni di euro per assicurare sin dal 2023 l’aumento di stipendio previsto dalla legge di bilancio per il personale del pronto soccorso, infatti l’aumento scatterà a partire dal primo gennaio 2024, come si può pensare possa trovare 60/70 miliardi di euro per finanziare i Lep e garantire l’eguaglianza tra i diversi territori del Paese?
Molto probabile quindi che l’attuazione dell’autonomia differenziata avverrà sulla base della “spesa storica”, cioè implicitamente assumendo che quanto lo stato nazionale spende ora per le funzioni Lep sia esattamente quanto necessario per finanziarli e che quindi le regioni del Mezzogiorno si terranno gli attuali deficit rispetto a servizi pubblici come la sanità, i trasporti ol’istruzione mentre le regioni del Nord conseguiranno l’obiettivo di trattenere sul loro territorio l’attuale residuo fiscale vantato nei confronti dello Stato, gestendo autonomamente quel surplus di denaro che oggi versano allo Stato rispetto ai servizi che ricevono.
Un meccanismo che consentirebbe a chi è già avanti di progredire ulteriormente, lasciando indietro chi oggi è ultimo o penultimo e la cui pericolosità è stata compresa, ad esempio, dal ministro Schillaci, che ha rivendicato un ruolo di guida e di supervisione del Ministero della Salute, per aiutare le regioni che non riescono a dare risposte efficaci alle necessità sanitarie dei propri cittadini.
Di diverso tenore le dichiarazioni di altri esponenti del Governo nazionale che dopo essersi dichiarati patrioti ed aver inneggiato a Garibaldi non si fanno scrupolo di sacrificare sull’altare del vincolo di maggioranza l’unità del Paese, la solidarietà tra le comunità regionali e la supremazia del Parlamento, costretto a svolgere il ruolo del mero spettatore rispetto ad un progetto di riforma che verrà attuato con i DPCM(decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) piuttosto che con legge ordinaria.
A spiegare la pericolosità della costruzione di Calderoli, basterà riflettere su cosa sarebbe accaduto se, in ossequio alla riforma dell’autonomia differenziata varata dal Governo, durante la pandemia ciascuna regione italiana avesse acquistato i vaccini per conto proprio, senza quindi una strategia di acquisto comune deliberata a livello europeo e che sorte sarebbe toccatain queste dinamiche di esasperata competitività alle regioni più piccole e più povere come la Basilicata.