“Zaia incoronato da Bossi e Calderoli imperatore del Nord. È questo il dado tratto da una riforma che, qualora trovasse (e li troverà) i numeri in Parlamento, risulterebbe essere la più divisiva della nostra storia repubblicana e coronerebbe il diabolico disegno leghista di aumentare i divari nel Paese, esaltando pubblicamente i presunti tratti unitari di questa Autonomia Differenziata”. Così commenta Franco Mollica, vice segretario regionale di Azione, che aggiunge: “Chi, infatti, può abboccare alle roboanti dichiarazioni del governatore Zaia quando afferma che chi è contrario alla riforma deve uscire dalla “confort zone”? Oltre il danno, la beffa! Venga Zaia ad amministrare un comune o una regione del Sud per constatare quanto sia stato confortevole governare un Ente al quale, grazie alla Spesa Storica, sono state sottratte ingiustamente risorse destinate ai servizi essenziali per i cittadini”.
“Venga Zaia ad amministrare al Sud – continua Mollica- dopo questa ennesima scelerata riforma che, dal testo della bozza, non prevede nuovi oneri a carico della finanza pubblica ma che al contempo annuncia il calcolo ma non il finanziamento dei LEP e non prevede il superamento della Spesa Storica. Venga Zaia ad amministrare la Calabria, con un PIL pro-capite di circa 16mila euro a fronte delle oltre 30mila euro del Veneto e con un rapporto superiore di oltre il 12% rispetto alla media nazionale. Siamo stanchi di questi artifici lessicali, proprio perché le carte le sappiamo leggere e a queste latitudini abbiamo sempre vissuto di stenti e di sacrifici, altro che confort zone!”
“Dispiace constatare – conclude Mollica – che, a meno di un anno dal suo insediamento, il Presidente Meloni, espressione di quel partito che storicamente si ergeva a difensore della Patria, sta svendendo la propria storia per una cambiale elettorale che andrà a ledere proprio il patto di unità nazionale, sancendo una nuova stagione di conflitti sociali ed istituzionali. Ma stiano sereni lor signori, ci troveranno sempre dalla stessa parte: quella di cittadini che non si sentono figli di un Dio minore e che continueranno a lottare per un Paese più equo, più giusto e quindi realmente unito.”