“Non ci può essere autonomia senza uguaglianza. Un principio cristallino nella sua semplicità che però in Italia viene completamente ribaltato. A ristabilire la verità ci pensa la Corte dei Conti, audita ieri dalla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. I magistrati contabili, leggiamo su quei pochi giornali che si prendono la briga di occuparsi della questione, hanno ribadito che non si può procedere ad alcun percorso federalista se prima non si attua pienamente la legge delega del 2009. Questa norma, detto in parole povere, prevede che prima di accordare ai territori autonomia di competenze e di raccolta fiscale bisogna assicurarsi che tutte le aree del paese abbiano eguale accesso agli stessi livelli di servizi e di prestazioni. E per farlo bisogna definire i cosiddetti ‘fabbisogni standard’ e superare l’assurdo criterio della spesa storica. Detto in parole ancora più povere, tutti i cittadini italiani hanno diritto a priori allo stesso numero di asili, scuole, ospedali, strade, ferrovie ecc., e della stessa qualità, e non si possono erogare fondi sulla base di quello che un dato territorio ha speso in passato: chiaro che, con questo criterio, se non ho asili mi verranno dati meno soldi. Nel frattempo però alcune Regioni del Nord, incuranti dei bisogni di una parte del paese, provano a brigare per farsi riconoscere quanta più autonomia possibile. Dopo il blitz del collegamento alla Nadef della legge sull’Autonomia differenziata, adesso provano a racimolare tutto quello che possono. Questa situazione, congiunta all’altro capo della legge del 2009 rimasto inattuato, il fondo perequativo, al PNRR, ai ritardi nel dotare le pubbliche amministrazioni di figure qualificate per intercettare i bandi sui fondi europei, a sviste varie ed eventuali e alla necessità politica di dare il contentino a una maggioranza larga e composita, crea un corto circuito in cui a farne le spese sarà il Sud. È sempre più urgente che nasca un fronte trasversale in grado di contrastare queste pericolose derive che vanno contro lo spirito unitario della Costituzione e contro gli obiettivi di coesione territoriale della stessa Unione europea”.
A dichiararlo è il senatore Saverio De Bonis, nel commentare le recenti valutazioni della Corte dei Conti in sede di Commissione parlamentare sull’attuazione del federalismo fiscale.