“Prima di procedere a qualsiasi forma di autonomia è imprescindibile, oltreché coerente con il dettato costituzionale, operare una seria ‘ricucitura dei diritti’, come giustamente ha detto la ministra Carfagna. La bussola indicata da Don Milani vale ancora oggi: non è giusto fare parti uguali tra disuguali. Ecco perché dire astrattamente che l’autonomia differenziata è voluta da Nord a Sud è quantomeno fuorviante. La legittima aspirazione di alcune regioni a ottenere maggiore autonomia nella gestione delle competenze non può trasformarsi in un’arma per acuire i divari territoriali che da decenni affliggono il nostro paese. Tre sono i principi, come ricordato dalla Ministra, su cui non si può derogare. Primo, il Ddl sull’autonomia deve poter essere emendato dal Parlamento sovrano. Secondo: bisogna innanzitutto definire i livelli essenziali delle prestazioni e, contemporaneamente, dare piena attuazione al fondo perequativo espressamente previsto dalla Costituzione. Terzo: bisogna superare, e farlo prima di qualsiasi legge sull’autonomia, il criterio della spesa storica per adottare quello dei fabbisogni standard. Finora queste esplicite previsioni della Carta costituzionale e del decreto legislativo n. 68 del 2011 sono rimaste ‘lettera morta’. Se vogliamo portare a termine questo processo legislativo lo dobbiamo fare secondo le forme costituzionali e nel migliore dei modi, altrimenti temo che anch’esso resterà lettera morta, perché non si può strozzare la voce del Sud”.
Lo ha detto il senatore di Forza Italia, nel commentare le parole della ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna durante il question time di ieri alla Camera e il dibattito istituzionale e politico di questi giorni sul Ddl sull’autonomia differenziata.